Albini Bisi Sofia

Professioni: Scrittrice, traduttrice
Ambiti di produzione: Educazione femminile, emancipazionismo, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Lombardia

Sofia Albini nacque a Milano nel 1859 ove trascorse gran parte della sua vita e sposò lo scultore Emilio Bisi. Fu in relazione con Antonio Fogazzaro che la incoraggiò a dedicarsi alla letteratura. Iniziò giovanissima a scrivere romanzi e novelle con lo pseudonimo di Donna Conny. Collaborò alle pagine letterarie di importanti periodici e giornali dell'epoca tra cui «L'Illustrazione italiana», «Nuova antologia», «Il Corriere della sera». Seguì con interesse lo sviluppo della stampa femminile e contribuì con articoli a molte riviste, in particolare a «Cordelia». Alla penna della A. si deve la traduzione di uno dei più diffusi romanzi per l'infanzia del XIX secolo, Incompreso.

Donna di vasta cultura, fu protagonista della vita culturale e letteraria milanese. Ebbe rapporti con numerose letterate a lei coeve, in specie con Ada Negri, del cui romanzo, Fatalità, scrisse la prefazione. Al centro del suo interesse vi furono i temi dell'educazione e della formazione femminile; fu sostenitrice di nuovi metodi pedagogici (guardò con simpatia e interesse a quello messo a punto da Maria Montessori), organizzò corsi per le donne dei ceti popolari e fondò una biblioteca per donne operaie.

Favorevole all'emancipazionismo femminile nella sua forma moderata, l'A. fece parte dell'associazione Unione femminile nazionale e propugnò un femminismo pratico, non ideologico. Nel 1907 organizzò il I Congresso di educazione femminile, nel 1908 partecipò al I Congresso internazionale delle donne, organizzato dal Consiglio nazionale delle donne italiane, con una relazione sulla figura femminile nella letteratura italiana. Durante la Grande guerra fu accesa interventista e fondò l'associazione patriottica «Le seminatrici di coraggio».

Intensa fu la sua attività in campo pubblicistico. Fondò e diresse tre riviste: «Rivista per signorine» (1894-1913), «Vita femminile italiana» (1907-1913) e «La Nostra rivista» (1914-1917) e contribuì alla nascita di periodici per l'infanzia fra cui il «Giornale dei bambini» e il «Piccolo Italiano».

La sua vasta produzione letteraria per l'infanzia e l'adolescenza ne fa una figura importante in questo campo, tanto da indurre qualche critico a definirla come l'«Alcott italiana». Tra le sue opere più importanti: Donnina forte con prefazione del Fogazzaro (1879), Una nidiata (1890), Omini e donnine (1893), Il figlio di Grazia (1898). Negli scritti della letterata milanese domina una cultura della maternità esaltata negli aspetti più spirituali e educativi; la maternità è per lei l'essenza della femminilità, una «dote» femminile che è compito delle donne trasformare in un valore sociale. Credente, fu vicina alle posizioni del modernismo cattolico. L'A. morì a Rapallo (Genova) il 17 luglio 1919.

[Augusta Molinari]

Fonti e bibliografia: DBDL, p. 37; DSMCI, vol. III/1, p. 95; EP, pp. 1823-1825; M. Bandini Buti (ed.), Poetesse e scrittrici, Milano, Tosi, 1941-1942, vol. I, pp. 97-98; G. Bochicchio, R. De Longis, La stampa femminile in Italia. Repertorio 1861- 2009, Roma, Biblink, 2010, pp. 154, 180 e 199.

A. Gigli Marchetti, L. Finocchi (edd.), Editori e piccoli lettori tra '800 e '900, Milano, Angeli, 2004, p. 97; A. Chemello, D. Alesi, Tre donne d'eccezione. Vittoria Aganoor, Silvia Albertoni Tagliavi, Sofia Bisi Albini (dai carteggi inediti con A. Fogazzaro), Padova, Il Poligrafo, 2005, pp. 71-81; A. Molinari, Donne e ruoli femminili nell'Italia della Grande Guerra, Milano, Ed. Selene, 2008, pp. 25-34.