Troilo Erminio

Professioni: Professore universitario
Ambiti di produzione: Filosofia, pedagogia
Luoghi di attività: Abruzzo, Veneto

Erminio Troilo nacque a Perano (Chieti) l'8 luglio 1874. Compiuti gli studi classici si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza della «Sapienza» di Roma, laureandosi l'11 dicembre 1897. Inizialmente lavorò presso il ministero del Tesoro, coltivando nel contempo gli studi filosofici.

Seguace di Roberto Ardigò, fondò e diresse, tra il 1895 e il 1899, «Il Pensiero moderno» e «Il Pensiero nuovo»; collaborò assiduamente alla «Rivista di filosofia e scienze affini» (1899-1908, SPES, n. 925) e diede alle stampe i suoi primi lavori (Il misticismo moderno, 1899 e La dottrina della conoscenza nei moderni precursori di Kant, 1904). L'affermazione del neoidealismo e del pragmatismo lo indusse ad accentuare la sua lettura razionalistica della lezione del filosofo mantovano (Necessità d'integrazioni del positivismo, 1908; Idee e ideali del positivismo, 1909; Il positivismo e i diritti dello spirito, 1912), avviando un progressivo distacco dalle tesi ardighiane che culminò nella critica alla teoria dell'indistinto, per il T. incapace di assicurare l'unità del reale, condotta in Il problema dell'unità dell'essere nella filosofia di Ardigò (1928).

Libero docente dal 1905, nel 1910 entrò nel comitato di redazione della «Rivista di filosofia», organo della Società filosofica italiana e sino al dicembre 1913 ne curò la pubblicazione assieme a Bernardino Varisco. Superato il concorso universitario, nel 1914 fu chiamato presso l'università di Palermo come straordinario di Storia della filosofia (ordinario dal 1918). A Palermo tenne anche, per incarico, il corso di Pedagogia (Riassunto delle lezioni di pedagogia, 1919). Nell'estate 1919 diresse il corso magistrale per le province redente di Riva del Garda di cui lasciò testimonianza in alcuni scritti (Relazione sul corso magistrale tenuto in Riva di Trento, 1919; Per la cultura magistrale. Discorsi e conferenze ai docenti trentini, 1921).

Nel 1920 si trasferì all'università di Padova sulla cattedra di Filosofia teoretica, ricoprendo svariati altri insegnamenti. Dal 1928 insegnò anche presso l'Istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Venezia.

Dalla metà degli anni '20 il T. iniziò a elaborare il suo «realismo assoluto» (Lo spirito della filosofia, 1925), che sviluppò e definì nel decennio successivo (da Realismo assoluto, 1931, alla Introduzione al realismo assoluto, 1939) e di cui avrebbe offerto l'esposizione più organica nel Corso di filosofia teoretica e morale (1946) e la sintesi più efficace in La mia prospettiva filosofica (1950). Nella definizione del suo punto di vista speculativo il T. si ispirò, oltre che a Parmenide e a Plotino, a Giordano Bruno e a Spinoza, ai quali dedicò assidui studi. La sua teoresi fu costantemente accompagnata da un'intensa attività storiografica che toccò vari autori (Figure e studi di storia della filosofia, 1918); Figure e dottrine di pensatori (1937-1941, 2 voll. e altri). Pubblicò con Mondadori un Sommario di storia della filosofia per le scuole medie (1929-1931).

Il «realismo assoluto» di T. «s'impernia sull'Essere, sull'Essere che tutto comprende, anche il pensiero», ma non lo risolve in sé. Il pensiero rappresenta il rivelarsi e il pronunciarsi a se stesso del mondo, dischiude la possibilità e il dover essere che costituiscono parte integrante dell'essere: la filosofia, interpretando la realtà, ne avvia e sollecita la trasformazione e si palesa in tal modo come una «pedagogia implicita». Per il T. filosofia e pedagogia «sono veramente una costruzione che non si finisce mai di costruire»: quella del processo dello spirito, individuale e sociale, che «eleva la vita verso i limiti supremi della conoscenza, della bellezza e della santità, e, dispiegandosi, crea la storia».

Assiduo collaboratore della «Rivista pedagogica» (SPES, n. 943), le consegnò le sue più significative riflessioni in questo ambito disciplinare (Filosofia e pedagogia, 1912; Considerazioni sullo spirito pedagogico della filosofia di Kant, 1924; Il problema filosofico della pedagogia, 1925).

Il T. lasciò l'insegnamento nel 1948. Tra i suoi allievi annoverò, fra gli altri, Mario Dal Pra, Giuseppe Flores d'Arcais, Ludovico Geymonat. Morì ultranovantenne a Padova il 19 dicembre 1968.

[Marco Antonio D'Arcangeli]

Fonti e bibliografia: la biblioteca del T. è conservata presso la Biblioteca del Dipartimento di Filosofia dell'Università degli studi di Padova.

ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Universitaria, Professori ordinari, 3° versamento (1940-1970), b. 464; Archivio storico dell'Università «La Sapienza», Roma, Personale docente, f. 3784; Archivio storico dell'Università di Padova, Professori di ruolo cessati, b. 49, f. 4.

EF (ed. Edipem, 1979), vol. VIII, p. 387 e (Bompiani, 2006), vol. XII, cc. 11788-11789; EP, vol. VI, cc. 12043-12045; SPES, nn. 925 e 943.

M.F. Sciacca, Il secolo XX, Milano, F.lli Bocca, 1947, vol. I, pp. 116-118 e vol. II, pp. 740-741 (bibliografia) e passim; E. Liguori, Studi sul positivismo pedagogico italiano, Milano, Viola, 1952, pp. XI, XXXI-XXXII e XLIX; E. Garin, Cronache di filosofia italiana 1900-1943 (con l'Appendice: 15 anni dopo, 1945-1960), Bari, Laterza, 1966, vol. I, pp. 95-99 e passim; A.M. Moschetti, Cercatori dell'assoluto. Maestri nell'ateneo padovano, Rimini, Maggioli, 1981, pp. 1-23; G. De Liguori, Materialismo inquieto. Vicende dello scientismo in Italia nell'età del positivismo 1868-1911, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 67, 73, 104, 115, 126, 151, 153 e 159; F. Cambi, L'educazione tra ragione e ideologia. Il fronte antidealistico della pedagogia italiana 1900-1940, Milano, Mursia, 1989, pp. 33, 40, 42, 54, 72-73 e 79; A. Santucci, Eredi del positivismo. Ricerche sulla filosofia italiana fra '800 e '900, Bologna, Il Mulino, 1996, pp. 22, 107, 218, 312, 317, 325-326, 329 e 335; M.A. D'Arcangeli, Luigi Credaro e la «Rivista Pedagogica» (1908-1939), Roma, Dip. di Ricerche Storico-Filosofiche e Pedagogiche, 2000, pp. 75-81 e passim; P. Ciaravolo (ed.), Filosofie «minoritarie» in Italia tra le due guerre, Roma, Aracne, 2006, pp. 61-86; M. Ferrari, Non solo idealismo: filosofi e filosofie in Italia tra Ottocento e Novecento, Firenze, Le Lettere, 2006, pp. 81, 93, 197, 258-260, 262-264, 268, 272 e 274-275.