Schwarz Lina

Professioni: Scrittrice, traduttrice
Ambiti di produzione: Cultura ebraica, letteratura per l'infanzia, pedagogia
Luoghi di attività: Veneto, Lombardia

Lina Schwarz nacque il 20 marzo 1876 a Verona, primogenita di Edmondo e Fanny Jung, liberi pensatori di origine ebraica provenienti dall'Ungheria, sorella di Gustavo, Ugo e Lucia. Nel 1886 tutta la famiglia si trasferì a Milano, stabilendosi in via Spiga, in pieno centro della città, segno evidente di distinzione sociale. Lina cominciò a frequentare la scuola civica superiore «A. Manzoni», ma la delicata salute non le permise di proseguire, così gli studi continuarono privatamente.

Non c'è modo di seguire Lina con precisione nelle tappe giovanili della formazione, né è facile comprendere l'apporto dell'ebraismo d'origine, del cristianesimo incontrato con molta libertà personale, dell'antroposofia, che diventa a tutti gli effetti nel tempo la strada più seguita negli studi e nelle traduzioni, ma anche nelle scelte operative, nelle relazioni e nelle difficoltà oggettive della sua vita adulta e matura. Le scelte che si conoscono hanno fin dall'inizio un'impronta laica e marcatamente femminile, in coerenza con la sua adesione all'Unione femminile nazionale.

Anche la sua opera poetica, per la quale è più comunemente nota, si collega ai disegni di elevazione della donna e dell'infanzia. Quando opera tra le fondatrici dell'associazione «Scuola e Famiglia» collegata all'Unione femminile per venire in aiuto a genitori e allieve in difficoltà, pubblica proprio per loro la sua prima raccolta di versi: Il Libro dei bimbi (1904), volume più volte ristampato e che, come i successivi, offrirà poesie inserite assai spesso nei libri di lettura per la scuola elementare. Lo stile è accurato, solo apparentemente semplice: è diretto con profondità all'età infantile e precoce ricca di stupore, di accoglienza e di sensibilità, dalla quale partire con adatta educazione per ulteriori personali ascensioni.

Nel frattempo la S. comincia a collaborare con i maggiori periodici d'inizio '900, a «Il Giornalino della domenica», tramite la conoscenza di Angelo e Laura Cantoni Orvieto, e dal 1908, al «Corriere dei piccoli». Nel 1910 dà alle stampe Ancora! Un altro libro dei bimbi, con illustrazioni di Gugù (al secolo Augusta Rasponi del Sale 1864-1942). Nel 1922 pubblicherà Ancora... E poi basta!, testo di buon successo e riproposto anche recentemente.

Non si contano nel frattempo sue poesie musicate e nemmeno quelle che, insieme ai racconti, andrebbero ricercate sul «Corriere dei piccoli». Ma in quegli anni d'inizio secolo emerge in Lina un forte interesse per la cultura di tipo spiritualista esoterico che in lei si specifica nell'antroposofia di Rudolf Steiner, ben presto un riferimento culturale e interiore importante.

La prima traduzione steineriana della S. risale al 1913, Dalla cronaca dell'akasha, ma non si escludono precedenti contatti. L'accesso della S. ai testi steineriani mostra un contatto, almeno indiretto, della S. con il gruppo di studi romano «Novalis» di Giovanni Colozza, Emmelina Sonnino De Renzis e Antonio Colonna di Cesarò. Il 28 febbraio 1913 Lina e Charlotte Ferreri fondano a Milano un secondo gruppo steineriano, «Leonardo da Vinci». I due gruppi continueranno anche dopo la Grande guerra a diffondere il pensiero del filosofo e educatore austriaco.

Quando questi fonda a Dornach il 25 dicembre 1923 la Società antroposofica universale, è presente anche Lina in rappresentanza dei gruppi italiani. Nel tempo la sua scrittura si manifesta più ricca di riferimenti antroposofici ed è credibile che questa tendenza arricchisca anche le sue attenzioni sociali, oltre che l'interesse spirituale per la natura. Nel 1920 aveva tradotto dello Steiner I punti essenziali della questione sociale e ne aveva anche recensito l'opera nella rivista romana di studi religiosi aperti a più confessioni «Bilychnis».

