Rubino Antonio Augusto

Professioni: Illustratore, scrittore
Ambiti di produzione: Letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Liguria, Piemonte, Lombardia

Antonio Augusto Rubino nacque il 15 maggio 1880 a Sanremo (Imperia). La sua formazione fu debitrice tanto alle estati trascorse come capraio nell'entroterra ligure, quanto all'amore per la Divina commedia, conosciuta e imparata nella versione illustrata da Gustavo Dorè. L'inclinazione artistica, l'amore per la scrittura e la pittura si manifestarono già nel periodo infantile (al quale risalgono le prime vignette umoristiche) e dell'adolescenza, quando diede alla luce tre poemi grotteschi: L'Anabignombasi, Le Galluppotorancicchegrafeidi e il Poema baroko. Conseguita la maturità classica, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l'università di Torino.

Gli anni universitari portarono il R. a una profonda maturazione personale e artistica. La frequenza delle cosiddette «sabatine» (lezioni che Arturo Graf teneva al sabato in università) lo mise in contatto con numerosi artisti e scrittori del '900. Sostenuto dal vivace clima culturale torinese e ammaliato dall'Internazionale d'arte decorativa moderna tenutasi nell'ex capitale nel 1902, scoprì il «demonio dello stile» che lo guidò ad abbozzare le prime figure e ad intraprendere i primi tentativi pittorici.

Fresco di laurea, il R. abbandonò presto la carriera forense per seguire la propria natura artistica: partecipò ad alcune esposizioni; cominciò a curare insieme ad altri artisti (Campi e Conconi) la Mostra omeopatica del cattivo gusto; si impegnò nell'ambito pubblicitario e nella creazione di numerosi ex-libris, dallo stile liberty tinto di macabro.

Nel 1905 fu chiamato a Milano dall'editore musicale Puccio che gli commissionò alcune illustrazioni per spartiti; nel frattempo illustrò l'Albatro di Alberto Colantuoni, poi rappresentato al teatro «Dal Verme». Fu in questo periodo che il R. iniziò ad acquisire una certa notorietà soprattutto grazie a un articolo di Giuseppe Bevione comparso sulle pagine de «La Lettura». Cominciarono frattanto le collaborazioni con svariate riviste: «Avanti della domenica», «L'Arte decorativa moderna», «Il Risorgimento grafico». Nel 1906 sposò Angiola Dissoni e dal matrimonio nacquero quattro figli, Mario, Leopolda, Michelangelo e Dante.

A fianco di componimenti poetici grotteschi come Versi e disegni (1911) rivolti al pubblico adulto, il R. cominciò ad avvicinarsi all'infanzia grazie al suo impegno nella pubblicistica per ragazzi. Collaborò con il «Giornalino della domenica» di Luigi Bertelli, Vamba, e fu tra i pionieri del «Corriere dei piccoli». Oltre a realizzarne la testata e ad essere l'autore della traduzione dei balloons americani nelle quartine di ottonari poste a piede di ciascuna vignetta, fu presente fin dal primo numero con alcune strisce.

Il R. contribuì a rendere famoso il periodico grazie ai suoi personaggi, che in tempi diversi popolarono le pagine più attese d'Italia (tra i principali: Quadratino, Caro Ï Cora, Pino Ï Pina, Pierino e il burattino). L'esperienza al «Corrierino» durò fino al 1926, anno in cui R. presentò le proprie dimissioni, rivendicando la necessità di un ambiente «meno apolitico» che gli permettesse di lavorare «in modo più vivace e combattivo». Nel 1927 passò così a «Il Balilla» di Dante Dini, dal quale fu poi allontanato per alcuni dissidi con il regime.

La sua produzione sia come illustratore sia come scrittore è molto ampia. Nel 1911 realizzò per Bemporad i disegni per alcuni libri di Andersen e di Fanciulli. In seguito, dagli anni '10 agli anni '30 come scrittore e illustratore diede alle stampe più volumi segnati dall'intenso dialogare tra le parole, venate del consueto spirito ironico, e le immagini dai colori intensi e pieni, sui quali spicca la linea nera di eredità liberty. Tra i volumi più famosi: La storia di Coretta e Core (1909), I balocchi di Titina (1912), Tic e Tac (1919), ecc., oltre ad alcune opere d'intento più marcatamente didattico: La scuola dei giocattoli (1922) e Bibliotechina prescolastica (1928).

