Scialoja Antonio

Professioni: Professore universitario, ministro P.I.
Ambiti di produzione: Economia, insegnamento religioso, libertà di insegnamento, massoneria, politica scolastica
Luoghi di attività: Campania, Piemonte, Italia

Antonio Scialoja nacque il 1° agosto 1817 a S. Giovanni a Teduccio (Napoli), in una famiglia procidana di condizioni modeste. Dotato di straordinaria e precoce disposizione agli studi che compì a Napoli, già nel 1840, poco più che ventenne, diede alle stampe I principii della economia sociale esposti in ordine ideologico, testo notevolmente innovatore per il tempo, rapidamente diffuso non solo tra gli studiosi italiani, ma anche in molte parti d'Europa. Il successo del saggio gli valse, il 31 gennaio 1846, la nomina da parte di Carlo Alberto a docente di Economia politica nell'università di Torino che ricoprì fino al febbraio 1848, quando tornò a Napoli per entrare a far parte del governo liberale di Carlo Troya, in qualità di ministro dell'agricoltura e del commercio.

Alla caduta del governo rivoluzionario fu condannato a morte e, insieme a Bertrando Spaventa, Luigi Settembrini e Carlo Poerio, condotto nel carcere napoletano di S. Maria Apparente. Nell'ottobre 1852 la condanna capitale venne trasformata in quella di esilio perpetuo, segnandone il ritorno a Torino. Qui lo S. divenne stretto collaboratore di Camillo Cavour, dal quale ottenne l'incarico nel luglio 1853 di consultore legale del ministero delle Finanze e nel settembre 1859 quella di segretario generale del ministero stesso.

A sostegno della politica economica liberistica di Cavour, scrisse nel 1853 l'opera Carestia e Governo, dimostrando in modo chiaro il legame che il patriota di origini napoletane aveva progressivamente instaurato con l'ambiente sabaudo sia a livello politico-istituzionale sia a livello privato, ulteriormente ribadito nel 1857 da Note e confronti dei bilanci del Regno di Napoli e degli Stati sardi.

Tornato a Napoli nel 1860, dopo la spedizione dei Mille, fu ministro delle Finanze nel governo provvisorio di Garibaldi. Dopo l'Unità, pur continuando a svolgere l'insegnamento presso l'università di Torino, ricoprì numerosi e importanti incarichi in campo economico. Esponente della massoneria, senatore dal 1862, lo S. il 5 agosto 1872 succedette quale ministro della P.I. a Cesare Correnti, incarico che tenne sino al 6 febbraio 1874.

In tale veste il 20 ottobre 1872 decretò una commissione d'inchiesta sull'istruzione secondaria (nota come «Inchiesta Scialoja» allo scopo di raccogliere dati e informazioni sullo stato dell'insegnamento medio; l'inchiesta proseguì fino al 1875, mostrando, attraverso il concorso dei molteplici pareri sui vari quesiti, una condizione di diffuso malessere nell'ambito dell'istruzione).

Durante il suo ministero si avviò inoltre un'ampia discussione sulla necessità di rafforzare l'obbligo scolastico e in materia di insegnamento religioso nella scuola (a tal riguardo lo S. presentò nel gennaio 1873 e l'anno successivo due appositi disegni di legge che tuttavia non furono approvati). Tali temi erano in parte la prosecuzione del dibattito avvenuto negli anni precedenti e, per un altro verso, aprirono strada alle deliberazioni poi varate con la legge sull'obbligo scolastico del 1877 del ministro Michele Coppino.

Dell'azione ministeriale dello S. va infine ricordata la circolare sugli studi nei seminari ecclesiastici (18 dicembre 1872) con la quale veniva attenuato il controllo dello Stato, riconoscendo una certa libertà d'iniziativa ai vescovi in materia di programmi e di scelta degli insegnanti, occasione di forti critiche da parte degli ambienti della cultura laica più intransigente. Dopo la caduta della Destra (1876), lo S. non ricoprì più incarichi politici e morì poco dopo a Procida (Napoli) il 13 ottobre 1877.

[Patrizia Morelli]

Fonti e bibliografia: DEI, vol. XI, p. 590; EP, vol. VI, cc. 10443-10444; A. Moscati, I ministri del Regno d'Italia, Napoli, Comitato napoletano dell'Istituto della storia del Risorgimento nazionale, 1955-1976, vol. II, pp. 164-193.

C. De Cesare, La vita, i tempi e le opere di Antonio Scialoja, Roma, Tip. del Senato, 1879; R. De Cesare, Antonio Scialoja. Memorie e documenti (1845-1877), Città di Castello, S. Lapi, 1893; G. Verucci, L'Italia laica prima e dopo l'Unità, Roma-Bari, Laterza, 1981, pp. 142, 144, 155-157, 159-160 e passim; L. Cafagna, L'inchiesta industriale, in Il Parlamento italiano. Storia parlamentare e politica dell'Italia (1861-1988). Il periodo della Destra (1870-1874), Milano, Nuova CEI, 1989, pp. 195-225; C. Sagliocco, L'Italia in seminario. 1861-1907, Roma, Carocci, 2008, pp. 41, 123, 126-127, 154-155 e passim; P. Morelli, Una cultura classica per la formazione delle élites. L'insegnamento del latino nei Ginnasi-Licei postunitari attraverso l'inchiesta Scialoja sull'istruzione secondaria (1872-1875), Macerata, EUM, 2009.