Biggini Carlo Alberto

Professioni: Professore universitario, ministro E.N.
Ambiti di produzione: Fascismo, politica scolastica
Luoghi di attività: Liguria, Italia

Nato a Sarzana (La Spezia) il 9 dicembre 1902, laureato in Giurisprudenza all'università di Genova (1928), Carlo Alberto Biggini conseguì l'anno dopo una seconda laurea in Scienze politiche e amministrative all'università di Torino e, nel 1930, il diploma di perfezionamento alla Scuola superiore di scienze corporative di Pisa.

Pur firmatario, nel 1925, del Manifesto degli intellettuali fascisti, collaborò tra il 1926 e il 1928 alla rivista genovese «Pietre» che aveva dato voce a un gruppo di giovani antifascisti: contraddizioni di un'ansia di conciliazione tra opposte ideologie che lo portò a ritenere il corporativismo adeguata composizione di liberalismo e bolscevismo.

L'adesione tardiva al partito fascista (1928), rimproveratagli dai gerarchi della prima ora, non gli impedì il successo accademico favorito anche dall'appoggio di Giuseppe Bottai: abbandonata la professione di avvocato, che era stata anche del padre, ebbe l'incarico di Diritto costituzionale e comparato e di Dottrina generale dello Stato all'università di Sassari (1932), poi la cattedra, sempre a Sassari, di Diritto costituzionale (1936). Trasferito all'università di Pisa (1938) ne divenne rettore (1941). L'attività di studioso di diritto è documentata da una ricca produzione di articoli e saggi legata soprattutto alla teorizzazione dello Stato corporativo di cui fu uno degli studiosi più noti.

Nel 1935 partecipò alla guerra d'Africa, nel 1940 alla campagna contro la Francia; volontario sul fronte greco-albanese gli fu riconosciuta, postuma, la medaglia di bronzo al valor militare. Tra il 1931 e il 1934 era stato a La Spezia tra i dirigenti del fascismo e nel 1938 commissario prefettizio a Sarzana. Deputato dal 1934, consigliere nazionale nella Camera dei fasci e delle corporazioni nel 1939, ebbe numerosi incarichi legati alle competenze giuridiche: significativa quella di presidente della commissione di mistica fascista ai littoriali. Nel 1942 assunse la prestigiosa carica di ispettore generale del partito e il 5 febbraio 1943 venne nominato ministro dell'Educazione Nazionale.

Critico della Carta della scuola, tentò un ritorno alla scuola pensata da Giovanni Gentile e si adoperò per allontanare dai posti dirigenziali i funzionari nominati da Bottai, suo predecessore. Con Gentile condivideva la piena dedizione al fascismo e vi aggiungeva un'ammirazione incondizionata per Mussolini che, da parte sua, ne apprezzava la lealtà e la competenza tanto da affidargli nel 1939 i delicati documenti utili a scrivere la storia della Conciliazione con il Vaticano, Storia inedita della Conciliazione (1942).

Nella seduta del Gran Consiglio del 25 luglio il B. votò contro l'ordine del giorno Grandi e subito dopo si adoperò per un riavvicinamento tra il Re e il Duce. Il 23 settembre 1943, dopo iniziali perplessità, accettò la carica di ministro dell'Educazione Nazionale della Repubblica sociale italiana e preparò un testo di Costituzione che non avrebbe mai visto la luce. La storiografia ha accreditato l'attività insonne di un ministro continuamente in movimento (da Padova, dove aveva sede il suo ministero) per cercare di mitigare i rigorosi controlli che gerarchi e tedeschi imponevano sulla scuola.

Aveva abolito il giuramento di fedeltà per i professori universitari e più volte si era prodigato per difenderli dalle accuse di simpatie antifasciste; aveva suscitato scalpore la sua silenziosa presenza alla lettura della prolusione critica verso il regime che il rettore Concetto Marchesi aveva tenuto all'apertura dell'anno accademico in Padova il 9 novembre 1943.

Si ricorda anche la sua azione volta a contrastare la sottrazione di opere d'arte da parte dei tedeschi: tutte iniziative probabilmente sincere nell'illusione di poter ricomporre la lacerazione che aveva diviso gli italiani dopo l'8 settembre. Si possono a tal riguardo ricordare gli appelli alla pacificazione, l'insistenza sull'importanza dei temi etici dell'impegno e della responsabilità: Agli uomini della scuola (1943) e Agli educatori italiani (1945).

Nella scuola primaria procedette alla semplificazione dei programmi, a dare indicazioni per una pluralità di testi con contenuti meno retorici e ad eliminare la distinzione tra libro rurale e urbano. Un giudizio globale avrebbe dovuto sostituire le singole votazioni. Rimase sulla carta il progetto di riforma della scuola media e superiore che prefigurava un ritorno alla scuola gentiliana. Nelle università, da ridurre e sfoltire, si doveva eliminare il fenomeno dei fuori corso.

Al crollo del regime, grazie alla protezione di alcuni esponenti della Resistenza, il B. poté rifugiarsi nella basilica di Padova e di lì, malato, all'ospedale della stessa città dove morì il 19 novembre 1945. Alcuni hanno avanzato la supposizione che con lui possano essere scomparsi importanti documenti, forse il carteggio Mussolini-Churcill, affidatogli dallo stesso Duce.

[Piero Fossati]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Universitaria, Fascicoli personali dei professori ordinari (1940-1970), III versamento, b. 57; Direzione Generale Istruzione Superiore, Professori universitari epurati (1944-1946), b. 4.

DBI, vol. X, pp. 407-410; Dizionario biografico dei Liguri: dalle origini al 1990, Genova, Consulta Ligure, 1992, vol. I, pp. 575-577.

M.T. Mazzatosta, Educazione e scuola nella Repubblica Sociale Italiana, in «Storia contemporanea», 1978, n. 1, pp. 63-101; L. Garibaldi, Mussolini e il professore, Milano, Mursia, 1983; J. Charnitzky, Fascismo e scuola. La politica scolastica del regime (1922-1943), Firenze, La Nuova Italia, 1996, pp. 389 e 490-492; M. Galfré, Il regime degli editori. Libri, scuola e fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2005, pp. 180-183 e 233-234; C. Auria, I provveditori agli studi dal Fascismo alla Repubblica, Roma, Fondazione «U. Spirito», 2006, ad indicem; N. D'Amico, Storia e storie della scuola italiana. Dalle origini ai nostri giorni, Bologna, Zanichelli, 2010, pp. 385-392.