L'inarrestabile carica creativa del R. non si fermò neppure di fronte alla Grande guerra, durante la quale, nella veste di ufficiale dell'esercito, fu membro attivo nella direzione della «Tradotta». Le strisce del R., cariche di un sarcasmo dai toni nazionalistici, contribuirono a tenere alto il morale dei combattenti al fronte.

Tra le due guerre il R. fu impegnato su più fronti: oltre all'impegno profuso nelle opere narrative, si dedicò all'attività editoriale con alcune riviste per ragazzi. Le prime sorsero in seno al gruppo de «La Rinascente»: «Mondo Bambino» (1929), «Mondo Fanciullo» (1934). Presto anche Mondadori gli affidò la direzione dei principali giornalini di marchio Disney. Dal 1934 al 1940 diresse «Topolino», cui fecero seguito «Paperino», «I Tre porcellini» e «Gli Albi d'oro».

Nell'ultimo periodo l'artista sanremese, da sempre interessato al possibile connubio tra parola scritta, immagine e suono, che lo aveva già portato a tentare soluzioni teatrali (nel 1913 aveva realizzato In Flemmerlandia, un'opera comica musicata da G. Pietri; nel 1925 uscì Teatro minimo; nel 1939 fu la volta de Il castello degli spaventi, commediola in tre atti per burattini), si rivolse con crescente curiosità al mondo del cinema, arrivando a realizzare Nel paese dei ranocchi, lungometraggio in tavole animate (1942), seguito l'anno successivo da un secondo lungometraggio, Crescendo Rossiniano, purtroppo perduto nei coevi bombardamenti. Nel 1955 presentò, ancora a Venezia, L'arco dei sette colori. Il R. si spense nei boschi di Bajardo, nella natìa Liguria, il 1° luglio 1964.

[Sabrina Fava]

Fonti e bibliografia: documentazione sul R. è conservata in più sedi: Archivio storico «Corriere della sera», Milano, Carteggio, f. n. 1007 C; Fondazione «Arnoldo e Alberto Mondadori», Milano, Archivio storico AME e Saggiatore, sez. Arnoldo Mondadori, f. Rubino, doc. 1-75; Fondazione «M. Novaro», Genova, sez. Fondi e archivi, fondi dello Spettacolo e della Narrativa disegnata, fondo Rubino.

EP., app., cc. 1317-1318.

G. Trevisani, prefazione a Quadratino e i suoi amici, Milano, Garzanti, 1967; A. Faeti, Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l'infanzia, Torino, Einaudi, 1972, pp. 214-227; P. Pallottino (ed.), La matita di zucchero: Antonio Rubino. Conversazione con Federico Fellini, Bologna, Cappelli, 1978; G. Guglielmi, Antonio Rubino: un artista, un'epoca. Nel centenario della nascita, Sanremo, Casabianca, 1980; C. Bertieri (ed.), Le rotte dell'immaginario, Genova, Edizioni Esagraph, 1985; Id., Antonio Rubino. L'amico delle nuvole, Sanremo, Comune di Sanremo, 1995; Id., Mondo fanciullo. Antonio Rubino narratore per i ragazzi, Sanremo, Comune di Sanremo, 2005; S. Fava, Narrare immagini e illustrare storie, in P. Malavasi, (ed.), Culture dell'immagine, valori, educazione, Milano, ISU, 2007, pp. 109-118; S. Alligo, Antonio Rubino. I libri illustrati, Torino, Little Nemo, 2008; S. Fava, Il progetto culturale del «Corriere dei piccoli» avviato da Silvio Spaventa Filippi, in R. Lollo (ed.), Il «Corriere dei piccoli» in un secolo di riviste per ragazzi, Milano, Vita e pensiero, 2009, pp. 45-71; G. Ginex (ed.), «Corriere dei piccoli»: storie, fumetto e illustrazione per ragazzi, Milano, Skira, 2009, pp. 86-89 e 286-287.