Spaventa Bertrando

Professioni: Professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Filosofia, insegnamento libero, politica scolastica
Luoghi di attività: Abruzzo, Piemonte, Campania, Italia

Bertrando Spaventa nacque a Bomba (Chieti) il 26 giugno 1817. Studiò nel seminario di Chieti dove, ordinato sacerdote, insegnò prima di passare in quello di Montecassino. Trasferitosi a Napoli nel 1840, approfondì la filosofia classica tedesca nella scuola di Ottavio Colecchi, fondando poi, a sua volta, una scuola privata di Filosofia (1846) e partecipando alla redazione del giornale di ispirazione liberale «Il Nazionale», diretto dal fratello Silvio. Partito dal capoluogo partenopeo per evitare la repressione borbonica, dopo i moti del 1848 riparò a Firenze, abbandonando l'abito sacerdotale. Nel 1850, si stabilì a Torino dove si dedicò, oltre agli studi filosofici, a un'intensa attività pubblicistica.

Dalle pagine della rivista torinese il «Progresso» partecipò, nel 1851, ai dibattiti sull'istruzione nel Piemonte, con particolare attenzione alla questione della libertà d'insegnamento intorno alla quale stabilì un forte contraddittorio in specie con Domenico Berti e gli ambienti della rivista scolastica «L'Istitutore» (SPES, n. 583). Nel contrastare il diritto alla libertà scolastica a un clero che pretendeva di porsi al di sopra del diritto comune, individuò nello Stato, in quanto supremo ordinatore della vita pubblica, il principale attore del sistema d'istruzione (gli articoli furono poi raccolti da Giovanni Gentile in La libertà d'insegnamento: una polemica di settant'anni fa, 1920).

Accostatosi progressivamente all'indirizzo politico cavouriano, in una serie di articoli apparsi tra il 1854 e il 1855 su «Il Cimento» e «Il Piemonte», ribadì con maggior forza il dovere dello Stato moderno di assicurare l'istruzione pubblica e un indirizzo politico scolastico in senso laico nel quadro dell'affermazione dell'autonomia dello Stato all'interno dei princìpi liberali; posizioni che furono accompagnate da aspre critiche verso i gesuiti de «La Civiltà cattolica».

Nel 1859 lo S. intraprese la carriera universitaria a Modena con l'insegnamento di Filosofia del diritto e poi di Storia della filosofia a Bologna, dove espose, in una celebre prolusione, Carattere e sviluppo della filosofia italiana dal secolo XVI sino al nostro tempo (1860). Nel contrapporsi alla lettura platonico-cristiana della filosofia moderna italiana, formulò la tesi della «circolazione» del pensiero italiano, secondo la quale i maggiori rappresentanti della filosofia rinascimentale avevano anticipato l'indirizzo speculativo poi sfociato nell'idealismo, la cui massima espressione era individuata nel sistema hegeliano (Prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella Università di Napoli, 1862; Saggi di critica filosofica, politica e religiosa, 1867).

Nel 1861 fu chiamato dal ministro della P.I., Francesco De Sanctis, anch'egli espressione dell'hegelismo napoletano, alla cattedra di Logica e Metafisica dell'università di Napoli. Qui tenne quelle lezioni che sono alla base dei suoi studi sulla filosofia hegeliana: Le prime categorie della logica di Hegel (1863); Principii di filosofia (1867); Studi sull'etica di Hegel (1869); Frammento inedito (pubblicato con questo titolo da Gentile nella Riforma della dialettica hegeliana, 1913). In questi scritti lo S. propose la propria riforma dell'hegelismo, sviluppandola nel senso di una più forte accentuazione del momento dinamico, attivo o produttivo, dell'identità di essere e pensiero. Nel 1872, fondò con Francesco Fiorentino, Vittorio Imbriani e Angelo Camillo De Meis, il «Giornale napoletano di filosofia e lettere» allo scopo di opporsi alla «rinascente ‘filosofia cristiana' e al dilagante positivismo».

Lo S. concorse a fare dell'ateneo napoletano il principale centro dell'idealismo italiano, capace di influenzare in modo significativo sia l'hegelismo italiano del secondo '800 sia, attraverso la mediazione di Benedetto Croce e Giovanni Gentile, il neoidealismo d'inizio '900.

All'attività accademica lo S. affiancò un intenso impegno politico in ambito scolastico: già membro del Consiglio superiore della P.I. nel 1861, fu provveditore agli studi per la provincia di Napoli dal 1866 al 1870; deputato al Parlamento dal 1870 al 1876 nelle file della Destra storica, fu nominato nella commissione costituita in seno al Consiglio superiore della P.I. per l'esame dei libri di testo e fu a capo, nel 1875, del gruppo di lavoro chiamato a esaminare i manuali di filosofia da adottare nelle scuole liceali. Lo S. morì a Napoli il 20 febbraio 1883.

[Alberto Barausse, Florindo Palladino]

Fonti e bibliografia: Biblioteca nazionale, Napoli, carte Spaventa (ved. A. Savorelli, Le Carte Spaventa della Biblioteca nazionale di Napoli, Napoli, Bibliopolis, 1980); l'introduzione di M. Rascaglia a B. Spaventa, Epistolario, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1995; A. Savorelli, Manoscritti spaventiani nella Biblioteca nazionale di Roma, in «Giornale critico della filosofia italiana», 2006, n. 2, pp. 276-296.

EF, vol. XI (ed. Bompiani, 2006), cc. 10908-10910; EP, vol. VI, cc. 11004-11008; PE, pp. 401-402.

Limitatamente ai principali studi pubblicati dopo il 1980: B. Ferrari, La politica scolastica del Cavour, Milano, Vita e pensiero, 1982, pp. 110, 161, 167 e 172-173; E. Garin, Filosofia e politica in Bertrando Spaventa, Napoli, Bibliopolis, 1983; R. Franchini (ed.), Bertrando Spaventa: dalla scienza della logica alla logica della scienza, Napoli, Pironti, 1986; G. Oldrini (ed.), Filosofia e coscienza nazionale in Bertrando Spaventa, Urbino, Quattro venti, 1988; V. Vitiello, Bertrando Spaventa e il problema del cominciamento, Napoli, Guida, 1990; C. Tuozzolo, Dialettica e norma razionale: Bertrando Spaventa interprete di Hegel, Milano, Giuffrè, 1999; L. Gentile, Coscienza nazionale e pensiero europeo in Bertrando Spaventa, Chieti, Noubus, 2000; F. Rizzo, B. Spaventa. Le «Lezioni» sulla storia della filosofia italiana nell'anno accademico 1861-1862, Messina, A. Siciliano, 2001; G. Origo, Bertrando Spaventa: interprete della circolazione filosofica italiana, Roma, Ferv, 2003; N. Caputo, Bertrando Spaventa e la sua scuola, Napoli, Istituto italiano per gli studi filosofici, 2006; E. Garin, Bertrando Spaventa, Napoli, Bibliopolis, 2007; A. Barausse, Il libro per la scuola dall'Unità al fascismo, Macerata, Ed. Alfabetica, 2008, vol. I, pp. 35-37; M. Bacigalupi, Una scuola del Risorgimento. I Collegi Convitti Nazionali del Regno Sardo, Milano, Unicopli, 2010, pp. 147-148.