Baricelli Carmela

Professioni: Maestra, professoressa, scrittrice
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, educazione femminile, emancipazionismo, istruzione popolare, socialismo
Luoghi di attività: Lombardia

Carmela Baricelli nacque a Casalbuttano (Cremona) il 25 gennaio 1861 da una famiglia della media borghesia, sorella di Edvige. Dimostrò fin dall'infanzia un forte temperamento, riuscendo a convincere i genitori, nonostante l'opinione avversa, a farle proseguire gli studi. Maestra nel 1879, conseguì poi, nel 1891 presso l'università di Pavia, l'abilitazione per l'insegnamento di Lettere nelle scuole normali.

I primi anni di docenza presso la scuola normale di Cremona furono segnati da un forte impegno politico e sociale, ispirato alle idee del socialismo riformista, in contatto con Filippo Turati, Arcangelo Ghisleri, Ettore Sacchi, Leonida Bissolati. Con lo pseudonimo di Malvina scrisse sulle principali testate del Partito socialista e sui giornali locali, attivandosi anche quale apprezzata conferenziera. Dal 1893 fece parte della Commissione esecutiva della Camera del lavoro di Cremona ed organizzò gli scioperi delle filatrici, contribuendo alla nascita di una Società operaia femminile e dedicandosi inoltre all'istruzione di lavoratori e lavoratrici, presso le locali società di mutuo soccorso.

Questa esperienza la portò alla stesura del manuale L'istruzione popolare. Libro di lettura per operai e contadini (1894) cui seguirono altri testi destinati soprattutto all'istruzione femminile: Tra fiori e messi. Guida alla pratica dell'apprendimento dell'arte del comporre ed all'acquisto delle idee (1900); Serto muliebre. Creazioni femminili de' nostri maggiori poeti (1904); Per la scuola e per la vita. Antologia ad uso speciale delle scuole medie femminili (1910).

In qualità di scrittrice, la B. si dedicò altresì e con successo alla stesura di drammi e di romanzi d'appendice, con l'intento di divulgare un messaggio di strenua e quotidiana lotta contro ingiustizie e soprusi, esistenti nei rapporti sociali e familiari (Una coscienza. Dramma romantico in quattro atti, 1903; I vinti, ovvero il Genio oppresso, 1907).

Nel 1904 si trasferì a Pavia presso la scuola normale del capoluogo pavese, dove restò per otto anni. Qui fondò il circolo L'Alleanza femminile e il settimanale femminista «L'Alleanza», che diresse dal 1906 al 1911. In piena campagna suffragista, il giornale si rivolse alle donne in genere, al di là di ogni appartenenza partitica – da qui il titolo «L'Alleanza» – con l'obiettivo di educarne la coscienza politica. L'intento fu quello di trasformare la rivista in una sorta di palestra, dove le lettrici – in stragrande maggioranza insegnanti – potevano pubblicare i loro scritti. Accanto alle istanze rivendicative (diritto di voto, parità di stipendio ecc.), il periodico si propose di esprimere un'ottica di genere per valorizzare l'apporto delle donne alla riforma della società.

Gli anni pavesi della B. furono connotati da un certo clima di ostilità nei suoi confronti, spesso richiamata dalle autorità scolastiche «ad avere condotta più prudente per non provocare la diffidenza dei padri di famiglia». Il suo persistere nella militanza politica – nel 1911 fu tra le firmatarie della Petizione delle donne italiane al Parlamento – le provocò il trasferimento a Padova nel 1912, dove restò per due anni.

Chiuso il periodico, negli anni successivi, la B. prese le distanze dal Partito socialista, ormai in preda alle posizioni massimaliste, fino ad allontanarsene definitivamente, alle soglie della Grande guerra, in totale disaccordo con la linea del «Né aderire, né sabotare». Carmela si trasformò, come molte altre protagoniste del movimento femminile, in una accesa interventista e fondò un nuovo giornale coerente con le sue tesi, «L'Alleanza interventista».

Nel 1914 si spostò a Torino, dove insegnò per cinque anni presso la scuola complementare «Margherita di Savoia», poi nell'ottobre 1919 raggiunse Belluno dove, nel 1923, divenne preside dell'istituto magistrale nel quale insegnava. Nel 1931, posta in pensione per limiti di età, Carmela tornò definitivamente a Cremona.

Già da tempo delusa dall'impegno politico, era entrata in una profonda crisi morale, che trovò esito nell'avvicinamento alla fede religiosa. Si ritirò così presso l'istituto del Buon pastore, per vivere gli ultimi anni della sua vita in totale isolamento e in pieno raccoglimento interiore; qui si dedicò pure all'educazione delle giovani abbandonate e derelitte, ospiti dell'istituto. Si spense a Cremona il 14 aprile 1946, dopo aver scritto il suo testamento spirituale: Ritorno alla fede sulle vie del Vangelo (1941).

[Tiziana Pironi]

Fonti e bibliografia: documentazione sulla B. si trova in numerosi archivi: ACS, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dell'ex Istituto magistrale «S. Anguissola», Cremona; Domus mazziniana, Pisa.

DBDL, p. 108.

A.M. Telli, Lettera al Paradiso col nastro azzurro. Biografia di Carmela Baricelli (1861-1946), Cremona, Edizioni il Galleggiante, 2000; A. Cagnolati, T. Pironi (edd.), Cambiare gli occhi al mondo intero. Donne nuove ed educazione nelle pagine dell'Alleanza (1906-1911), Milano, Unicopli, 2006.