Bencivenni Ildebrando

Professioni: Maestro, professore, direttore
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, editoria scolastica, letteratura per l'infanzia, pedagogia, stampa scolastica
Luoghi di attività: Marche, Lombardia

Ildebrando Bencivenni nacque a Mondolfo (Pesaro) il 21 maggio 1852. Fu maestro, poi professore di Pedagogia e quindi direttore di scuola normale in varie città (Urbino, Pisa, Palermo, Bologna, Verona, Messina, Nuoro). Tra gli anni '70 e la fine del secolo fu uno dei più popolari e fecondi divulgatori del verbo positivista, su posizioni vicine a quelle del pedagogista Pietro Siciliani, attraverso un'intensa attività pubblicistica e editoriale. Diresse numerosi giornali magistrali a partire dalla sua prima esperienza compiuta con «Il Maestro elementare italiano» (SPES, n. 674) cui fecero altre esperienze fino ad «Avanti, maestri!» apparso nel 1911 come quotidiano destinato agli insegnanti elementari (SPES, n. 79). Firmò spesso i suoi articoli con lo pseudonimo Iobi che impiegò a lungo anche sul «Giornale di Sicilia» nella longeva rubrica da lui curata «Giorno per giorno».

Fu inoltre autore di numerose opere di vario genere (questioni politico-scolastiche, libri di testo per le scuole elementari e per quelle normali, novelle e romanzi popolari, libri di storia, brevi studi di letteratura). Condivise con la moglie Anna anche interessi sul versante dei libri per bambini per i quali predispose anche apposito periodico «L'Educazione infantile» (SPES, n. 439), peraltro di breve durata.

Il B. fu spesso al centro di vivaci polemiche di cui si ha riscontro nei giornali scolastici dell'epoca e in appositi opuscoli (celebre quella del 1882 circa presunte irregolarità avvenute nella scuola normale di Treviglio). Rivendicò a sé il merito di combattere «la piccola e la grande burocrazia grassa, bighellona, arcigna» e di essere vittima di «inimicizie di gesuiti smessi, di liberali che apostatarono, di pedagogisti mestieranti che non sanno la pedagogia, d'ignoranti scornati, di camarille tocche ne' loro interessi, di Autorità gelose delle loro propine» (In mia difesa e in difesa della giustizia, 1882, pp. 48-49). Si batté con passione a favore dell'associazionismo magistrale, promosse una raccolta di firme di circa 15 mila maestri per rivendicarne il miglioramento delle condizioni di vita e professionali. Fiancheggiò la linea politica, talvolta in modo un po' strumentale, di vari ministri dell'Istruzione, in particolare di Guido Baccelli.

Alla base della riflessione sociale e politica del B. stava la convinzione che l'istruzione e l'educazione popolare fossero necessarie per prevenire piuttosto che risolvere il problema del conflitto sociale. Alla scuola il B. affidava il compito di realizzare l'educazione dei ceti popolari in modo da integrarli nella vita sociale ed economica del Paese senza contraccolpi politici. A tal fine era necessario che lo Stato provvedesse a ordinare un sistema scolastico che accogliesse i bambini dai 3 ai 12 anni mediante metodi didattici intuitivi e non solo ripetitivi (La scuola del XXI secolo, 1901). In vista di questo obiettivo era necessario poter contare su una classe di maestri preparati formati in una scuola normale simile per organizzazione e contenuti a una scuola di grado superiore che conciliasse la preparazione professionale con quella culturale (Il manuale completo del maestro elementare, 1880; La riforma dell'istruzione magistrale, 1906). Il B. morì a Como l'11 novembre 1923.

[Luisa Lombardi]

Fonti e bibliografia: EP, vol. I, cc. 1578-1579; PE, p. 61; SPES, nn. 59, 439 e 674.

A. Marcati, Ildebrando Bencivenni. Profilo, Torino, Tarizzo, 1879.