Stefanini Luigi

Professioni: Professore, professore universitario
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, filosofia, movimento cattolico, pedagogia
Luoghi di attività: Veneto, Italia

Luigi Stefanini nacque a Treviso il 3 novembre 1891. Compì gli studi superiori a Padova, laureandosi in Filosofia con una tesi su L'action di Blondel, di cui fu relatore Antonio Aliotta. Partecipò alla Grande guerra e fu tra i principali esponenti del movimento cattolico trevigiano e veneto.

Iniziata l'attività di insegnamento in vari licei, conseguì la libera docenza e nel 1931 ricevette l'incarico per l'insegnamento di Pedagogia presso l'ateneo patavino, posto resosi disponibile per la scomparsa di Giovanni Marchesini. Nel 1936, superato il relativo concorso, ottenne la cattedra di Filosofia teoretica all'università di Messina, ma, nell'anno successivo, ritornò a Padova per assumere la titolarità della cattedra di Pedagogia. Passato nel 1940 a quella di Storia della filosofia, ricoprì in seguito gli incarichi di Pedagogia presso l'istituto universitario di Ca' Foscari a Venezia e di Estetica a Padova. Quest'ultimo insegnamento rappresentava il coronamento di un particolare interesse che lo S. aveva sempre coltivato, come documentano numerosi saggi e, più tardi, la fondazione della «Rivista di estetica» (1955).

Dopo aver superato alcune gravi difficoltà personali e professionali, diede un contributo di primo piano nell'opera di ricostruzione dell'Italia repubblicana, attraverso una significativa presenza nel dibattito culturale e in molteplici iniziative di promozione filosofica, pedagogica e scolastica. Fu tra i principali artefici della costituzione del Centro di studi filosofici di Gallarate e del Centro di studi pedagogici fra docenti universitari cristiani «Scholé». Contribuì pure alla rinascita dell'Associazione pedagogica italiana e alla ripresa della Società filosofica italiana.

Lo studioso veneto si dedicò anche al mondo della scuola: dopo aver seguito i lavori della commissione nazionale di inchiesta voluta dal ministro della P.I. Guido Gonella (1947-1949), fece parte della Consulta didattica nazionale, incaricata nel 1951 di formulare una organica proposta di nuovi programmi scolastici. Nello stesso periodo, assunse la presidenza del Centro didattico nazionale per la scuola secondaria, incarico che mantenne fino alla prematura scomparsa.

Oltre ad essere riconosciuto come una delle voci più autorevoli del pensiero filosofico di ispirazione cristiana del secondo dopoguerra, lo S. è ricordato come l'esponente più significativo del movimento personalistico italiano, posizione teoretica cui approdò dopo un lungo e complesso itinerario. La sua riflessione pedagogica, sicuramente limitata quanto a numero di pubblicazioni, appare comunque assai significativa: egli la interpretava infatti come una sorta di «verifica» o di «banco di prova» di teorie o di ideali.

La parabola della sua ricerca può essere articolata in tre fasi (o in «tre formule»): la fase dell'Idealismo cristiano (fra gli anni '20 e '30); quella dello Spiritualismo cristiano (fra gli anni '30 e i primi anni '40) e, infine, la fase del Personalismo, a partire dalla fine degli anni '40.

L'opera Idealismo cristiano (1930) può ben sintetizzare la prima tappa del suo percorso speculativo: pur risentendo del pensiero gentiliano, allora egemone, lo S. stabiliva una chiara distinzione fra la prospettiva trascendentistica del Cristianesimo e quella immanentistica dell'attualismo, posizione che non gli risparmiò le critiche da parte di esponenti di entrambi gli schieramenti. Questa analisi era confermata anche in ambito pedagogico: nel saggio Il rapporto educativo (1932) egli rifiutava ogni tentativo di annullare nel processo dello Spirito le singole personalità empiriche coinvolte nella relazione formativa e operava una netta apertura ai contributi delle varie scienze umane, a cominciare dalla psicologia.

L'attenzione rivolta agli aspetti empirici del processo educativo era confermato nel saggio Mens cordis. Giudizio sull'attivismo moderno (1933), in cui l'apprezzamento per la carica innovativa del movimento era temperato dalla denuncia di una visione antropologico-pedagogica giudicata riduttiva. Con tempestività egli tracciò (primo in Italia) anche una lucida valutazione dell'esistenzialismo filosofico e pedagogico tedesco (Il momento dell'educazione. Giudizio sull'esistenzialismo, 1938).

