Bosco Giovanni

Professioni: Sacerdote, educatore, direttore
Ambiti di produzione: Cultura religiosa, editoria scolastica, educazione giovanile, insegnamento religioso, movimento cattolico, pedagogia, Salesiani
Luoghi di attività: Piemonte, Italia

Giovanni Melchiorre Bosco (don Bosco) nacque nella località dei Becchi nel comune di Castenuovo d'Asti il 16 agosto 1815 da una famiglia di modesti agricoltori. Rimasto orfano in tenera età del padre, nella sua esperienza personale e familiare fu centrale la figura della mamma, Margherita Occhiena, donna analfabeta, ma di profondo senso religioso e di ricca umanità.

Il primo periodo della sua vita (1815-1844) si colloca nel contesto della Restaurazione: ambiente prettamente agricolo nei primi anni, più tardi la piccola città di Chieri e finalmente Torino, capitale del Regno sardo. Appresi i primi elementi del leggere e dello scrivere da un sacerdote maestro, l'adolescente B. fu dapprima garzone di campagna presso una famiglia (1828-1829); frequentò quindi la scuola comunale a Castelnuovo nel 1830 e poi a Chieri. Nel 1835 entrò in seminario e nel 1841 fu ordinato sacerdote. Completò la sua preparazione pastorale nel Convitto ecclesiastico di Torino (1841-1844).

In questa fase il giovane don B. prese i primi contatti con i ragazzi immigrati dalle campagne, incontrati nelle piazze e strade di Torino e nelle visite alle carceri della città. Nominato cappellano in uno degli istituti della marchesa Giulia di Barolo, cominciò a organizzare un primo «oratorio ambulante», inserendosi con stile originale nei bisogni assistenziali ed educativi della capitale del Piemonte.

La nuova esperienza (dopo aver sciolto ogni impegno con la Barolo) trovò una sistemazione definitiva in regione Valdocco, alla periferia di Torino, nel 1846, dove il sacerdote castelnuovese ridefinì e sviluppò le sue svariate iniziative assistenziali-educative (sempre sostenute dalla «beneficenza»): attività religiose e ricreative, scuole domenicali e serali (insegnamento della lettura, scrittura, disegno, aritmetica), ricerca di un posto di lavoro per i giovani apprendisti; e, nella «casa annessa» al primitivo oratorio, un «ospizio» per ragazzi poveri, nel quale organizzò laboratori interni di arti e mestieri (legatori, calzolai, sarti, falegnami, fabbri, tipografi), dal 1853 al 1862, e le cinque classi del ginnasio, dal 1855 al 1859.

Don B. coltivò inoltre uno speciale interesse per la stampa religiosa, popolare e scolastica, pubblicando numerosi libri e dando vita ad alcuni periodici: Storia ecclesiastica ad uso delle scuole (1845), Il sistema metrico decimale ridotto a semplicità (1846), Storia sacra per uso delle scuole (1847), Il giovane provveduto (1847), Storia d'Italia raccontata alla gioventù (1855), Maniera facile per imparare la storia sacra (1855); nel 1849 diede alle stampe il giornale «L'Amico della gioventù», fuso nello stesso anno con l'«Istruttore del popolo». Nel 1853 iniziò la pubblicazione quindicinale delle «Letture cattoliche» (uscite fino alla metà del sec. XX) e qualche anno più tardi (1869) promosse la «Biblioteca della gioventù italiana» nell'ambito dell'attività editoriale della Tipografia dell'Oratorio.

Tra i suoi numerosi scritti successivi, sono da segnalare le biografie di tre alunni: Savio (1859), Magone (1861), Besucco (1864); i racconti esemplari: La forza della buona educazione (1855), Valentino (1866), Severino (1868), Angelina (1869), Massimino (1874); gli scritti di carattere apologetico: Avvisi ai cattolici (1853), Il cattolico istruito nella sua religione (1853); le vite di santi e di papi.

L'impegno di «assistenza ai giovani e l'attività letteraria» assunsero carattere di accentuata «difesa in seguito all'acuirsi dei fenomeni determinati dalla svolta politica, religiosa, sociale, culturale, intervenuta nel regno sardo tra il 1847 e il 1855: la liberalizzazione della stampa, il moltiplicarsi dei giornali di opinione, il proselitismo protestante, il distacco delle istituzioni da vincoli ecclesiastici, lo scontro tra Stato e Chiesa» (Braido, 2009).

