Bonghi Ruggiero

Professioni: Professore universitario, uomo politico, ministro P.I.
Ambiti di produzione: Politica scolastica
Luoghi di attività: Campania, Piemonte, Lombardia, Italia

Ruggiero Bonghi nacque a Napoli il 21 marzo 1826. Si formò negli ambienti neoguelfi napoletani, figliastro del poeta e letterato Francesco Saverio Baldacchini. Dopo gli eventi del 1848 fu costretto all'esilio che trascorse in parte all'estero e in parte a Firenze e a Torino. Importante fu la rete di relazioni che il giovane B. stabilì in questi anni tra cui spiccano quelle con Alessandro Manzoni, Antonio Rosmini, Gustavo Benso di Cavour di cui lasciò memoria nel libro Le stresiane.

La sua attività si svolse lungo tre principali direttrici: l'insegnamento universitario, la vita parlamentare e politica, il giornalismo. Nel 1859 iniziò la carriera di insegnante universitario come professore di Logica a Pavia cui fecero seguito vari trasferimenti in altri atenei fino alla sede romana ove tenne corsi di Storia antica e moderna.

Sin dall'inizio dell'esperienza unitaria il B. manifestò interesse per le questioni politiche dell'istruzione. Dalle colonne del periodico «Nazionale», negli anni del ministero De Sanctis, il deputato napoletano intervenne più volte in materia scolastica, sollecitando maggiore attenzione per l'istruzione. Nel 1863 lamentò la sproporzione tra le spese per le scuole classiche e quelle tecniche e primarie; minore e più aperto alla concorrenza privata, invece, doveva essere l'impiego delle risorse nel segmento dell'istruzione universitaria e secondaria. Solo così, secondo il B., sarebbe stato possibile ridurre il numero delle università e iniziare a sciogliere il dualismo fra l'istruzione classica e quella scientifica nelle scuole secondarie.

In quella circostanza il B. si fece promotore dell'istituzione di una Giunta di inchiesta sulle condizioni della pubblica istruzione. Le conclusioni dei lavori presentate in tre diverse relazioni nel 1865 gli offrirono l'occasione per esaminare i problemi presentati soprattutto sul versante universitario. Qui, modificando le tesi di qualche anno prima, il B. asserì l'esigenza di uno smembramento delle università e di un più forte impegno dello Stato nel campo dell'istruzione superiore, per costruire un'università «unica» capace di aggregare sia l'insegnamento scientifico sia quello culturale. L'istruzione secondaria, invece, poteva essere gestita tanto dallo Stato quanto dalle province e dai comuni.

Nel 1866 fu chiamato a far parte del Consiglio superiore della P.I., carica che mantenne sino al 1880. Nel 1872 in occasione della presentazione del disegno di legge da parte di Cesare Correnti espresse la sua opposizione alla decisione di abolire le facoltà teologiche nelle università statali, ma, al tempo stesso, manifestò la contrarietà all'istituzione di università che dipendessero esclusivamente dall'autorità ecclesiastica e si batté per la conservazione del placet e dell'exequatur nella legge per le Guarentigie.

Durante il governo Minghetti, dal settembre 1874 al marzo 1876, il B. ricoprì l'incarico di ministro della P.I., manifestando un deciso attivismo. In particolare potenziò il ruolo di provveditori e ispettori scolastici per un maggior controllo verso i comuni e per individuare le inadempienze circa la frequenza, ma anche per conoscere meglio le diverse condizioni dei municipi con l'obiettivo di agevolarli attraverso adeguati sostegni finanziari. Cercò inoltre di regolare le adozioni dei libri di testo, obbligando gli insegnanti ad avvalersene.

Accanto a queste iniziative amministrative, presentò alcuni disegni di legge come quelli illustrati nel febbraio 1875 volti a migliorare le condizioni professionali ed economiche dei maestri; a distinguere fra scuole popolari fine a se stesse (gratuite) e scuole elementari destinate ai fanciulli che proseguivano negli studi (per le quali era prevista una tassa); ad accrescere il numero delle scuole normali, per contrastare la scarsità dei maestri.

Nell'ambito dell'istruzione secondaria il ministro presentò un disegno di legge per rivedere l'ordinamento vigente con la costituzione di un unico istituto articolato in due tronconi, e l'emanazione del regolamento per i ginnasi e i licei e del decreto per la riforma dell'esame di licenza liceale. In entrambi i casi i propositi del B. non ebbero tuttavia seguito.

In ordine alla complessa questione della laicità della scuola, il B. non esitò a riconoscere l'inefficacia dell'insegnamento religioso nelle scuole popolari pubbliche impartito, a suo avviso, da maestri del tutto impreparati e concordò sull'ipotesi di una sua esclusione dalle scuole pubbliche a condizione, però, che venisse sancito il diritto dei padri di famiglia di garantire un'istruzione religiosa privata lasciando alla Chiesa la disciplina della materia.

Sul versante dell'istruzione superiore il B. riuscì a varare il regolamento destinato ad assicurare un migliore funzionamento degli istituti e a garantire la libertà d'insegnamento nelle università; inoltre regolamentò i concorsi a cattedra.

Lasciato l'incarico ministeriale (come ultimo ministro P.I. della Destra storica) il B. manifestò in più occasioni la sua opposizione a progetti e decisioni operati dagli uomini politici che guidarono la Minerva negli anni successivi. Particolarmente vivace fu la polemica con Guido Baccelli (1883) su un progetto di conferimento dell'autonomia alle università. Durante la discussione del bilancio del ministero della P.I. per il 1889-1890 (ministro Boselli), il B. lamentò le conseguenze negative sul piano educativo dovute alla soppressione dell'insegnamento religioso dalle scuole secondarie e l'insufficienza di quello delle scuole primarie. Non mancò infine di muovere critiche severe alle impostazioni pedagogiche di matrice positivistica che, a suo avviso, avevano contribuito all'indebolimento intellettuale e morale nei giovani. Il B. morì a Torre del Greco (Napoli) il 22 ottobre 1895.

[Alberto Barausse]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 314; Direzione Generale Istruzione Superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 156; AS, Napoli, carte Bonghi (Archivio privato Ruggiero Bonghi. Inventario, a cura di S. d'Aquino di Caramanico, R. De Simine, F. Turino Carnevale, Napoli, Guida, 1988).

Limitatamente agli ultimi decenni a partire dal profilo in DBI, vol. XII, pp. 42-51; S. Rogari, Ruggiero Bonghi nella vita politica dell'Italia unita, Napoli, Vivarium, 2001; Ruggiero Bonghi. La figura e l'opera attraverso le carte dell'archivio privato, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, 2004, in specie G. Ciampi, Ruggiero Bonghi ministro della Pubblica istruzione, ivi, pp. 163-178 che integra il saggio di G. Talamo, Ruggero Bonghi e i problemi dell'istruzione, in L. Bellingeri, M.G. Gajo Mazzoni (edd.), Ruggiero Bonghi fra politica e cultura, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 1996, pp. 39-52.