Ugoni Camillo

Professioni: Scrittore, traduttore
Ambiti di produzione: Educazione e istruzione popolare, letteratura italiana, politica scolastica
Luoghi di attività: Lombardia

Camillo Ugoni, fratello maggiore di Filippo, nacque a Brescia l'8 agosto 1784 da una famiglia di antica nobiltà. Rimasto orfano del padre ancora bambino, iniziò gli studi nel collegio dei padri Somaschi di Brescia che proseguì, dall'ottobre 1799, nel collegio dei Nobili, detto anche di S. Caterina, in Parma, retto dagli ex padri Gesuiti, dove compì la sua educazione letteraria e restò fino all'agosto 1806.

Rientrato a Brescia, Camillo trovò in città un centro di cultura vivo e vario che favorì l'arricchimento degli orizzonti letterari. Punto di riferimento fu l'Accademia di scienze, lettere, agricoltura e arti fondata nel 1802 (poi dal 28 aprile 1811 Ateneo bresciano) nella quale entrò come socio attivo il 15 gennaio 1807. La produzione del giovane letterato, esuberante e varia, si fece presto notare. Proprio il 1807, in seguito all'arrivo di Ugo Foscolo, fu un anno di svolta per l'evoluzione intellettuale dell'U., che costruì e mantenne negli anni un legame fraterno con il poeta esule. Su esortazione di Federico Borgno tradusse i Commentari di Cesare, che dedicò a Napoleone, del quale era acceso sostenitore e che, nel 1811, lo nominò barone.

L'U. proseguì, inoltre, il lavoro di ricostruzione biografica di Giovan Battista Corniani, che si consolidò nella prima parte dell'opera Della letteratura italiana nella seconda metà del sec. XVIII (1820). Gli orizzonti di Camillo frattanto si ampliarono con relazioni letterarie intrattenute con diversi ambienti intellettuali di città italiane e straniere. Nel 1818 fu nominato direttore del liceo e presidente dell'Ateneo.

Nell'estate del 1819 fece un viaggio in Svizzera con il fratello Filippo, l'amico Giovanni Arrivabene, Michele Chiaranda e altri. Durante il soggiorno i fratelli Ugoni si persuasero della validità del metodo di mutuo insegnamento ideato da Bell e Lancaster, già adottato anche in Lombardia da Giacinto Mompiani e Federico Confalonieri. Prima di partire l'U. si era già fatto portavoce dell'esigenza, sentita profondamente dai gruppi liberali di Brescia, di appoggiare le scuole fondate dal Mompiani per migliorare l'educazione popolare e, valendosi della sua autorità di presidente dell'Ateneo, aveva visitato le scuole del concittadino e aveva steso un rapporto in cui metteva in rilievo i notevoli vantaggi della nuova istituzione.

Ritornati in Italia, ricchi del bagaglio delle nuove esperienze svizzere e grazie all'aiuto del Confalonieri e del Mompiani, Giovanni Arrivabene e Filippo Ugoni fondarono rispettivamente a Mantova e a Pontevico una scuola di mutuo insegnamento. Camillo non partecipò direttamente all'organizzazione delle nuove istituzioni: ne appoggiò tuttavia la diffusione, s'interessò affinché anche gli ambienti veneti ne sentissero l'esigenza, cercò nuovi maestri che sviluppassero il metodo e seguì con entusiasmo e orgoglio i progressi delle scuole di Brescia. Si può supporre che egli temesse di esporsi con le autorità politiche, a causa della posizione di rilievo che ricopriva. Di lì a poco iniziarono i rapporti della polizia sulle scuole vicendevoli e comparvero le prime richieste di chiusura degli istituti di Mantova e Pontevico, perché considerati «pericolosi».

Il comune interesse per l'istruzione popolare rafforzò i rapporti con il cenacolo dei liberali milanesi raccolti intorno al Confalonieri e a Luigi Porro Lambertenghi. Non si può tuttavia parlare di una diretta e attiva collaborazione dell'U. al «Conciliatore»: ma, abbonato fin dal novembre 1818, ne condivise certamente gli indirizzi e ne appoggiò la diffusione in ambito bresciano e veneto. Il manifesto incoraggiamento professato dall'U. per le scuole mutue e per il «Conciliatore», gli stretti e frequenti rapporti con il gruppo degli intellettuali milanesi e la presenza al suo fianco del fratello, già politicamente compromesso e sorvegliato dal governo, vennero letti come chiari indizi di un suo orientamento liberale.

In realtà soltanto nel 1820-1821 egli partecipò alle vicende politiche del suo paese e aderì alla cospirazione lombarda, ma con un basso profilo, compromesso in misura maggiore di quello che effettivamente era a causa della vicinanza del fratello, capo attivo della congiura bresciana.

Il 29 aprile 1821 fu ordinata a carico dei due fratelli una perquisizione domiciliare, effettuata il 24 maggio: Filippo riuscì a fuggire e Camillo fu invitato a Milano dove fu interrogato ripetutamente sui rapporti con Pellico, Borsieri, Confalonieri e Nicolini e dovette dare spiegazioni sulle scuole mutue.

In seguito alla notizia dell'arresto di Mompiani all'inizio di aprile del 1822, l'U. insieme a Giovita Scalvini e Giovanni Arrivabene fuggì in Svizzera, quindi in Inghilterra e in Francia. All'estero, allontanatosi dagli interessi politici, si dedicò agli studi letterari con una serie di pregevoli studi. Nel 1838, a seguito di un'amnistia, poté tornare a Brescia, dove scrisse la seconda parte di Della letteratura italiana nella seconda metà del sec. XVIII (pubblicata postuma [1856-1857] dal fratello Filippo). L'U. morì a Pontevico di Brescia il 12 febbraio 1855.

[Elisa Mazzella]

Fonti e bibliografia: AS, Milano: Autografi, c. 157, f. 4; Processi politici, cc. 10, 29-31, 34, 38-42, 44-46, 48, 65, 91; Presidenza di governo, cc. 45, 67, 95, 103.; AS, Brescia, Delegazione provinciale-Istruzione (1815-1822), b. 4144; AS, Verona, fondo Del Bene; Archivio dell'Ateneo bresciano, Brescia, fondo Ugoni, faldone 5; Carteggio Ugoni, cc. 1-41; Biblioteca civica «A. Mai», Bergamo, Carteggio Ugoni, mss. 5/381-382; l'epistolario dell'U. è stato pubblicato da M. Petroboni Cancarini, Camillo Ugoni, letterato e patriota bresciano, Milano, SugarCo, 1974-1978, 4 voll.

F. Ugoni, Della vita e delle opere di Camillo Ugoni, in C. Ugoni, Della letteratura italiana nella seconda metà del sec. XVIII, Milano, Bernardoni, 1856-1857, 4 voll.; L. Seneci, Un letterato patriota bresciano della prima metà dellOttocento: Camillo Ugoni, Brescia, Tip. Figli di Maria, 1921; I cospiratori bresciani del '21 nel primo centenario dei loro processi, Brescia, Tip. Figli di Maria, 1924, pp. 369-552; P. Brotto, V. Mazzucchelli (edd.), Problemi scolastici ed educativi nella Lombardia del primo '800, Milano, SugarCo, 1977, vol. I, pp. 261, 263-264 e 271; I. Ciprandi, D. Giglio (edd.) Problemi scolastici ed educativi nella Lombardia del primo '800, Milano, SugarCo, 1978, vol. II, pp. 179-181; C. Pancera, Maestri e istruzione popolare in Lombardia nel periodo pre-unitario, in «I Problemi della pedagogia», 2000, n. 4-6, pp. 1-26.