Zini Zino

Professioni: Professore, traduttore, amministratore pubblico
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, filosofia, pedagogia, socialismo
Luoghi di attività: Toscana, Piemonte

Zino Zini, nacque a Firenze il 15 dicembre 1868 da buona famiglia modenese, nipote di Luigi Zini, senatore, storico e scrittore, nel 1848 segretario del governo provvisorio di Modena. Trascorse quasi interamente la sua vita a Torino dove, compiuti gli studi liceali, si laureò in Giurisprudenza (1891), Lettere (1893) e Filosofia (1898).

Brillante studioso, dimostrò ben presto un atteggiamento non indulgente verso le correnti filosofiche a lui coeve, dal neocriticismo al neoidealismo, al positivismo. Preferì seguire il proprio genio e gusto stilistico che andò raffinando nel corso degli anni, realizzando anche importanti scritti letterari (ne sono un esempio i saggi raccolti nel volume Poesia e verità del 1926). Fu particolarmente critico verso il positivismo di Spencer, lamentandone gli eccessi individualistici e la trascuratezza verso i fattori economici e le conseguenti manifestazioni sociali. In questa critica si poteva scorgere l'influenza di Marx e, nell'ambito torinese, degli studi che Cesare Lombroso andava conducendo in quegli stessi anni.

Proprio il vivo interessamento verso i problemi sociali fu fonte di ispirazione della prima opera dello Z., Proprietà individuale o collettiva? (1897). Alla linea tracciata nel saggio (alcuni motivi furono ripresi nel successivo Giustizia: storia di un'idea, 1907) si ispirò nel percorso politico che lo vide eletto nel 1906 consigliere socialista al comune di Torino (incarico tenuto fino al 1919). Fecero seguito la riflessione etica in La morale al bivio e Le due maschere dell'universo (entrambi del 1914): tra gli autori che più influenzano questo periodo emergono Schopenhauer (a cui più tardi dedicò un saggio) e Cohen, riscoperto assieme alla prospettiva neokantiana.

Questi scritti gli valsero la libera docenza in Filosofia (tenne corsi nell'ateneo torinese fino al 1934-1935) che affiancò alla sua attività di professore nei licei «Cavour» e «D'Azeglio» di Torino. In quest'ultimo fu collega di Augusto Monti a partire dal 1923. Nei corsi universitari incontrò come allievo Antonio Gramsci, con il quale collaborò sul periodico «L'Ordine nuovo» (lo Z. ne fu il redattore letterario nel primo dopoguerra, 1919-1920).

Dopo il 1922 l'attività del docente torinese si svolse principalmente nel campo letterario ed editoriale. Diresse il periodico «La Parola» (1924-1925) e curò (fino alla morte) la «Collezione di Filosofia e Pedagogia» presso la casa editrice Paravia, traducendo egli stesso opere classiche e arricchendole con introduzioni, note, appendici (di particolare rilievo la prefazione scritta da Z. a L'adolescenza di Gabriel Compayré).

Lo Z. morì a Pollone (Biella) il 3 agosto 1937, lasciando vivo il ricordo di educatore di razza in molti ex studenti del liceo «D'Azeglio» che lo ritrassero con cura di particolari in varie opere: da Renzo Gandolfo a Franco Antonicelli, da Norberto Bobbio ad Anna Bovero.

[Giorgio Primerano]

Fonti e bibliografia: Centro studi «P. Gobetti», Torino, carte Zini; ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Superiore, Liberi docenti, I versamento, I e II serie, b. 349.

MOI, vol. V, pp. 305-311; necrologio in «Rivista di filosofia», 1938, n. 4, pp. 1-11.

G. Bergami, Zino Zini tra liberalismo e socialismo, in «Il Ponte», 1972, pp. 1434-1453; Id., Zino Zini tra testimonianza intellettuale e impegno politico, in «Studi piemontesi», 1980, n. 1, pp.167-181.