Vago Giuseppe

Professioni: Sacerdote, professore
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, editoria scolastica, insegnamento libero, stampa scolastica
Luoghi di attività: Molise, Campania

Giuseppe Vago nacque a Frosolone (Isernia) il 24 dicembre 1829 da una famiglia benestante. Nel 1841 entrò nel seminario di Trivento, ma per i suoi meriti venne presto dispensato dall'obbligo della frequenza dal vescovo mons. Benedetto Terenzio. Sacerdote di sentimenti liberali d'impronta giobertiana, iniziò a insegnare presso l'istituto privato diretto da Florindo Battista. Arrestato nel 1853 per le sue simpatie politiche, stabilì il suo domicilio coatto a Napoli. Qui entrò in contatto con gli ambienti intellettuali filoliberali del capoluogo partenopeo e strinse rapporti, in particolare, con Lorenzo Zaccaro (1811-1882), Giacinto De Phampilis e Bruto Fabbricatore. In questo periodo – oltre a insegnare nell'istituto privato del De Pamphilis – avviò anche l'attività editoriale come autore di testi scolastici, destinata in seguito a diventare molto significativa.

Nel 1858 fu costretto a lasciare Napoli e tornò nel seminario di Trivento. Rientrato di lì a poco nel capoluogo campano e noto soprattutto per il saggio Della prosperità sociale e dei mezzi a conseguirla, apparso nel 1860, il V. non solo diede inizio alla fruttuosa collaborazione con la Stamperia dei classici italiani e con altri pubblicisti come Diodato Lioy, Giovanni Brombeis, Giuseppe Lazzaro e Pietro Sterbini, ma intraprese in proprio la rivista di orientamento conciliatorista «La Parola cattolica», che ebbe tuttavia breve vita.

Dopo aver ottenuto un primo incarico di Religione e Morale nella scuola normale maschile di Napoli, nel 1861, fu promosso titolare di Lettere italiane presso l'omologa scuola femminile, dove insegnò per tre anni. Dopo una breve esperienza al liceo «Vittorio Emanuele» di Napoli, diretto dall'amico Ippolito Amicarelli, decise nel 1863 di abbandonare l'insegnamento pubblico e di dedicarsi a quello privato, fondando insieme ad Annibale Chiarolanza (1824-1896), il liceo privato «L. Settembrini».

In questo periodo intensificò la sua fortunata produzione manualistica e si impegnò alacremente nell'ambito della pubblicistica didattico-educativa magistrale, collaborando a svariati fogli letterari e d'istruzione e animando a lungo «L'Amico delle scuole popolari» (SPES, n. 22), uno dei fogli più diffusi tra i maestri degli anni '60. Per sostenere lo sviluppo della difficile realtà scolastica locale e offrire alla nascente categoria magistrale napoletana validi strumenti di rinnovamento avviò, inoltre, la fondazione di una biblioteca magistrale. Nel 1865, poi, con Edoardo Fusco e Pietro Rossi, promosse a Napoli la costituzione della Società degli insegnanti della quale assunse la presidenza nel 1874.

Il V. ispirò la sua prospettiva pedagogica agli insegnamenti di Ferrante Aporti e Giovanni Antonio Rayneri, senza però omettere una forte critica contro il fenomeno della «piemontesizzazione» scolastica (denunciò in specie l'invasione dei «sillabaristi piemontesi»). La sua produzione pubblicistica e editoriale per le scuole si arricchì di nuovi titoli per l'insegnamento della storia sacra, della grammatica e della lettura, per l'educazione femminile e di manuali per gli insegnanti. Nel 1866 fondò e diresse il periodico educativo «L'Amico delle giovanette», rivolto alle giovani, seguito nel 1867 da «Il Bibliografo».

Tra gli anni '80 e '90 il V. dedicò le sue energie tanto all'insegnamento nell'istituto «L. Settembrini» quanto alla pubblicazione di ulteriori testi per le scuole. Grazie allo stretto rapporto con l'editore Morano (con cui collaborò a lungo), fu attivo fino a quando fu costretto a sospendere le pubblicazioni a seguito di una sentenza di condanna per plagio del tribunale di Napoli. Per sopperire alle difficoltà economiche, negli ultimi anni accettò di insegnare nelle scuole municipali di Napoli. Il V. morì a Napoli il 10 maggio 1904.

[Alberto Barausse]

Fonti e bibliografia: G. Vago, Le mie memorie, Napoli, Tip. G. Errico, 1900.

SPES, n. 22; B. Bertolini, R. Frattolillo, Molisani: milleuno profili e biografie, Campobasso, Enne, 1998, p. 360.

L. Mascilli Migliorini, Una famiglia di editori. I Morano e la cultura napoletana tra Otto e Novecento, Milano, Angeli, 1999, pp. 32, 42, 46, 49-50, 53-55 e passim; G. Chiosso (ed.), Il libro per la scuola tra Sette e Ottocento, Brescia, La Scuola, 2000, pp. 243 e 245.