Solera Mantegazza Laura

Professioni: Educatrice, filantropa, ispettrice
Ambiti di produzione: Educazione femminile, educazione e istruzione popolare, emancipazionismo, scuola professionale
Luoghi di attività: Lombardia

Laura Solera nacque a Milano il 15 gennaio 1813. Prima dalla madre, Giuseppina Landriani, e poi nel collegio femminile «Coudert» ricevette un'educazione consona al suo stato sociale alto borghese: imparò le lingue francese, inglese e tedesco e si dedicò al disegno e alla musica. A 15 anni perdette la madre e nel contempo, per motivi politici, il padre Cristoforo dovette fuggire in Svizzera. Laura fu quindi affidata a un tutore, il medico milanese Paolo Acerbi, che la considerò come una figlia. A 17 anni andò sposa a G. Battista Mantegazza di Monza, dove la coppia si stabilì e dove nacquero i figli: Paolo, divenuto poi medico e antropologo famoso, Costanza ed Emilio, ingegnere e garibaldino come il padre e il fratello.

La S. fu madre premurosa con i figli ed educatrice zelante e colta (fu in rapporti, tra gli altri, con Achille Mauri, l'abate Pietro Zimbelli, Raffaello Lambruschini). Per il figlio Paolo studiò il greco e tradusse un volume di chimica di J. Dumas e i «primi elementi» del Liebig. Trasferitasi a Milano con la famiglia, fu coinvolta nei moti milanesi del 1848: organizzò l'assistenza ai feriti e si dedicò a un'intensa di raccolta di fondi, parte dei quali avrebbe poi impegnato per la messa a punto di opere di assistenza e di educazione.

Proprio a Milano nell'aprile del 1848 conobbe Giuseppe Mazzini e qualche mese dopo, rifugiatasi nella sua villa presso Cannero, nell'assistere i feriti sulla sponda lombarda del lago, incontrò Giuseppe Garibaldi che poi soccorse e assistette anche nel 1862 dopo l'episodio di Aspromonte.

Conquistata dagli ideali del Risorgimento, fu convinta che le donne più consapevoli e colte dovessero affiancare la lotta politica e militare degli uomini con un impegno sociale a favore delle classi più disagiate, contribuendo al riscatto dalla loro condizione di miseria e ignoranza. Tornata a Milano, la S. sul finire del 1849 si mise in contatto con Giuseppe Sacchi, comunicandogli la volontà di fondare un'istituzione a favore delle madri povere nel periodo della maternità. Il Sacchi le pose a disposizione un'imponente documentazione e i risultati delle esperienze compiute in altri paesi europei.

Con i fondi residui raccolti per le lotte risorgimentali, Laura aprì il 17 giugno 1850, a Milano nel quartiere di Porta Comasina, il primo ricovero per bambini lattanti in Italia cui fecero seguito altri analoghi. L'opera, che prese il nome di Pio istituto di maternità e dei ricoveri pei bambini lattanti e slattati, fu sede a partire dal 1852 anche di una prima scuola per donne analfabete, poi di una seconda per le operaie addette alla fabbrica dei tabacchi; infine una terza fu aperta nel quartiere di Porta Ticinese. In queste scuole la S. si fece maestra, insegnando la calligrafia e la grammatica e avviando le allieve alla scrittura delle lettere. Nel 1861 il comune di Bernareggio, dove si recava per curare alcuni interessi di famiglia, la nominò ispettrice scolastica, incarico che nel 1869 si estese anche ai paesi limitrofi.

Con la creazione dell'Associazione femminile di mutuo soccorso per le operaie, da lei istituita nel 1862, le scuole per analfabete di Milano furono riunite. Il 21 novembre 1870 aprì la scuola professionale femminile. Nata con l'intento di istruire le fanciulle della piccola borghesia e del popolo che, dopo la scuola elementare, non avevano altre opportunità di formazione professionale se non quella di andare a imparare un mestiere presso i laboratori artigianali, questa iniziativa ebbe un inizio difficoltoso, ma grazie anche all'appoggio di Tullio Massarani, Enrico Fano, Amato Amati, Cesare Correnti, Luigi Luzzatti fu in seguito sorretta anche da sussidi pubblici che ne garantirono la sopravvivenza. La S. morì a Cannero (Verbania) il 15 settembre 1873.

[Luisa Lombardi]

Fonti e bibliografia: documentazione sulla S. è conservata in varie sedi: Museo del Risorgimento, Como, fondo Mori; Biblioteca civica, Pavia, fondo Cairoli; Museo del Risorgimento, Roma, fondo Mantegazza; Museo del Risorgimento, Milano, fondi Curatulo, Bertani, Correnti e Castellini; Museo del Risorgimento, Varese, fondo Adiamoli.

DBDL, pp. 1027-1028.

Laura Solera Mantegazza: commemorazioni, Milano, Ditta Giacomo Agnelli, 1873; P. Zambelli, Laura Solera Mantegazza, Novara, Tip. Rusconi, 1873; P. Mantegazza, La mia Mamma, Laura Solera Mantegazza, Milano, Tip. Fratelli Rechiedei, 1876, poi anche Firenze, Barbèra, 1886; Laura Solera Mantegazza, Milano, Tip. Milanese, 1900; F. Morandi, Verità. Racconti e biografia. Laura Solera Mantegazza, Milano, Pagnoni, 1901, pp. 170-178; Onoranze a Laura Solera Mantegazza, Milano, Tip. nazionale di V. Ramperti, 1906; E. Bruno, V. Roggero (edd.), La donna nella beneficenza in Italia. Lombardia, Veneto, Trentino, Torino, Eredi Botta, 1910, vol. II, pp. 4 e 21-26; G. Riva, Laura Mantegazza Solera, s.l., s.e., 1935, estr. da «Rivista di Monza», luglio 1935; E. Spinelli, Laura Solera Mantegazza e la scuola professionale femminile di Milano, Varese, La Tecnografica, 1951; S. Redaelli, R. Teruzzi, Laura Mantegazza la garibaldina senza fucile, Intra, Alberti, 1992; A. Piazza, Laura Solera Mantegazza. 1813-1873: un'eroina del Risorgimento, le cui vicende si intrecciano con quelle di Bernareggio, Cornate D'Adda, Tip. Scotti, 2000, pp. 8-24.