Bertinetti Giovanni

Professioni: Scrittore
Ambiti di produzione: Cinema, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Piemonte

Giovanni Bertinetti nacque a Torino il 22 febbraio 1872 da Giuseppe e Maria Martinetti. Della sua vita privata si sa poco: ebbe undici figli e abitò in una casa campestre in Borgaretto, borgata non lontana dal castello di Stupinigi (Torino). Personaggio eclettico e proteiforme, trasformista ma anche accorto metteur en scène di se stesso, il B. cominciò giovanissimo a scrivere su giornali e riviste e a frequentare l'ambiente letterario e artistico torinese.

Giornalista per la «Gazzetta del popolo», collaborò inoltre a periodici di caricatura e di satira («Il Birichin» e «Il Due di coppe»), divenendo poi direttore del giornale umoristico «Pasquino». In quegli anni entrò in contatto con personaggi come Giovanni Cena, Guido Gozzano, Massimo Bontempelli, Antonio Rubino e altri.

Nel 1901 fondò la rivista «Forum» (diretta fino al 1905), alla quale collaborarono numerosi giovani letterati torinesi, ma anche scrittori del calibro di Luigi Pirandello. Su «Forum» il B. si sbizzarrì in una girandola di pseudonimi anche stranieri. Molti dei suoi lavori principali di qui in poi comparvero firmati frequentemente con nomi fittizi: dall'amatissima e seguitissima Donna Clara, autrice di libri di cucina, economia domestica e belle maniere (ad esempio Dalla cucina al salotto, 1906), ai vari Marcus Alliston, Ettore Napione e zio Tom, fino al fantomatico scrittore americano Ellick Morn, il cui fortunatissimo Il mondo è tuo (1907), venne ininterrottamente ristampato fino agli anni '40.

In questo «manuale di arte del successo in tutte le manifestazioni della vita», lo scrittore torinese riversò il suo interesse (e la sua personale interpretazione) per la filosofia di Bergson e Blondel, segnate dal principio dello «slancio vitale» e incentrate sulla forza di volontà e sull'autosuggestione, unite alla forza fisica, tutte caratteristiche sia di molti personaggi dei suoi libri sia del suo stile di vita personale. A Il mondo è tuo seguì nel 1909 Sorgi e cammina, L'arte di rinnovare l'anima e il corpo, ispirato ai medesimi princìpi.

A lungo collaboratore dell'editore Lattes, il B. contribuì ad arricchirne il catalogo con testi di letteratura amena, con Le orecchie di Meo (1908), a cui seguì Il rotoplano 3 bis (1910), testi innovativi nel panorama della letteratura per l'infanzia italiana del tempo sia per il contenuto vagamente avveniristico sia per le illustrazioni di Attilio Mussino. La fortuna di Meo fu notevolissima, tanto da sollecitare il B. a dare un seguito con I pugni di Meo (1932), oltre a un numero consistente di testi inediti elaborati negli anni '40, incentrati sullo stesso personaggio, in seguito all'incontro dello scrittore nel 1945 con Andrea Viglongo.

Altri romanzi furono pubblicati presso l'editore Marietti (ancora Meo nei sette paesi delle Meraviglie, 1938 e Zozo: il furfantello trasformato in scimmiotto, 1936) e la torinese SEI (Il viaggio d'un balilla intorno al mondo, scritto a quattro mani con l'amico Carlo Dadone, 1931).

Il B. mostra un grande interesse per la scienza e le sue conquiste, che spesso fanno da sfondo alle vicende narrate o ne costituiscono il punto di partenza; per superare le impostazioni paradossali dei suoi romanzi pseudo-scientifici fa largo uso dell'umorismo in maniera disinvolta e originale come nel caso di Ipergenio il «disinventore» degli anni '30. Fu anche uno dei più prolifici continuatori dell'opera salgariana, specie sotto la firma di Omar Salgari o dello stesso Emilio Salgari, sia con opere di sua diretta e originale invenzione (ad esempio Emilio Salgari racconta ai bambini la storia di Mago Magon, 1938 o il successivo Le nuove mirabolanti avventure di Mago Magon più forte del leon, 1939, con le splendide illustrazioni di Piero Bernardini) sia con le numerosissime opere (almeno una quindicina) che ripresero personaggi e storie dei cicli salgariani.

Molto importante fu inoltre l'attività del B. nell'ambiente del primo cinema muto torinese: fu regista, direttore di case cinematografiche e prolifico soggettista per la Corona Film, la Latina Ars e la Pasquali, tutte case in cui Luciano Albertini, nome d'arte di Francesco Vespignani, aveva dato mostra delle sue eccezionali doti di attore e acrobata. Fu proprio l'Albertini infatti a dare il nome alla casa cinematografica fondata da Bertinetti nel 1919 per sfruttare in pieno le doti di un attore che incarnava il mito della forza e della volontà. L'avventura della nuova casa cinematografica Albertini Film durò soli tre anni, con la produzione di 21 film, quasi tutti di grande successo, da Sansone a I quattro moschettieri.

Al B. si devono infine numerose commedie dialettali e drammi teatrali, romanzi popolari divulgati a dispense e vaudeville (per la compagnia Casaleggio). Confermando la sua natura di lavoratore operoso, scrisse fino a pochi giorni prima della sua morte avvenuta a Borgaretto il 28 ottobre 1950.

[Pompeo Vagliani]

Fonti e bibliografia: documentazione sul B. è conservata presso l'archivio dell'editore Viglongo, Torino.

I. Domino, Scrittori del Piemonte, «All'Insegna del libro», 1938, pp. 71-83; A. Michieli, Della letteratura per l'infanzia e la fanciullezza, Padova, CEDAM, 1943, p. 118; G. Drovetti, Storia del teatro piemontese, Torino, Rattero, 1956, pp. 264-266; F. Pozzo, Giovanni Bertinetti autore di Meo e di tante altre cose..., in Almanacco Piemontese 1988, Torino, Viglongo, 1987; P. Vagliani, L'infanzia di ieri oltre il 2000, in «Le Culture della tecnica», 1994, pp. 123-132; F. Pozzo, Emilio Salgari e dintorni, Napoli, Liguori, 2000, pp. 253-262; C. Viola, I ribelli della Montagna, lettura di un apocrifo salgariano, in C. Cappelletti (ed.), Emilio Salgari. Tra sport e avventura, Torino, Viglongo, 2010.