Thouar Pietro

Professioni: Educatore, direttore, scrittore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, educazione e istruzione popolare, letteratura per l'infanzia, stampa educativa e scolastica
Luoghi di attività: Toscana

Pietro Thouar nacque a Firenze il 23 ottobre 1809, nel quartiere di S. Maria Novella, unico figlio di Francesco, insegnante di lingue, e Zenobia Bensi. Scolaro indisciplinato, fu espulso dalla scuola e rinchiuso, su richiesta del padre, nell'istituto di correzione Pia casa di lavoro, comunemente noto come «Montedomini». Di questa esperienza durissima, che lo segnò profondamente, tenne conto nei suoi scritti e nel 1848, quando ottenne egli stesso la direzione dell'istituto, operò per trasformarlo in un luogo di accoglienza educativa.

Dopo qualche tempo, grazie all'intervento della madre, Pietro tornò in famiglia, ma i conflitti con il padre continuarono: questi l'avrebbe voluto contabile, mentre egli era attratto dalla scrittura e dalle arti. Il buon rapporto con la madre lo aiutò a trovare una soluzione di compromesso che gli consentì di restare in casa. Si impiegò infatti come correttore di bozze nella stamperia fiorentina di Vincenzo Batelli e poi, nel 1833, presso gli uffici del Gabinetto letterario di Giovan Pietro Vieusseux. Questi lo spronò agli studi e lo mise in contatto con personalità come Gino Capponi, Cosimo Ridolfi e soprattutto con Raffaello Lambruschini.

Queste vicende s'intrecciarono con sentimenti filo mazziniani (aderì alla Giovine Italia) e, in coerenza con questi, operò soprattutto nell'ambito dell'educazione popolare. A tal fine prese spunto dal diffuso lunario Sesto Caio Baccelli e dal 1833 diede alle stampe il Nipote di Sesto Caio Baccelli, dove invece dei numeri del lotto e delle profezie del tempo, introdusse stornelli, poesie, bozzetti, princìpi morali e notizie d'istituzioni utili (l'annuario durò poi fino al 1848). L'anno successivo, insieme a Giuseppe Bayer, animò il «Giornale dei fanciulli», pubblicazione che suscitò i sospetti della polizia politica.

Apprezzato dal Lambruschini, il T. iniziò quindi a collaborare con «La Guida dell'educatore» (1836-1845, SPES n. 549), affiancandolo con un'appendice di letture per i fanciulli, uno dei primi concreti esempi di scrittura italiana appositamente pensata per l'infanzia. In seguito fece uscire il «Giornaletto del popolo» con Mariano Cellini, direttore della stamperia Galileiana (nel 1850 la testata assunse il titolo di «Letture di famiglia-Giornaletto»).

Nel 1841 era stato frattanto assunto presso l'Ufficio centrale della sopraintendenza degli studi e in quello stesso anno sposò Luisa Crocchi, da cui non ebbe tuttavia figli. Nel 1845 fu pubblicata a Firenze, editore Vieusseux, la sua prima raccolta Racconti pei fanciulli e nel 1850 le Letture graduali cui fecero seguito un terzo volume con i Racconti pei giovinetti (1852), un quarto rivolto alla Gioventù, un quinto con i Racconti d'argomento storico e, infine, un sesto con vari romanzetti morali. Nel 1847 fondò, sempre con il Cellini, il «Giornaletto pei popolani: catechismo politico» (dal gennaio 1848 «Giornaletto o Catechismo politico pei popolani», poi «Letture politiche o giornaletto per il popolo»).

Nel dicembre 1848 fu chiamato alla direzione della Pia casa di lavoro, ma quando gli austriaci entrarono in Firenze ristabilendo l'ordine granducale, il T. venne allontanato dall'incarico e dovette lasciare anche l'Ufficio della sopraintendenza. Per campare si rifugiò nella produzione di testi educativi e didattici, trovando un redditizio editore nel libraio fiorentino Paggi nei cui cataloghi i libri scolastici del T. restarono a lungo, anche dopo la sua morte, in seguito rivisti da Pietro Dazzi.

Nel 1851, sulla scia del Nipote di Sesto Caio Baccelli, diede vita a un nuovo annuario, Mondo Nuovo. Nel 1859 salutò con gioia il nuovo corso politico. Provato fisicamente da una malattia, il T. morì a Firenze il 1° giugno 1861 a soli 51 anni. Poco prima era stato nominato direttore della scuola magistrale maschile di Firenze. Giosuè Carducci in una lirica raccolta in Levia Gravia, In morte di Pietro Thouar (giugno 1861), lo salutò «Umano de gli anni nuovi educatore» offrendo il ritratto di una persona salda negli ideali, capace di guardare con fiducia all'umanità.

[Alessandra Avanzini]

Fonti e bibliografia: EBU, vol. XIX, p. 48; EP, vol. VI, cc. 118979-118981; PE, p. 415; SPES n. 549; necrologio in «L'Istitutore», 1861, n. 24, pp. 372-375.

P. Alterocca, Pietro Thouar, educatore e artista, Fabriano, Stab. tip. Gentile, 1894; V. Selbmann, Pietro Thouar educatore, Roma, Tip. Italo-irlandese, 1914; G. Fanciulli, E. Monaci, La letteratura per l'infanzia, Torino, SEI, 1946, pp. 177-188; I. Marchetti, Pietro Thouar, in «Il Centro», 1960, n. 4, pp. 131-146; M. Valeri, E. Monaci, Storia della letteratura per i fanciulli, Bologna, Malipiero, 1961, pp. 103-107; A. Carrannante, Pietro Thouar (1809-1861) tra politica e pedagogia, in «I Problemi della pedagogia», 1990, n. 4-5, pp. 417-427; P. Boero, C. De Luca, La letteratura per l'infanzia, Roma-Bari, Laterza, 1995, pp. 8-10; A. Gaudio, Educazione e scuola nella Toscana dell'Ottocento. Dalla Restaurazione alla caduta della destra, Brescia, La Scuola, 2001, pp. 68, 153, 157, 222-225, 258, 265 e 293; C.I. Salviati (ed.), Paggi e Bemporad editori per la scuola. Libri per leggere, scrivere e far di conto, Firenze, Giunti, 2007, pp. 14, 24, 37, 83, 87 e passim.