Zanini Eligio

Professioni: Maestro
Ambiti di produzione: Cultura locale, politica scolastica
Luoghi di attività: Istria

Nato a Rovigno d'Istria il 30 settembre 1927 da famiglia di modeste condizioni, Eligio Zanini, dopo aver partecipato, giovanissimo, alla Resistenza nelle file partigiane, divenne maestro nel 1947 e nel biennio 1947-1948 fu referente per le scuole italiane presso il Dipartimento all'istruzione del Comitato popolare. In seguito all'espulsione della Jugoslavia dal Cominform, rimise la tessera al Partito comunista. Ne subì le conseguenze e nel gennaio del 1949 fu incarcerato nel lager di Goli Otok (Isola Calva). Liberato nel 1952, visse la difficile condizione di sorvegliato speciale e fu costretto a fare il magazziniere nel cantiere «Stella Rossa» di Pola.

Nel 1956, grazie ad alcuni intellettuali polesi, ottenne un posto di ragioniere nell'impresa commerciale «Siana» di Pola e solo nel 1959 gli fu permesso di tornare all'insegnamento, a Salvore, con il compito di riaprire la locale scuola italiana, chiusa per decisione politica nel 1953. Qui rimase cinque anni, durante i quali si dedicò con passione alla diffusione della cultura italiana, fondandovi il Circolo italiano di cultura.

Rientrato a Rovigno, lo Z. fu costretto nuovamente a trovare impiego al di fuori della scuola, salvo poi ottenere un posto di insegnante nella sede scolastica periferica di Valle d'Istria. Ripresi gli studi, si laureò in Pedagogia a Pola e trascorse numerosi anni di appassionato rapporto con l'insegnamento.

Ritiratosi infine a vita privata, si dedicò esclusivamente alle sue attività preferite: la poesia e la pesca. Membro dal 1970 dell'«Associazione degli scrittori della Croazia», si dimise nel 1990 quando questa assunse, assecondando il nascente nazionalismo croato, il nome di «Associazione degli scrittori croati». Oltre a un romanzo biografico, Matin Muma (1990), ha pubblicato numerose raccolte di poesie in dialetto. Nel romanzo si dimostra convinto assertore del pluralismo e della tolleranza d'idee, considerati fondamenta del vivere civile. Su questi princìpi deve basarsi anche la scuola, palestra di democrazia e rispetto dell'identità di ciascun alunno. L'azione educativa e didattica dovrebbe avvenire in forma ludica e in un'atmosfera di affettuosa allegria.

Da alcuni critici la sua opera viene accostata a quella di Biagio Marin, con la differenza che nel poeta di Grado il canto si fa introspezione lirica in una visione rasserenata della vita nell'abbraccio finale di Dio, mentre nello Z., anche il discorso più introspettivo e lirico cela l'amaro destino dei rovignesi: o stranieri nella loro città o profughi per il mondo senza il contatto ravvivante con la propria gente. Lo Z. morì il 1° luglio 1993, a Pola.

[Nevia Močinić]

Fonti e bibliografia: Istarska Enciklopedija, Zagreb, Leksikografski Zavod Miroslav Krleza, 2005, p. 900.

M. Malusà, Eligio Zanini. Un profilo, in «La Battana», 1993, n. 110, pp. 7-20; Omaggio a Ligio, ivi, pp. 21-45; S. Turconi, Fuori del folklore. La poesia di Eligio Zanini, ivi, pp. 101-116.