Bianchini Laura

Professioni: Professoressa, donna in politica
Ambiti di produzione: Associazionismo secondario, editoria scolastica, libertà di insegnamento, movimento cattolico
Luoghi di attività: Lombardia, Lazio

Laura Bianchini nacque a Castenedolo (Brescia) il 23 agosto 1903 e si diplomò maestra nel 1923 presso la scuola normale «Gambara» di Brescia. Si iscrisse quindi all'Istituto superiore di Magistero «Maria Immacolata» di Milano dell'Università Cattolica, ove partecipò attivamente alle iniziative della FUCI. Il 21 giugno 1928 si laureò in Filosofia e quattro anni più tardi, il 30 giugno 1932, maturò la laurea anche in Pedagogia, relatore Mario Casotti.

Si dedicò all'insegnamento nelle scuole secondarie superiori (in particolare, dal 1941 al 1943, fu docente di Filosofia e Pedagogia nell'istituto magistrale ove aveva studiato). Sul fronte pubblicistico la B. collaborò con alcune case editrici bresciane (La Scuola, Morcelliana e Studium), pubblicando svariati libri di testo. Tra questi, vanno menzionati l'antologia Il focolare, scritta con Bianca Morandi, e Bontà, libro di lettura per le ultime due classi della scuola elementare, in collaborazione con Ottavia Bonafin.

Dopo l'8 settembre 1943, la docente bresciana assunse un ruolo di rilievo nella lotta partigiana e nella vita politica di orientamento cattolico. Nella sua terra d'origine condivise le istanze espresse dal foglio clandestino «Brescia libera», su cui apparvero gli scritti dei più noti esponenti dell'antifascismo cattolico bresciano, come don Giuseppe Tedeschi, Enzo Petrini, Astolfo Lunardi ed Ermanno Margheriti. Presso la sua abitazione ospitò alcune delle prime riunioni fra esponenti militari e politici dell'antifascismo bresciano.

Sospettata di svolgere attività clandestina, dal gennaio 1944 la B. si trasferì a Milano, dove entrò a far parte del comando generale delle Fiamme Verdi, occupandosi della stampa. In tale veste scrisse per il foglio clandestino «Il Ribelle», diretto da Teresio Olivelli e Claudio Sartori, firmandosi con vari pseudonimi (don Chisciotte, Penelope e Battista). Fu inoltre incaricata dei soccorsi ai detenuti politici di S. Vittore e dell'assistenza agli ebrei e ai ricercati dai nazifascisti.

Nell'aprile del 1944 entrò nel Comitato esecutivo ristretto della futura Democrazia cristiana per il Nord Italia e, in tale ruolo, nel CLNAI. Organizzò nel frattempo i gruppi femminili del partito in Lombardia e diresse il periodico «Azione femminile».

Eletta all'Assemblea costituente nel 1946, si occupò soprattutto di politica scolastica. Nelle sedute del 21 e del 30 aprile 1947 presentò, insieme ad altre colleghe, un emendamento a favore della libertà di scuola. Successivamente sottoscrisse un altro emendamento a difesa dei diritti delle donne. Nel 1948 fu rieletta in Parlamento (partecipando ai lavori della Commissione istruzione e belle arti), collocandosi all'interno della Democrazia cristiana a fianco di Giuseppe Dossetti. Il suo nome compare tra i fondatori e i redattori della rivista «Cronache sociali».

Sul piano dell'associazionismo scolastico, il 10 dicembre 1946 la B. fondò, insieme a Vittorio Emanuele Orlando e a Michele Tuminelli, l'ANSI (Associazione nazionale scuola italiana) per la «rinascita democratica del Paese e il risveglio della coscienza civica nel popolo, in particolare per il problema della gioventù, sia a livello educativo sia lavorativo»; aderì anche all'UCIIM e all'AIMC; fece inoltre parte del Consiglio direttivo dell'Ufficio cattolico dell'educazione.

Dopo l'esperienza politica, negli anni '50 la B. tornò a dedicarsi all'insegnamento, presso il liceo classico «Virgilio» di Roma ove restò in servizio fino al pensionamento, avvenuto nel 1973. Sul fronte editoriale proseguì l'attività pubblicistica con varie collaborazioni, in specie con l'Editrice La Scuola. Operò anche nel campo della formazione degli insegnanti, intervenendo a varie iniziative animate da Vittorino Chizzolini e Marco Agosti.

Fino al 1978 visse presso la Comunità del Porcellino, fondata a Roma da padre Paolo Caresana e punto di riferimento per diversi esponenti di spicco del mondo politico cattolico. La B. morì a Roma il 27 settembre 1983.

[Evelina Scaglia]

Fonti e bibliografia: Archivio storico dell'Editrice La Scuola, Brescia, carte Bianchini Laura.

DBDL, pp. 164-165; R. Anni, Dizionario della resistenza bresciana, I, Brescia, Morcelliana, 2008, pp. 53-54; necrologio in «Scuola italiana moderna», 1983-1984, n. 5, p. 112.

C. D'Inzillo, Breve storia del movimento femminile DC, Milano, Rizzoli, 1967, ad indicem; E. Franchini, L'Università Cattolica nella lotta di liberazione, in «Vita e pensiero», n. 6, 1975; G. Beltrami, A. Alloisio, Volontarie della libertà, Milano, Mazzotta, 1981, pp. 259-263; L. Pazzaglia (ed.), Editrice La Scuola, 1904-2004. Catalogo storico, Brescia, La Scuola, 2004, pp. 134-135; E. Selmi et al., Le stanze segrete: le donne bresciane si rivelano, Brescia, Fondazione Civiltà bresciana, 2008, pp. 603-612.