Pozzoli Felicita

Professioni: Professoressa, scrittrice
Ambiti di produzione: Educazione femminile, emancipazionismo, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Lombardia

Felicita Pozzoli nacque a Milano l'11 dicembre 1838. Dopo aver portato a termine gli studi per diventare insegnante si dedicò soprattutto al giornalismo e alla scrittura di testi per l'infanzia e la gioventù. Esordì pubblicando su «Il Tesoro delle famiglie», alcuni dialoghetti per bambini e collaborando con articoli, poesie e brevi racconti a varie altre testate. Nei primi anni '70 diresse, per breve tempo, il «Giornale delle fanciulle», importante periodico che annoverò tra le collaboratrici scrittrici affermate come Caterina Percoto e Felicita Morandi e, a partire dal 1878 «L'Infanzia», pubblicato dall'editore milanese Giacomo Agnelli.

La serietà del suo lavoro è testimoniata anche dalle richieste di consigli sull'igiene del bambino che la P. rivolse, per la compilazione di articoli sull'argomento, al noto medico e antropologo Paolo Mantegazza. Nel 1886 si dedicò a una nuova iniziativa editoriale, dirigendo «L'Amico della prima età», un quindicinale illustrato anch'esso di carattere educativo.

La P. affiancò l'attività docente (presso la scuola normale femminile di Milano) e giornalistica con la scrittura di numerosi volumetti divulgativi a carattere biografico (Maria Gaetana Agnesi, 1893) e storico, destinati esplicitamente ai fanciulli nonché alla stesura di numerosi medaglioni ispirati agli eroi nazionali.

La scrittrice condivise le istanze innovatrici presenti nella Milano post unitaria e si fece portavoce delle proposte di riforma riguardanti l'educazione femminile, pur nell'alveo di un moderatismo che la mantenne sempre lontana dalle posizioni più risolute di Anna Maria Mozzoni e di Anna Kuliscioff. La P. affrontò i temi dell'emancipazionismo sia attraverso la sua militanza pubblicistica sia mediante una serie di conferenze tenutesi presso la Lega milanese di pubblico insegnamento (Considerazioni sullo stato attuale della donna, 1884). La donna veniva considerata dalla P. come cittadina e come madre, ma il ruolo civile destinato all'universo femminile si risolveva, tradizionalmente, nell'educazione dei propri figli e la maternità veniva considerata «un sacerdozio» giudicato poco conciliabile con il lavoro.

Nella formazione muliebre la P. concepiva (secondo una visione ricorrente in quegli anni) il primato dell'educazione sull'istruzione, considerata come «una mania» del suo tempo che andava a discapito di quelle giovani che non avevano attitudine agli studi, ma vi erano costrette dalle famiglie e che, se non forzate, si sarebbero dimostrate delle «ottime sarte o crestaje» anziché «delle meschine maestre». Per queste ultime la P. prospettava l'insegnamento come «missione», consigliando alle giovani aspiranti maestre di riflettere attentamente sulle proprie attitudini. La P. si spense a Milano il 26 gennaio 1916.

[Ilaria Mattioni]

Fonti e bibliografia: DBDL, pp. 901-902; O. Greco, Biobibliografia femminile italiana, Venezia, s.e., 1875, pp. 407-410; A. De Gubernatis, Dictionnaire international des écrivains du monde latin, Roma-Firenze, Società tipografica fiorentina, 1905, p. 1181; M. Bandini Buti (ed.), Poetesse e scrittrici, Roma, Tosi, 1941-1942, vol. II, p. 152; M.E. Frati, Le carte e la biblioteca di Paolo Mantegazza: inventario e catalogo, Firenze, Giunta regionale toscana, 1991, p. 78; R. Carrarini, M. Giordano (ed.), Bibliografia dei periodici femminili lombardi 1786-1945, Milano, Editrice Bibliografica, Milano, 1993, pp. 171-172; M.P. Casalena, Scritti storici di donne italiane. Bibliografia 1800-1945, Firenza, Olschki, 2003, p. 331.