Tarra Giulio

Professioni: Sacerdote, educatore, direttore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, pedagogia speciale
Luoghi di attività: Lombardia

Giulio Tarra nacque a Milano il 25 aprile 1832. Proveniente da una famiglia borghese, Giulio compì i primi studi presso i Barnabiti di Milano e, poi, entrò nel seminario arcivescovile di S. Pietro. Messosi in luce per le sue vivaci doti intellettuali e per la vigorosa ansia pastorale, ancor prima di completare gli studi ecclesiastici, fu chiamato nel novembre 1853 dal conte Paolo Taverna a dirigere il neonato Pio istituto dei sordomuti poveri di campagna di Milano.

Tra il 1853 e il 1855, anno in cui fu ordinato sacerdote, il T. si dedicò con passione all'analisi delle tematiche proprie dell'educazione dei sordomuti, apprese il metodo mimico e conseguì l'abilitazione all'insegnamento speciale presso il R. Istituto sordomuti di Milano. In seguito, come rettore del Pio istituto sordomuti poveri di campagna, compì alcuni viaggi di studio presso istituzioni speciali italiane e straniere, approfondì la conoscenza delle principali correnti della pedagogia emendatrice e de metodi d'insegnamento in uso nei più rinomati stabilimenti per i sordomuti d'Europa, stabilì contatti epistolari con numerosi istitutori speciali della penisola, primo fra tutti il padre Tommaso Pendola, con il quale collaborò attivamente e si legò in una profonda amicizia.

Nell'arco di poco più di un ventennio, sotto la sua guida, il Pio istituto dei sordomuti poveri di campagna di Milano crebbe costantemente, accogliendo un numero sempre maggiore di convittori e, soprattutto, acquistò fama di istituzione di avanguardia, stante la sua apertura alle principali innovazioni didattiche e metodologiche e stante la scelta del T. di puntare sul miglioramento continuo del corpo docente, su una didattica d'avanguardia e sulla creazione di una rete di officine e di laboratori professionali in grado di favorire l'avviamento al lavoro artigiano degli alunni e convittori più grandi.

Già a partire dai primi anni '70, in collaborazione con il sacerdote comasco Serafino Balestra e con il Pendola, don T. divenne uno dei più impegnati e autorevoli sostenitori, in Italia, dell'abbandono della mimica e dei sistemi d'insegnamento tradizionali e dell'introduzione in via esclusiva del metodo orale nell'insegnamento ai sordomuti. Egli, dunque, introdusse tale innovazione nell'istituto milanese ben prima del 1880, allorché il congresso internazionale degli istitutori dei sordomuti di Milano deliberò che il metodo orale puro dovesse essere accolto e praticato in tutti gli istituti speciali in luogo della mimica e della dattilologia.

In uno scritto edito a Milano proprio nel 1880, e destinato a fungere da punto di riferimento per tanti educatori speciali della penisola, Cenni storici e compendiosa esposizione del metodo seguito per l'educazione dei sordomuti, il T. riassunse l'esperienza condotta da lui stesso e dai suoi collaboratori presso il Pio istituto ed enucleò gli elementi essenziali del suo metodo, ch'egli stesso definì «intuitivo, pratico e razionale».

Il nome del T. è inoltre legato a una significativa e fortunata editoria educativa e per la scuola con libri di lettura, raccolte di novelle e racconti per fanciulli e ragazzi. Pensati e scritti essenzialmente per essere impiegati nelle classi elementari speciali per i sordomuti, essi riscossero un notevole successo anche fuori del circuito dell'istruzione speciale, figurando assai presto non solamente tra i più adottati nelle scuole elementari dell'Italia centro-settentrionale, ma anche tra le «letture educative» destinate a circolare anche al di fuori del canale scolastico, soprattutto in ambito familiare.

Basterebbe qui far riferimento a testi quali: Il libro del bambino (1861), Letture graduate al fanciullo italiano (3 voll., 1862), Buoni esempi narrati ai fanciulli (1871), Dialoghi familiari e scenici per i fanciulli italiani (1876), Serate liete. Novelle e poesie dilettevoli educative ad uso dei giovinetti d'ambo i sessi (1885), Racconti di una madre ai suoi figli (1887) e altri ancora, tutti con numerose edizioni, presenti nelle aule scolastiche e nelle bibliotechine familiari talora fino agli inizi del '900.

Scritte con un linguaggio piano e caratterizzate da diversi livelli di complessità, a seconda dell'età dei piccoli lettori, le Letture del T. si caratterizzano per la notevole varietà dei generi e dei filoni tematici, nonché per l'impianto ideologico fortemente improntato ai principi del cattolicesimo moderato e agli ideali nazionali e patriottici della Destra storica: princìpi e valori dei quali il T. fu uno degli scrittori per la scuola e per l'infanzia più rappresentativi e apprezzati. Il T. morì a Cagliari il 13 giugno 1889.

[Roberto Sani]

Fonti e bibliografia: documentazione sul T. è conservata presso l'Archivio Pio istituto sordomuti poveri di Milano e l'Archivio delle Canossiane, Milano.

EP, vol. VI, cc. 11679-11684; PE, p. 410.

C. Perini, L'abate Giulio Tarra, Milano, Tip. G.B. Messaggi, 1889; F. Mangioni, L'evoluzione storica della pedagogia emendatrice in Italia, Firenze, Tip. Romulea, 1899, pp. 76-89; G. Ferreri, Disegno storico dell'educazione dei sordomuti, Milano, Editrice società libraria, 1917, vol. II, pp. 190-210; G. Broggi, L'Istituto dei sordomuti poveri di Milano dal Tarra al Casanova (1853-1911), in «Memorie storiche della Diocesi di Milano», 1959, n. 1, pp. 86-122; P. Boero, C. De Luca, La letteratura per l'infanzia, Roma-Bari, Laterza, 1995, pp. 14-22; R. Sani (ed.), L'educazione dei sordomuti nell'Italia dell'800. Istituzioni, metodi, proposte formative, Torino, SEI, 2008, pp. 251-292 e passim.