Zanotti Bianco Umberto

Professioni: Educatore
Ambiti di produzione: Assistenza, educazione degli adulti, educazione infantile, educazione e istruzione popolare
Luoghi di attività: Grecia, Calabria, Sicilia, Italia

Umberto Zanotti Bianco nacque a La Canea (Creta, Grecia) il 22 gennaio 1889 da Gustavo, diplomatico, ed Enrichetta Tulin, di origine inglese. Giovanissimo entrò in relazione con Antonio Fogazzaro con cui stabilì un'intensa corrispondenza su tematiche religiose. Proprio lo scrittore veneto lo spinse a recarsi a Messina per portare aiuto alle persone terremotate (inizio 1909). Era uscito da appena un anno dal collegio «Carlo Alberto» di Moncalieri (Torino) dove era stato brillante allievo dei padri Barnabiti, legandosi in particolare al padre Giovanni Semeria, uno dei protagonisti dei fermenti modernisti di quegli anni. Da poco era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo torinese dove si sarebbe poi laureato.

L'esperienza dei soccorsi ai sinistrati, per quanto circoscritta nel tempo, ebbe una risonanza tale da orientare le scelte future del giovane Umberto. Nella tragica vicenda messinese ebbe occasione di incontrare Gaetano Salvemini, con cui avviò una lunga amicizia. Ritornò in Sicilia ancora nel 1914, in occasione del nuovo terremoto che aveva colpito Mascali, Giarre, Zafferana, Misterbianco. In compagnia di Tommaso Gallarati-Scotti organizzò, anche in questa circostanza, opere di assistenza, apprestò un valido contributo per la ricostruzione delle case coloniche e per il ripristino degli asili d'infanzia e delle scuole comunali gravemente danneggiate.

Pochi anni prima aveva concorso alla creazione dell'Associazione nazionale per gli interessi nel Mezzogiorno nella lotta contro l'analfabetismo (ANIMI, 1910-1928), insieme a Giovanni Malvezzi, Leopoldo Franchetti, Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini e Giovanni Bodio. All'interno delle iniziative di questo sodalizio promosse e gestì, spesso in prima persona, un'intensa attività che lo portò, d'intesa con Giuseppe Lombardo Radice, alla formazione di un vasto numero di maestri, per l'alfabetizzazione di adulti e bambini, e alla creazione di centinaia di asili, scuole elementari e biblioteche.

Volontario e ferito nella Grande guerra, lo Z.B. si adoperò a favore delle popolazioni oppresse con la rivista «La Voce dei popoli» e la collezione «Giovine Europa» da lui diretta con lo pseudonimo di Giorgio d'Acandia e compilò il volume sulla Questione polacca (1916).

Instancabile fu l'impegno profuso in varie direzioni: distribuì soccorsi in Russia in occasione di una grave carestia sul Volga (1922); creò il villaggio di Nor Arax (Bari) per i profughi armeni; fondò la «Collezione meridionale», pubblicandovi vari volumi sulla questione meridionale e su vari aspetti – economici, sociali, artistici – del Mezzogiorno (Il martirio della scuola in Calabria, 1925, esito di un'inchiesta condotta in quella regione; Inchiesta sulla Basilicata, 1926); più tardi Tra la perduta gente (1959). Nel 1923 aprì asili d'infanzia nell'entroterra etneo: Linguaglossa e Castiglione. A Palermo, sempre nello stesso anno, fornì alla prefettura, che l'aveva richiesta, una relazione sull'Opera pia degli asili rurali e urbani.

Avverso al regime fascista, nel 1924 restituì ai ministeri competenti le medaglie di benemerenza e i brevetti di guerra per protesta contro il delitto Matteotti. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali di Benedetto Croce (con cui, specie negli anni del fascismo, ebbe una stretta frequentazione) e cinque anni dopo aderì al movimento antifascista Alleanza nazionale, del quale fu attivista.

Costretto a limitare le sue attività filantropiche, coltivò vasti interessi per l'archeologia. Già nel 1920 con Paolo Orsi aveva promosso la società «Magna Grecia» allo scopo di sostenere gli scavi, ottenendo anche ottimi risultati in tale campo (scoprì, insieme a Paola Zancani Montuoro, l'Heraion di Posidonia, alla foce del fiume Sele).

Nonostante i vincoli posti dal regime fascista, proseguì l'azione svolta per la creazione di associazioni impegnate nella lotta contro l'analfabetismo e l'organizzazione delle biblioteche magistrali. Una di queste sorse a Palermo, ereditando, insieme al nome, i volumi della biblioteca G. Silvestri Amari; un'altra a Catania alla quale fu dato il nome di Pasquale Villari. Ma il fascismo non poteva tollerare un'attività autonoma come quella dell'ANIMI e finì per volerne la soppressione. Lo Z.B. lasciò ogni incarico e l'Associazione poté sopravvivere grazie al diretto interessamento della principessa Maria Josè (1928).

Nel 1935 aprì una casa per bambini a Ganzirri (Messina) e nello stesso anno prese le redini dell'«Archivio storico per la Calabria e la Lucania», fondato dall'Orsi nel 1931. Istituì a Roma la biblioteca «G. Fortunato» di studi meridionalistici. Nel 1941 finì al confino a causa del suo antifascismo.

Nel 1944, all'indomani della liberazione di Roma, fu nominato presidente della Croce rossa italiana, carica che ricoprì per 5 anni, dimettendosi per divergenze di vedute con il presidente del consiglio dei ministri, Alcide De Gasperi. Nel 1947 fu socio corrispondente dei Lincei, nel 1952 fu nominato senatore a vita.

Fu tra i promotori con Elena Croce (1955) e presidente dell'associazione «Italia nostra», per la tutela del patrimonio artistico e naturale. Nel 1954, essendo stato chiuso dalle autorità l'asilo creato da Danilo Dolci, a Trappeto (Palermo), fu lo stesso Z.B. a rilevarlo, a nome dell'ANIMI (di cui tornò ad occuparsi nel secondo dopoguerra, ricoprendo l'incarico di presidente dal 1951 al 1963), per non interrompere l'opera di assistenza a favore dei fanciulli. Lo Z.B. morì a Roma il 28 agosto 1963.

[Raffaele Tumino]

Fonti e bibliografia: Archivio storico dell'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, Roma, fondo Zanotti Bianco.

G. Agnello, Zanotti Bianco e la Sicilia, in «Archivio storico siracusano», 1963, pp. 121-128; «Rassegna storica salernitana», 1963-1964, pp. 172-173; M. Fusco, L'Associazione Nazionale per gli interessi nel Mezzogiorno nella lotta contro l'analfabetismo (1910-1928), in «Archivio storico per le Province napoletane», 1981 pp. 361-402; S. Zoppi, Umberto Zanotti Bianco. Patriota, educatore, meridionalista: il suo progetto ed il nostro tempo, Cosenza, Rubbettino, 2009.