Nel 1925 scrive uno dei testi poetico-teatrali più intensi, La bella primavera e primo sole, che esce nella collana «La Lampada» di Mondadori. Lo dedica a Lucy Re-Barnett (1876-1922) inglese, protestante, inserita in iniziative italiane per l'aiuto a figli di carcerati con la condizionale, sposata, con il consenso di Pio X, a Emilio Re (1881-1967), letterato e archivista a Roma, amico e corrispondente di Giulio Salvadori.

Intanto la Società antroposofica si struttura in Italia: dopo Roma e Trieste, il 9 gennaio 1933 Milano chiede l'autorizzazione, accordata, per fondare la sezione dell'Associazione antroposofica italiana, alla cui presidenza viene chiamata la S. (segretario Vittorio Bianchi), attività proseguita fino al 25 luglio 1941 quando le società antroposofiche italiane vengono soppresse, con confisca, a Milano, dei beni. Ci sono tracce di qualche presenza di Lina al Lyceum di via dell'Orso tra il 1922 e il 1926 per far conoscere alle signore la riflessione e la pedagogia di Steiner; nel 1936 tiene una conferenza per l'Associazione nazionale fascista donne artiste e laureate sull'educazione dei giovani. Le informazioni successive su di lei e la sua famiglia diventano meno precise.

Nel 1938 Lina e il poeta Ugo Ghiron vengono sospesi dalla collaborazione al «Corriere dei piccoli», perché «di razza ebraica» lui e «di razza ebraica e di religione cristiana» lei. Questa annotazione fa pensare a un possibile battesimo, che tuttavia sembrerebbe rimandato più avanti, al 1941, prima dell'abbandono di Milano e dello sfollamento ad Arcisate (Varese).

Durante la guerra qui trovano riparo dai bombardamenti vari parenti Schwarz, Vigevani, nipoti di varia provenienza, Irene Cattaneo che, nel giro di pochi anni consentirà alla Società antroposofica di Milano, sua erede, di realizzare una scuola e di attuare coltivazioni e allevamenti con orientamento biodinamico. Ci sono anche l'amico Rinaldo Kufferle (1903-1955) con Giana Anguissola, sua moglie (1906-1966) e il piccolo Riccardo. Si gettano in quei momenti le basi perché dal 1946 Kufferle possa fondare la rivista «Antroposofia» che dirigerà fino al 1955.

Sembra che il 2 luglio 1943 Lina fosse ancora ad Arcisate: ma non doveva tardare il suo rifugio in Svizzera, che le permetterà di salvarsi e di rientrare in Italia dopo il 1° giugno 1945. Una figlia del fratello Gustavo, Stella, ha ricordato, oltre mezzo secolo dopo la morte del padre (1943) e della zia, che la poesia Stella stellina era stata dedicata a lei dalla poetessa, ma ha raggiunto moltissimi bambini per dare loro la pace della sera. La S. si spense ad Arcisate il 24 novembre 1947.

[Renata Lollo]

Fonti e bibliografia: DBDL, p. 996.

R. Kufferle, Lina Schwarz compie settant'anni, in «L'Illustrazione italiana», 24 marzo 1946; E. Cazzani, Arcisate nella storia e nell'arte, Saronno, Ceresio, 1964; F.C. Farra, Lina Schwarz, in «La Martinella di Milano», settembre-ottobre 1970; P. Boero, C. De Luca, La letteratura per l'infanzia, Roma-Bari, Laterza, 1995, pp. 103-104, 114, 169, 174 e passim; M. Vigilante, M. Albertazzi (edd.), Corrispondenze, Trento, La Finestra, 1999, pp. 73-89; M. Beraldo, Il movimento antroposofico italiano durante il regime fascista, in «Dimensioni e problemi della ricerca storica», 2002, n. 1, pp. 145-169; R. Lollo, Una scuola in cima al monte. La storia di un pellegrino di Lina Schwarz, in G. Langella (ed.), Ascensioni umane. La montagna nella cultura occidentale, Brescia, Grafo, 2002, pp. 243-253; M. Beraldo, L'Antroposofia e il suo rapporto con il regime fascista, in G. De Turris, Esoterismo e fascismo, Roma, Edizioni Mediterranee, 2006; A. Cavaglion, Le gran signore che facevano sognare, in «Pagine ebraiche», 2010, n. 2, p. 28.