Sturzo Luigi

Professioni: Sacerdote, amministratore pubblico, uomo politico
Ambiti di produzione: Libertà di insegnamento, movimento cattolico, politica scolastica
Luoghi di attività: Sicilia, Italia

Luigi Sturzo nacque a Caltagirone (Catania) il 26 novembre 1871 e va annoverato tra i principali protagonisti della storia politica italiana del '900. Fondatore e primo segretario nel 1919 del Partito popolare italiano, fu uomo di grandi visioni politiche e di solide convinzioni morali, capace di dettare attraverso la sua testimonianza di cristiano militante un'alta lezione civile. Di fronte alle profonde crisi dei suoi tempi, percepì il senso di novità con cui il mondo cattolico era chiamato ad affrontare anche le questioni dell'educazione e della scuola e cercò di affermare, oltre che il diritto, anche il bisogno e il dovere di una presenza attiva da parte dei cattolici in campo educativo.

Il suo contributo alla discussione dei problemi educativi e scolastici si può raccogliere in quattro momenti, corrispondenti ad altrettante fasi della sua complessa vicenda biografica.

Il primo periodo, che abbracciò i decenni di passaggio tra i due secoli, si connotò per l'adesione allo spirito dell'intransigentismo cattolico. Lo S. si schierò su posizioni avverse rispetto all'iniziativa liberale, minata a suo avviso dal laicismo e da infiltrazioni massoniche, nelle istituzioni pubbliche, nella società civile come nel campo dell'educazione e della scuola. La ricezione dell'appello leonino a «uscire dalle sagrestie» si tradusse in questa prima fase in una linea di netto antagonismo rispetto all'opera percepita di scristianizzazione della società. La sua iniziativa, sociale ed educativa, si mosse perciò in campo aperto contro la scuola statale e il suo indirizzo illuminista-razionalista, operando per un'energica opera di formazione cattolica della gioventù.

Avvicinare i giovani alla parola evangelica, promuovere l'apostolato cattolico, aprire scuole di catechismo, istituire biblioteche circolanti di natura cattolica, diffondere la lettura religiosa e la «buona stampa» furono le prime iniziative educative promosse dallo S., affiancate dalla fondazione a Caltagirone del circolo giovanile dedicato a S. Filippo Neri (1895) e del giornale «La Croce di Costantino» (1897).

La seconda fase coincise con il periodo di preparazione di una nuova iniziativa democratico-cristiana conseguente all'inizio del secolo all'allentamento del non expedit e, allo stesso tempo, alla battaglia antimodernista, fase magmatica culminata negli anni giolittiani con l'ingresso dei cattolici italiani nella vita politica. Dal 1905 al 1919 l'impegno politico dello S. maturò attraverso la prolungata esperienza di governo locale (fu sindaco nella sua città natale) e la presenza nella diverse organizzazioni rappresentative del movimento sociale cattolico.

A livello municipale, lo S. realizzò significative iniziative educative come l'apertura delle scuole popolari serali e festive per adulti; l'istituzione delle scuole rurali ambulanti per la diffusione dell'alfabetizzazione nelle frazioni agricole; la creazione di una «mutua scolastica» per la solidarietà ai fanciulli bisognosi; la fondazione di una scuola d'arte e mestieri per la lavorazione della ceramica; l'istituzione di una «scuola all'aperto» nel giardino pubblico comunale.

A livello nazionale operò in varie direzioni, in particolare sul fronte dell'associazionismo magistrale (il sodalizio «N. Tommaseo») e come animatore delle posizioni cattoliche in occasione della legge Daneo-Credaro (1911).

In questa circostanza lo S., pur ritenendo necessaria la maggiore disponibilità di risorse finanziarie da parte dello Stato, espresse tuttavia anche le ragioni avverse al processo di centralizzazione della scuola primaria e popolare, prendendo posizione a favore di una scuola realmente libera e autonoma. La posizione sturziana denunciava nella tendenza statalista uno dei vizi peggiori della politica: ovvero la propensione a regolamentare sistematicamente gli atti della vita collettiva, togliendo spazio al libero fluire ed organizzarsi della società civile secondo un movimento spontaneo d'interessi e bisogni.

Fermamente salda sul riconoscimento di tale principio, la tesi politica del sacerdote siciliano affermò il bisogno di riconoscere il principio di libertà d'insegnamento, uno dei nuclei fondanti intorno al quale si costituì nel 1919 il Partito popolare. Per tutto il periodo che accompagnò la crisi dell'età liberale, l'avvento drammatico del fascismo e il conseguente esilio forzato dello S. (1924-1946), egli non si stancò mai di affermare il valore irrinunciabile della libertà: principio cardine intorno a cui si regge l'idea di civiltà umana, e quindi valore strutturante ab imis l'idea di educazione e di scuola.

Allo stesso modo non si stancò mai di denunciare l'incompatibilità fra formazione dell'uomo, fede cattolica e ogni minimo tentativo di espropriazione degli strumenti, dei valori e dei fini dell'educazione da parte di ideologie di carattere nazionalista e di sistemi di governo totalitario.

Nell'ultima fase della sua vita, dal ritorno dall'esilio fino alla scomparsa, egli ebbe ancora modo con la sua parola autorevole di sostenere il principio della libertà dell'educazione nelle delicate fasi di avvio dell'Italia Repubblicana, sostenendo e apprezzando anche il fine sociale e democratico divulgato dalla pedagogia americana, ma epurandolo dal suo impianto naturalista e riportandolo al valore integro della spiritualità della persona predicato dalla tradizione cattolica.

Se l'educazione può considerarsi anche come processo corrispondente all'armonizzazione del Sé nella vita sociale, tale processo, secondo lo S,, non può mancare di comprendere quella dimensione tipicamente religiosa che configura la formazione integrale dalla persona, nel rispetto di una concezione umanistica pienamente esaltata dalla dottrina e dalla cultura affermati dal cattolicesimo. Lo S. morì a Roma l'8 agosto 1859.

[Letterio Todaro]

Fonti e bibliografia: le carte dello S. sono conservate nell'omonimo istituto, Roma, curatore dell'opera omnia sturziana; G. Cassiani et al., Bibliografia degli scritti di e su Luigi Sturzo, Roma, Gangemi, 2001.

DSMCI, vol. II, pp. 615-624; EP, vol. VI, cc. 11572-11576.

F. Malgeri, F. Piva, Vita di Luigi Sturzo, Roma, Cinque Lune, 1972; Luigi Sturzo nella storia d'Italia, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2 voll., 1974; G. De Rosa, Sturzo, Torino, UTET, 1977; F.V. Lombardi, Educazione e politica nell'attività politica e nel pensiero sociologico di L. Sturzo, in «Orientamenti pedagogici», 1981, n. 6, pp. 1006-1025; M. Pennini, Fede e impegno politico in Luigi Sturzo, Roma, Città nuova editrice, 1982; F.V. Lombardi, Educazione e politica scolastica nell'attività politica di Luigi Sturzo, in «Studi di storia dell'educazione», 1983, n. 4, pp. 3-27; Id., Luigi Sturzo e la Riforma Gentile, in «Ricerche pedagogiche», 1984, n. 70, pp. 21-30; R. Gruccione, Scuola e libertà d'insegnamento nel pensiero politico e sociale di Luigi Sturzo, Palermo, Libero seminario sturziano, 1985; L. Pazzaglia, Consensi e riserve nei giudizi dei cattolici sulla riforma Gentile (1922-1924), in Opposizioni alla riforma Gentile, Quaderni del Centro studi «C. Trabucco», 1985, n. 7, pp. 88-97.