Agostinone Emidio

Professioni: Maestro, uomo politico
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, legislazione scolastica, politica scolastica, socialismo
Luoghi di attività: Abruzzo

Emidio Agostinone (anche nella forma Agostinoni) nacque a Montesilvano (Pescara) il 13 maggio 1879 da Antonio, ferroviere, e Giustina d'Isidoro. Nel 1898 con la famiglia si trasferì a Milano ove, già fornito di patente magistrale, esercitò la professione di maestro e diresse l'Associazione magistrale milanese nei primi anni del '900. Nel marzo 1911 fondò il periodico milanese «La Cultura popolare» (organo dell'Unione italiana dell'educazione popolare, SPES, n. 298), insieme a Ettore Fabietti e S. Carazzani. Svolse nel contempo un'intensa attività di pubblicista collaborando con varie testate (l'«Avanti», «La Difesa delle lavoratrici», «La Lombardia», «Corriere delle maestre» e «Critica sociale»).

Esponente del socialismo a partire dal 1904, l'A. militò dapprima nei gruppi riformisti e, in seguito, aderì al Partito socialista unitario, per il quale nel primo dopoguerra, fu eletto deputato per due legislature. Ricoprì incarichi direttivi nel Consorzio per le biblioteche popolari, nell'Unione per l'educazione popolare e nell'Istituto nazionale «Minerva» per film scolastici e di propaganda sociale.

Fu autore, con E. Giurati, della Storia della legislazione scolastica, subelementare, elementare e normale (1907), con la prefazione di Vittorio Emanuele Orlando. Nel 1910 pubblicò L'istruzione primaria e popolare in Italia. Le sorprese di un'inchiesta ufficiale a seguito della relazione ufficiale presentata da Camillo Corradini in quello stesso anno, testo che intendeva rappresentare «una specie di iniziazione e commento, una raccolta di notizie e considerazioni, una prudente diffusione di quei piccoli segreti capaci di donare colorito e rilievo alla ponderosa materia greve di considerazioni e irta di cifre».

Alcuni suoi articoli apparsi su «Critica sociale» (1924) criticarono severamente la riforma scolastica appena attuata del ministro Giovanni Gentile, riforma elaborata, secondo l'A., senza consultare le parti interessate, attuata senza la necessaria gradualità e la previa preparazione dei maestri, troppo centrata sugli studi classici a scapito di quelli scientifici. Gli articoli furono poi raccolti nel volume La più fascista delle riforme fascista. Il pensiero socialista sulla riforma regalataci dal filosofo del manganello, con prefazione di Filippo Turati (1925). L'A. – che dedicò anche alcuni scritti all'Abruzzo – morì nel paese di origine il 28 settembre 1933.

[Valeria Miceli]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Casellario politico centrale, b. 30. f. 131.

DBI, vol. I, pp. 492-493; MOI, vol. I, pp. 15-16; SPES, n. 298; R. Aurini, Dizionario bibliografico della Gente d'Abruzzo, Teramo, Andromeda, 2002, vol. I, pp. 79-86; E. di Carlo (ed.), Gente d'Abruzzo. Dizionario Biografico, Teramo, Andromeda, 2006, vol. I, pp. 75-78.

M. Mastropaolo, Attività magistrali, Napoli, Elpis, 1920, pp. 94-96; D. Bertoni Jovine, La scuola italiana dal 1870 ai giorni nostri, Roma, Editori Riuniti, 1958, p. 290; L. Ambrosoli, Libertà e religione nella riforma Gentile, Firenze, Vallecchi, 1980, pp. 176-180; T. Tomasi et al., Scuola e società nel socialismo riformista (1891-1926). Battaglie per l'istruzione popolare e dibattito sulla «questione femminile», Firenze, Sansoni, 1982, pp. 26, 33, 35, 37-38, 90-91 e passim; A. Barausse, L'Unione magistrale nazionale. Dalle origini al fascismo. 1901-1925, Brescia, La Scuola, 2002, pp. 33, 521, 536, 546-547 e 567.