Siciliani Pietro

Professioni: Professore, professore universitario
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, didattica, filosofia, pedagogia, stampa scolastica
Luoghi di attività: Puglia, Emilia Romagna

Pietro Siciliani nacque il 19 settembre 1832 a Galatina (Lecce), compì gli studi al seminario di Otranto e presso i Gesuiti a Lecce e poi a Napoli. Qui frequentò i primi corsi accademici, ma si laureò a Pisa in Medicina nel 1861, dedicandosi tuttavia sempre più intensamente alla riflessione filosofica. Fu docente nel liceo «Dante» di Firenze e, quindi, nel 1867 fu nominato professore straordinario di Filosofia teoretica nell'università di Bologna ove insegnò anche Antropologia e Pedagogia fino al 1870. Dopo la breve parentesi della docenza felsinea di Andrea Angiulli, il S. tornò a Bologna nel 1876, occupandosi anche della Scuola di Magistero, sezione filosofica (1878-1883) aperta nella Facoltà di Lettere.

Legato da amicizia a Giosuè Carducci (nel 1864 il poeta fu testimone alle nozze di Pietro con Cesira Pozzolini, 1839-1914, filantropa e scrittrice), lo studioso pugliese fu uno dei protagonisti dell'affermazione del positivismo laico ed anticlericale nella Bologna di quegli anni.

Mente vivace e versatile, collaborò con gusto polemico sui principali periodici dell'epoca, animando i dibattiti filosofici e pedagogici con vigore sulle pagine de «La Rivista bolognese» e su numerosi fogli scolastici (tra gli altri «Il Risveglio educativo», la «Rivista pedagogica italiana», «Il Nuovo educatore», SPES, rispettivamente nn. 910, 944 e 757), incline a un'idea di positivismo alieno da forme rigidamente evoluzionistiche e materialistiche e disposto al confronto con la tradizione vichiana e con la lettura di Kant.

Molto nota e celebrata dai contemporanei fu l'impronta assegnata al suo magistero di Pedagogia con lezioni aperte anche ai maestri chiamati ad un lavoro seminariale di lettura e commento dei classici del pensiero pedagogico, in un clima di discussione e dialogo tra dimensione storica, teorica e pratica della professione magistrale, premessa a quell'autodidattica che fu uno dei tratti più salienti della sua proposta pedagogica, apprezzata anche dai critici idealisti, come lo stesso Giovanni Gentile.

Nel sostenere una pedagogia come «scienza dell'educazione» – tematica intorno alla quale il S. svolse significative riflessioni di natura epistemologica – egli prospettò la necessità di considerare la pedagogia scientifica articolata in «pedagogia storica», «pedagogia teoretica» e «pedagogia pratica», evidenziando la dimensione storica e fattuale dell'atto educativo e della stessa riflessione teorica della pedagogia scientifica, posta in relazione con la psicologia, il diritto e la sociologia (La scienza dell'educazione come antitesi alla pedagogia ortodossa, 1879; Rivoluzione e pedagogia moderna, 1882).

Non meno importante fu il suo impegno diretto nelle questioni scolastiche. Il S. animò numerosi cicli di conferenze magistrali (Firenze, Venezia, Genova, Milano e Cesena), partecipò fattivamente alle attività della Lega bolognese per l'istruzione del popolo e fu presidente della Società degli insegnanti di Bologna dal 1883, caldeggiando la nascita di un museo pedagogico poi affidato a Luigi Bombicci. Si pronunciò contro l'insegnamento religioso nelle scuole e l'ipotesi di una scuola media unica, sostenne i diritti della categoria magistrale, si espresse per la riforma delle scuole normali in senso professionalizzante e caldeggiò la nascita della scuola dell'infanzia regolata da Stato e Comuni.

Sul piano politico si mosse entro un quadro liberal-democratico filo borghese, cui sfuggiva, per esempio, il nesso tra rendimento scolastico e provenienza familiare e sociale degli allievi, su cui era impegnato in quegli stessi anni a Bologna Paolo Riccardi, anch'egli docente universitario, con cui il S. fu in forte polemica e che, forse, fu da lui estromesso dalla Società degli insegnanti nel 1883. Il S. morì precocemente a Firenze il 28 dicembre 1885, celebrato dall'amico Carducci.

[Mirella D'Ascenzo]

Fonti e bibliografia: la disponibilità delle carte del S. è indicata nei volumi citati in bibliografia; altre informazioni sono presenti in ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione generale dell'Istruzione Universitaria, fondo Professori ordinari, ad nomen; Casa Carducci, Bologna, Epistolari, cart. CIV Siciliani Pietro (1871-1878) e cart. CIV, 62 Siciliani-Pozzolini Cesira (1865-1906).

EP, vol. VI, cc. 10690-10692; MC, vol. III, pp. 523-525; PE, p. 394; SPES, nn. 48, 757, 910, 944, 1028 e 1029.

G.B. Gerini, Scrittori pedagogici italiani del secolo decimono, Torino, Paravia, 1910, pp. 91-107; G. Balduzzi, V. Telmon (edd.), Pietro Siciliani e il rapporto università-scuola, Bologna, CLUEB, 1987; H. Cavallera, Pietro Siciliani. Fra vescovi e cardinali, Lecce, Edizioni del Grifo, 1988; G. Invitto, N. Paparella (edd.), Rileggere Pietro Siciliani, Lecce, Capone, 1988, 3 voll.; L. Bellatalla, Per una rilettura della pedagogia di Pietro Siciliani, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 1993; T. Pironi, La pedagogia: insegnamento universitario a Bologna, dal 1860 alla seconda guerra mondiale, Budrio, Algol, 1994, pp. 21-41; H. Cavallera (ed.), Pietro Siciliani. Rivoluzione e pedagogia moderna, Lecce, Pensa Multimedia, 1999; M. Schiattone, Politica e scienza. Pietro Siciliani, Lecce, Mimose Le mille e una parola, 2004; M. D'Ascenzo, R. Vignoli, Scuola, didattica e musei. Il Museo didattico «Luigi Bombicci» di Bologna, Bologna, CLUEB, 2008, pp. 33-39.