Pur non condividendo il moto risorgimentale, don B. frequentò gli ambienti politici liberali per risolvere problemi di politica ecclesiastica, ma sempre ricusò di entrare nella arena politica. Sentì la sua «vita sostanzialmente impegnata quasi soltanto nel problema educativo, avvertito come quello che avrebbe dato soluzione globale a quello religioso e civile» (Stella, 1979). Con formula essenziale ed efficace sintetizzava così il principale obiettivo della sua opera: «Fare quel po' di bene che posso ai giovanetti abbandonati, adoperandomi con tutte le forze affinché diventino buoni cristiani in faccia alla religione, onesti cittadini in mezzo alla civile società».

Uomo d'azione e geniale educatore, don B. non giunse a elaborare una trattazione organica e completa del suo pensiero pedagogico (a cui egli accennò in un saggio del 1877: Il sistema preventivo nell'educazione della gioventù); tuttavia, si possono individuare nei suoi scritti e nella sua esperienza pedagogica nuclei dottrinali di notevole pregnanza operativa. È fruibile oggi un'ampia e autorevole storiografia che consente di approfondire temi fondamentali e aspetti di particolare rilievo: scelta radicale dei giovani e fiducia in essi; attenzione preventiva e sensibilità ai bisogni dei tempi; schietta preoccupazione religiosa e integralità della proposta assistenziale-educativa («buoni cristiani ed onesti cittadini»); princìpi metodologici basilari del «sistema»: ragione, religione, amorevolezza; cura dell'ambiente di famiglia.

Allorché don B. sviluppò le sue iniziative e pubblicò i suoi saggi, egli non era solo. Anzi, già intorno all'anno 1854, cominciò a pensare a una «qualche forma di organizzazione» per garantire stabilità e continuità delle sue opere. Nel 1859, con un gruppo di stretti collaboratori, diede vita a una società religiosa (sotto il patrocinio di S. Francesco di Sales) per «l'istruzione e l'educazione» della «gioventù abbandonata e pericolante»; nel 1872 fondò l'Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice (Salesiane); nel 1876, l'Unione dei cooperatori salesiani, una specie di terz'ordine di laici ed ecclesiastici.

L'opera iniziata a Valdocco uscì fuori di Torino nel 1863 e, nel 1875, fuori d'Italia, estendendosi, vivente ancora il fondatore: nel Monferrato, in Liguria, a Roma, in Francia, nell'Argentina, nell'Uruguay, in Spagna, in Cile, nell'Equatore: «L'oratorio originario per esterni, sempre prediletto sul piano affettivo, lascia spazio sempre maggiore a case di educazione per gli interni, più decisamente “preventive”, sotto forma di collegi con scuole per studenti della classe media e di ospizi per studenti e artigiani di classi più umili» (Braido, 2009).

Don B. e la sua opera hanno attratto la simpatia e la stima dei contemporanei, anche di quelli che magari non ne condividevano la scelta religiosa. Il fondatore della Società salesiana morì a Torino il 31 gennaio 1888.

[José Manuel Prellezo]

Fonti e bibliografia: le carte di don B. sono conservate nell'Archivio salesiano centrale, Roma, A457 (Bosco); G. Bosco, Opere edite (ed. anastatica), Roma, Las, 1976-1977, 38 voll.; Id., Memorie dell'Oratorio di S. Francesco di Sales. Dal 1815 al 1855, a cura di A. Ferreira, Roma, Las, 1991; Id., Epistolario, a cura di F. Motto, Roma, Las, 1991-2003, 4 voll.; P. Braido (ed.), Don Bosco educatore. Scritti e testimonianze, Roma, Las, 1992.

DBI, vol. LV, pp. 734-740; DBS, pp. 50-55; EP, vol. I, cc. 1929-1939; MC, vol. I, pp. 193-194; PE, pp. 86-87.

Limitatamente alla bibliografia più recente: P. Stella, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica, Roma, Las, 1979-1988, 3 voll.; P. Braido (ed.), Don Bosco nella Chiesa a servizio dell'umanità. Studi e testimonianze, Roma, Las, 1987; F. Traniello (ed.), Don Bosco nella storia della cultura popolare, Torino, SEI, 1987; M. Midali (ed.), Don Bosco nella storia, Roma, Las, 1990; F. Desramaut, Don Bosco et son temps, Torino, SEI, 1996; J.M. Prellezo, Dai laboratori di Valdocco alle scuole tecnico-professionali salesiane. Un impegno educativo verso la gioventù operaia, in L. Van Looy, G. Malizia (edd.), Formazione professionale salesiana: memoria e attualità per un confronto, Roma, Las, 1997, pp. 19-51; P. Braido, Don Bosco prete dei giovani nel secolo delle libertà, Roma, Las, 2009, 2 voll.