Bertini Giovanni Maria

Professioni: Professore universitario
Ambiti di produzione: Filosofia, insegnamento religioso, istruzione popolare, politica scolastica
Luoghi di attività: Piemonte

Nato a Pancalieri (Torino) il 3 agosto 1818, Giovanni Maria Bertini fu una figura di spicco nella cultura piemontese di metà '800, docente di Storia della filosofia antica e di Filosofia teoretica nell'università di Torino, deputato per una legislatura nel 1849, a lungo autorevole componente del Consiglio superiore della P.I. e autore – oltre che di apprezzati saggi filosofici (in particolare Idea di una filosofia della vita, 1850 e Storia della filosofia greca prima di Socrate, 1869) – anche di numerosi scritti sulle questioni scolastiche ed educative del tempo.

Il B. appartenne inizialmente al cenacolo dei filorosminiani torinesi (per quanto la sua vicinanza alla filosofia del Rosmini sia stata messa in dubbio dal Gentile che preferì accostarlo al platonismo di Luigi Ornato), a fianco di Giovanni Antonio Rayneri, Domenico Berti, Vincenzo Garelli, Giuseppe Andrea Sciolla ed altri con cui condivise lo spiritualismo teistico e una concezione religiosa antitemporalista associata a un forte impegno nel campo dell'istruzione e dell'educazione.

Fu, in particolare, uno dei collaboratori del ministro Carlo Boncompagni nella stesura delle riforme scolastiche del 1848. In quello stesso anno pubblicò sul «Risorgimento», il giornale di Cavour, il saggio Della gratuita educazione del popolo nel quale prospettava un vasto e ardito piano di riforme imperniato sull'iniziativa dello Stato che avrebbe dovuto raccogliere nelle scuole per almeno otto anni tutti i ragazzi in età compresa tra i 6 e i 14 anni. Soltanto dopo questa età avrebbe dovuto aver inizio la scuola secondaria introduttiva all'università o, con i corsi tecnici, alle professioni.

Il B. affiancò inoltre il Rayneri e il Berti nella Società d'istruzione e d'educazione che esercitò in Piemonte una larga influenza sul rinnovamento scolastico dei primi anni '50. Mentre i primi due orientarono in prevalenza i loro interessi sul versante della scuola primaria, il filosofo torinese rivolse la propria attenzione soprattutto all'istruzione secondaria di cui è importante documento l'opuscolo Della istruzione pubblica in Piemonte (1857), nel quale ampliò le tesi esposte nello scritto del 1848.

Per conto del Consiglio superiore della P.I. nel 1865 stese una relazione sulle scuole secondarie, con proposte e suggerimenti poi ripresi e approfonditi in Questione urgente sull'istruzione classica (1874) e in alcune lettere al direttore del periodico scolastico l'«Istitutore» Antonio Fassini (1875). In specie negli ultimi scritti criticò vivacemente lo studio simultaneo di materie diverse, insistendo sull'utilità che i giovani si concentrassero intorno a pochi studi.

Il B. si occupò ripetutamente infine dell'educazione morale e religiosa dei giovani, questione posta all'interno di una più ampia riflessione di stampo razionalista, in linea con l'evoluzione complessiva del suo pensiero ormai distante dalle tesi giovanili, sui rapporti tra Chiesa e Stato (ved. soprattutto Il Vaticano e lo Stato, 1876).

Nel contrastare le posizioni di quanti nel mondo liberale erano contrari alla presenza della religione nella scuola, il B. sosteneva che non bisognava confondere le critiche al clericalismo e al confessionalismo con il valore dell'insegnamento cristiano quale base della vita morale. Egli pertanto auspicava che fosse lo Stato stesso a farsi carico dell'insegnamento religioso in tutti i tipi di scuola mediante docenti non religiosi, bensì laici e programmi di studio non ecclesiastici, ma predisposti dallo Stato. Il B. morì a Torino il 14 ottobre 1876.

[Giorgio Chiosso]

Fonti e bibliografia: C.M. Bertini, Per la riforma delle scuole medie. Scritti vari, Torino, Grato Scioldo, 1889.

DBI, vol. IX, pp. 544-546, EF (ed. Centro di studi filosofici di Gallarate, 1957), vol. II, p. 1230; MC, vol. I, pp. 166-169; PE, pp. 67-68.

C. Cantoni, G.M. Bertini, in «Filosofia delle scuole italiane», 1878, n. 2, pp. 224-240, n. 3, pp. 330-360 e 1879, n. 1, pp. 37-66; G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia. I platonici, Messina, Principato, 1917, pp. 139-214; P. Gobetti, Risorgimento senza eroi, Torino, Edizioni del Baretti, 1926, pp. 271-319; B. Vignoli Boldrini, Il pensiero pedagogico-politico di Giovanni Maria Bertini, in «Archivio della cultura italiana», 1940, n. 3, pp. 1-26; C. Mazzantini, Due filosofi spiritualisti piemontesi della seconda metà del sec. XIX: G. M. Bertini e G. Allievo, in «Archivio di filosofia», 1942, n. 1-2, pp. 17-42; R. Berardi, Scuola e politica nel Risorgimento. Istruzione del popolo dalle riforme carloalbertine alla legge Casati (1840-1859), Torino, Paravia, 1982, pp. 98-107, 136, 159, 172, 233 e 235; R. Viora, Il pensiero di Giovanni Maria Bertini, Cavallermaggiore, Centro stampa, 1998.