Taparelli D'Azeglio Roberto

Professioni: Benefattore
Ambiti di produzione: Assistenza, educazione femminile, educazione infantile, educazione popolare, pedagogia
Luoghi di attività: Piemonte

Roberto Taparelli dei marchesi D'Azeglio nacque a Torino il 24 settembre 1790, figlio di Cesare e Cristina Morozzo di Bianzé, fratello maggiore di Massimo e Prospero-Luigi. Sposato dal 1814 con Costanza Alfieri, manifestò più di una simpatia per i moti liberali piemontesi del 1821 e dovette lasciare temporaneamente Torino, trasferendosi prima in Svizzera e poi in Francia.

Nel 1826 fece ritorno nella capitale sabauda ed entrò nell'entourage del futuro sovrano Carlo Alberto che, poco dopo l'ascesa al trono (1831), oltre a tenerlo come fidato consigliere, gli affidò l'incarico di provvedere alle opere d'arte conservate nei palazzi reali e di aprire una pinacoteca (l'attuale Galleria Sabauda) che doveva far apparire i reali di Casa Savoia come grandi fautori e mecenati dell'arte italiana. L'attività museale fu affiancata da numerose pubblicazioni storico artistiche. In particolare nel 1836 il T. cominciò a pubblicare una grande opera destinata a illustrare i capolavori conservati nella Galleria.

Accanto a questi importanti incarichi animò, insieme alla moglie Costanza, un'intensa attività benefica con un occhio di riguardo per le questioni educative. In particolare i due coniugi rivolsero la loro attenzione alle precarie condizioni di vita del Borgo Po, un nuovo insediamento urbano che si andava costituendo al di là del fiume che attraversa Torino, individuando nell'istruzione un efficace strumento per combattere la miseria materiale e morale.

Nel 1835 qui il T. aprì una scuola femminile, inizialmente affidata alle suore di S. Giuseppe, di cui fu finanziatore, amministratore e direttore. Il 3 febbraio 1836 indirizzò a Carlo Alberto un'ampia memoria con un progetto che prevedeva per il Borgo Po una serie di iniziative a favore dell'infanzia (apertura di un asilo infantile) e delle fanciulle (una Scuola di lavoro, un oratorio e un pensionato), progetto che si andò compiendo tra il 1840 e il 1843 proprio secondo quanto esposto.

Gli interessi educativi del nobiluomo torinese si manifestarono inoltre nel suo attivo impegno nella Società delle scuole infantili avviata tra il 1838 e il 1839, nella partecipazione alla scuola di metodo tenuta da Ferrante Aporti nel 1844 a Torino e nel sostegno alla costituzione della Società per il patrocinio dei giovani detenuti liberati dal carcere minorile (1846).

Il T. non fu solo un illuminato benefattore, ma anche un discreto cultore di pedagogia come è documentato dai testi conservati nella biblioteca di famiglia: il Manuale dell'Aporti e quello di Vitale Rosi, i testi del pedagogista padre Grégoire Girard (che volle personalmente conoscere durante un viaggio in Svizzera) e di madame Necker de Saussure, numerosi saggi sulla situazione della scuola in Francia, Germania, Olanda e Belgio, molti scritti sugli asili infantili, compreso il manuale del Cochin.

Il biennio 1847-1848 segnò il culmine dell'attività pubblica del T. Sostenitore dei gruppi liberali più moderati e vicini a Carlo Alberto, si adoperò per ottenere l'emancipazione degli ebrei e dei valdesi e si schierò contro il potere temporale dei papi (nel 1855 tuttavia contrastò il progetto Rattazzi sulla soppressione degli ordini religiosi e la vendita dei loro beni).

Contemporaneamente all'attività politica il T. continuò l'opera di diffusione della cultura tra i fanciulli e i giovani delle classi meno abbienti, propugnando lo sviluppo delle scuole serali e festive e sostenendo varie iniziative a favore degli operai. Nell'ultima fase della sua attività benefica, secondo i suoi biografi, non sarebbe più stato mosso, tuttavia, da quell'ottimistica fiducia nel progresso che lo animava prima del 1848, bensì da intenti che, pur rimanendo profondamente umanitari, tradirebbero una certa preoccupazione conservatrice.

Trascorsi gli ultimi anni della sua esistenza impegnato nelle opere di beneficenza e negli amati studi di storia dell'arte, il T. morì a Torino il 23 dicembre 1862.

[Giorgio Chiosso]

Fonti e bibliografia: Souvenirs historiques de la marquise Constance d'Azeglio née Alfieri tirés de sa correspondance avec son fils Emmanuel avec l'addition de quelques lettres de son mari le marquis Robert d'Azeglio de 1835 a 1861, Torino, Bocca, 1884.

DBI, vol. IV, pp. 753-757; M. Rosi, Dizionario del Risorgimento Nazionale, Milano, F. Vallardi, 1937, vol. IV, p. 395.

G. Briano, Roberto D'Azeglio, Torino, Unione tipografico editrice, 1861; G. Quattrino, Roberto D'Azeglio. Cenni biografici, Torino, Silvestrello e Cappelletto, 1912; N. Nada, Roberto D'Azeglio. 1790-1846, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1965; G. Chiosso, Educare e istruire il popolo a Torino nel primo Ottocento, in L. Pazzaglia (ed.), Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e Unificazione, Brescia, La Scuola, 1994, pp. 24, 222-231, 237 e 278.