Barsottini Geremia

Professioni: Sacerdote, professore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, Scolopi, teatro
Luoghi di attività: Toscana

Geremia Barsottini nacque a Levigliani, frazione di Stazzema (Lucca), l'8 maggio 1812. All'età di diciotto anni entrò nella casa degli Scolopi del Pellegrino in Firenze, dove portò a termine gli studi in modo così brillante, tanto da essere nominato in giovanissima età insegnante di Retorica presso il collegio di Urbino e in quello di Modigliano.

Fu ordinato sacerdote nel 1836 e nello stesso anno chiamato ad insegnare a Firenze presso il collegio di S. Giovannino, dove stabilì con il padre Stanislao Gatteschi (già suo insegnante al Pellegrino) un rapporto di stima e discepolato e che ebbe il privilegio di sostituire nel 1848, quando il Gatteschi lasciò la cattedra di Retorica. Fu stimato sia per la sua raffinata cultura sia per la vivezza delle sue lezioni segnate da innovativi metodi didattici. Dichiaratamente liberale, non nascose i suoi sentimenti patriottici, così da esercitare una rilevante influenza sugli studenti pur nel rispetto della loro libertà – da vero educatore di razza – come accadde a Giosuè Carducci, suo scolaro tra il 1849 e il 1852.

Il padre B. ebbe altresì il dono della bella ed efficace parola e fu oratore molto noto e apprezzato: alcuni suoi discorsi restano nella storia culturale scolopia come, ad esempio, quello tenuto a Pietrasanta il 23 settembre 1849 in occasione dell'inaugurazione della statua a Leopoldo II oppure quello per le esequie del padre Giovanni Inghirami, suo confratello.

Il B. fu inoltre autore di svariate opere scolastiche (con il Gatteschi, in particolare, diede alle stampe la Raccolta di prose e poesie italiane, 1838, più volte riedita), scrisse drammi sacri per la recita in collegio e compose poesie di genere diverso, da inni sacri a patriottici, che raccolse nel volume dal titolo Poesie nel 1855. L'opera fu severamente criticata dal Carducci, ma l'antico maestro non perse la simpatia e stima per il suo ex allievo, il quale, non corrispondendo tali sentimenti, gli dedicò a sua volta un sonetto burlesco dal titolo Al Padre Geremia Barsottini.

Continuò a insegnare fino al 1883, quando si dovette ritirare per ragioni di salute a Capriglia, frazione di Pietrasanta (Lucca). Qui il B. morì il 10 giugno 1884.

[Ilaria Vaglini]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. VI, pp. 542-543; EC, vol. II, c. 901.

A. Evangelisti, La vita e le opere di Geremia Barsottini, in Giosué Carducci. Saggi storico letterari, Bologna, Cappelli, 1934, pp. 108-154.