Benaglio Giuseppe

Professioni: Sacerdote, educatore
Ambiti di produzione: Cultura religiosa e teologica, educazione femminile, educazione giovanile, educazione e istruzione popolare
Luoghi di attività: Lombardia

Nato a Bergamo il 22 novembre 1767, Giuseppe Benaglio fu il secondogenito di Antonio conte di Sanguineto e Caterina Ginammi, entrambi di nobile estrazione e appartenenti a famiglie note per la loro profonda fede religiosa. Giuseppe frequentò gli studi ginnasiali in parte nel collegio Mariano di Bergamo, in parte sotto la guida di don Carlo Stefanini di Alzano. Entrato nel locale seminario nel 1784 si distinse per particolari doti negli studi teologici, condotti sotto la direzione di don Lorenzo Mottini, tanto da essere chiamato, ancora suddiacono, a entrare nel capitolo della Cattedrale, di cui facevano parte padre Luigi Mozzi e mons. Marco Celio Passi, zio dei fratelli don Luca e Marco Passi. Nel 1790 fu ordinato sacerdote.

Nel 1795 il B. fu nominato direttore del ginnasio presso il seminario di Bergamo; dal 1799 insegnò Teologia nel seminario maggiore e fra i suoi primi discepoli si annovera anche Pietro Luigi Speranza, futuro vescovo di Bergamo. Fermo avversario del giansenismo, del febronianismo e del richerianismo e sorretto da una spiritualità di impronta ignaziana, organizzò corsi periodici di conferenze teologiche per sostenere le sue tesi, affermate con vigore anche in scritti, memorie e trattati (testimonianza della sua lotta al giansenismo si trova in particolare nel volume Dell'attrizione quasi materia e parte del Sacramento della Penitenza, pubblicato postumo nel 1846).

Nella sua proposta di una fede militante, il B. godette dell'appoggio del Collegio apostolico, unione costituita da dodici tra i migliori sacerdoti della diocesi, propugnata da madre Maria Antonia Grumelli e avviata nel 1776. In questa sede il B. svolse un ruolo primario, contribuendo alla stesura del regolamento e all'individuazione dei locali. Nel 1829 ne divenne il principale responsabile, ma quando nel 1832 il vescovo mons. Gritti-Morlacchi pose fine all'iniziativa ritenendola non opportuna per quel tempo, il sacerdote bergamasco accettò disciplinatamente tale decisione.

Al nome del B. sono altresì da ricondurre alcune significative iniziative educative. Nel 1803 istituì una Pia congregazione femminile per la formazione religiosa delle giovani allo scopo di sopperire al venir meno delle attività promosse dai conventi femminili, soppressi dalla legislazione napoleonica. Nel 1814, con il sostegno di mons. Marco Celio Passi, aprì una scuola serale di carità per ragazzi e giovani poveri presso il seminario vecchio di Bergamo con l'aggiunta di un oratorio festivo maschile mentre l'analogo femminile trovò invece collocazione in località Gromo di Bergamo alta. La scuola serale di carità si poneva in continuità con l'iniziativa avviata nel 1796 da padre Luigi Mozzi a Bergamo alta, dispersa dopo le soppressioni napoleoniche. Essa era parimenti finalizzata all'istruzione elementare, all'educazione cristiana, alla formazione professionale e all'assistenza di fanciulli e giovani poveri.

Nell'ultima parte della vita l'attività del B. in campo educativo si svolse in stretta sintonia con Teresa Eustochio Verzeri, sua discepola spirituale, con la quale intraprese varie esperienze. Tra queste rientrò in primo luogo una scuola gratuita per ragazze povere, aperta nel 1823 presso la sede dell'oratorio femminile festivo già citato. Si trattò del nucleo iniziale della futura congregazione religiosa delle Figlie del Sacro cuore di Gesù, chiamate a «spendersi per la salute delle anime» in campo educativo ed assistenziale, poi ufficialmente costituita l'8 febbraio 1831, festa di S. Girolamo Emiliani; Teresa Eustochio Verzeri ne fu la prima superiora.

Dopo aver dettato gli ultimi avvertimenti alle Figlie, il B. morì a Bergamo il 17 gennaio 1836. Pur autore di numerose opere, le lasciò tutte inedite. Oltre al trattato sulla Penitenza già ricordato e dato alle stampe per iniziativa di mons. Speranza e del fratello mons. Gaetano, i pensieri ascetici del B. furono raccolti dalla Verzeri nel Libro dei doveri (1844). Solo recentemente è stato pubblicato il volume Parole che non passano: dalle lettere dei fondatori dell'Istituto delle figlie del Sacro cuore di Gesù (2007).

[Evelina Scaglia]

Fonti e bibliografia: Archivio dell'Istituto delle figlie del Sacro cuore di Gesù, Bergamo, carte Benaglio.

DIP, vol. I, pp. 1193-1195.

A. Ghidini, Dell'origine della costituzione e dello spirito della Scuola serale di Carità per i giovani artisti della città alta in Bergamo, Milano, Willmant, 1848, pp. 79-82; A. Valsecchi, Teresa Eustochio nobile Verzeri e mons. Giuseppe conte Benaglio fondatori dell'Istituto delle figlie del Sacro cuore. Discorsi tre, Bergamo, Sonzogni, 1869; L. Dentella, Il conte canonico G. Benaglio e un secolo di storia ecclesiastica bergamasca, Bergamo, Secomandi, 1930; P. Merati, Nel primo centenario della morte del conte can. mons. Giuseppe Benaglio, Bergamo, Editrice S. Alessandro 1936; AA.VV., I preti del Sacro Cuore di Bergamo nel 50° della fondazione, Bergamo, Editrice S. Alessandro, 1959, pp. 220-221; L. Pazzaglia (ed.), Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e Unificazione, Brescia, La Scuola, 1994, pp. 86, 105, 109, 342, 356, 430-432, 435 e 722; R. Sani (ed.), Chiesa, educazione e società nella Lombardia del primo Ottocento, Milano, Centro Ambrosiano, 1996, pp. 80, 96-98, 112, 122, 125, 131, 135 e 159.