Il saggio Spiritualismo cristiano (1944) rappresenta la sintesi più matura del secondo orientamento stefaniniano e con le indagini svolte su Platone (1932-1935) e sul problema dell'«immaginismo» (1936) e in seguito sullo spiritualismo giobertiano (1947) e sull'esistenzialismo contemporaneo (1952), fu opera destinata a rappresentare il presupposto per la formulazione della teoria personalistica che egli sviluppò negli anni a venire.

Lo S. pone a fondamento della teoria della persona il confronto dell'io con se stesso, nella concreta esperienza: «non mi rendo competente sull'essere se non osservando quello che è l'essere in me stesso» (La mia prospettiva filosofica, 1950). Inevitabile il rifiuto di ogni forma di oggettività che, in quanto impersonale, non può mai legittimamente fondare l'io personale.

La critica coinvolgeva posizioni filosofiche differenti e antitetiche, come l'idealismo e il realismo, ma anche, nel quadro del pensiero cristiano, la cosiddetta «metafisica dell'essere» (che trovava i principali sostenitori nei sostenitori del neotomismo) cui egli opponeva la «metafisica della persona». Partendo dall'indagine critica sull'esperienza umana, egli giungeva così al riconoscimento che l'essere è personale e che tutto ciò che non è personale nell'essere rientra nella produttività della persona. L'uomo, tuttavia, lungi dall'esaurirsi nei limiti storici e mondani, si caratterizza per un'intenzionalità che è insieme trascendimento del limite, e che dunque fa tutto convergere – pensiero e azione, individualità e socialità – all'Assoluto.

Sia pur in forma non sistematica, lo S. sviluppò il suo personalismo in varie direzioni di ricerca: da quella etica a quella estetica a quella sociale (Personalismo sociale, 1952) a quella pedagogica. Egli indicò il fine dell'educazione nella «maieutica della persona» (Personalismo educativo, 1955) e pertanto auspicò un'autentica «personalizzazione» dei processi educativi (individuandone le implicazioni politico-scolastiche, oltre che pedagogiche) e una vera «scuola del dialogo», capace di promuoverlo mediante un rinnovamento delle strategie e delle esperienze didattiche.

Da ricordare, infine, la vasta produzione di manuali e testi per licei e istituti magistrali che lo S. aveva avviato fin dagli anni '20, collaborando in particolare con la casa editrice SEI di Torino. Lo S. morì a Padova il 16 gennaio 1956.

[Giuseppe Zago]

Fonti e bibliografia: carte dello S. sono conservate presso l'omonima Fondazione, Treviso (ved. G. Cappello, L. Stefanini. Dalle opere e dal carteggio del suo Archivio, Europrint, Treviso, 2006); ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Universitaria, Fascicoli personali dei professori ordinari (1940-1970), 3° versamento, b. 446.

DEP, vol. IV, p. 435; DSE, pp. 1064-1065; DSMCI, vol. III/2, p. 818; EF (ed. Centro di studi filosofici di Gallarate, 1979), vol. VII, cc. 1092-1095; EP, vol. VI, cc. 11185-11194; TESEO '900, n. 377.

Scritti in onore di Luigi Stefanini, Padova, Liviana, 1960; E. Colicchi, Luigi Stefanini: l'utopia della persona, Roma, La Goliardica, 1983; L. Caimi, Educazione e persona in Luigi Stefanini, Brescia, La Scuola, 1985; O. Rossi, Esistenza e persona in Luigi Stefanini, Bari, Levante, 1985; Atti del Convegno su Luigi Stefanini. nel 30.mo anniversario della morte, Treviso, Canova, 1987; S. Calaprice, L'esigenza di un progetto in pedagogia: la proposta di Luigi Stefanini, Bari, Adriatica, 1990; J.M. Prellezo, Luigi Stefanini. Approccio al «personalismo educativo», in «Orientamenti pedagogici», 1991, n. 6, pp. 1309-1037; B. Santoro, Persona e psiche in Luigi Stefanini, Bari, Levante, 1997; G. Bernardi et al., Rosmini e Stefanini. Persona-Etica-Politica, Milano, Prometheus, 1998; G. Crinella (ed.), Luigi Stefanini. Linguaggio, Interpretazione, Persona, Roma, Studium, 2001; L. Corrieri, Luigi Stefanini, un pensiero attuale, Milano, Prometheus, 2002; G. Bernardi et al., Edith Stein e Luigi Stefanini. Esperienza, persona, società, Milano, Prometheus, 2004.