Pendola Tommaso

Professioni: Sacerdote, educatore, professore universitario
Ambiti di produzione: Educazione collegiale, filosofia, pedagogia speciale, Scolopi
Luoghi di attività: Liguria, Toscana

Tommaso Pendola nacque a Genova il 22 giugno 1800. Tra i principali protagonisti dell'educazione dei sordomuti nell'Italia dell'800, il P. era stato accolto tra gli Scolopi all'età di sedici anni, dopo aver compiuto gli studi presso le Scuole pie di Firenze. Completata nello stesso capoluogo toscano la propria formazione filosofica e scientifica, a partire dal 1821 fu mandato ad insegnare nel prestigioso collegio «Tolomei» di Siena tenuto dall'ordine calasanziano.

Qui cominciò a prendersi cura dell'istruzione privata di tre giovani sordomuti, ufficio che lo portò ad approfondire la conoscenza delle problematiche teoriche e pratiche relative all'educazione speciale dei soggetti affetti da sordità. A questo scopo, nel 1825 si recò a Genova, presso l'Istituto dei sordomuti diretto dal confratello Ottavio Assarotti, dove perfezionò le sue competenze. Rientrato a Siena, nel 1828 P. diede vita a una scuola speciale per sordomuti (Sopra un nuovo Istituto aperto in Siena per i sordomuti, Siena 1832), alla quale furono annessi nel 1831 un convitto maschile e, successivamente, a seguito della decisione di accogliere nella scuola anche le giovani sordomute affidandole alle Figlie della Carità, nel 1834 un collegio femminile.

Fin dal 1830, intanto, il P. era stato chiamato a ricoprire la cattedra di Logica e Metafisica presso l'università di Siena, nella quale, dopo l'Unità, egli tenne anche il prestigioso incarico di rettore (1860-1865). La cattedra universitaria, che egli illustrò con studi e ricerche filosofiche di chiara impronta rosminiana, non impedì al padre scolopio di dedicare le sue principali cure alla scuola per sordomuti da lui diretta e di provvedere alla stesura di appositi testi per l'istruzione dei non udenti che lo occuparono per circa mezzo secolo (Sulla necessità di educare il sordomuto, 1833; Corso di pratico insegnamento per il sordo-muto italiano, 1842; Sulla educazione dei sordo-muti in Italia. Studi morali, storici, economici, 1855 e altri).

La notorietà dell'operato del P. e dei risultati ottenuti dalla scuola senese divenne tale che il governo granducale, nel 1844, stabilì di sopprimere l'analoga scuola per sordomuti esistente a Pisa e di erigere quella di Siena a Regio Istituto Toscano dei Sordomuti.

Dopo il 1861, il P. fu tra i primi a cogliere l'esigenza di promuovere una coscienza unitaria tra gli educatori speciali e di favorire un più stretto raccordo tra gli istituti educativi per i sordomuti attivi nella penisola; come anche di potenziare gli studi nel settore dell'educazione speciale. Alla realizzazione di tali ambiziosi obiettivi egli attese con la fondazione, nel 1872, della rivista «Dell'Educazione dei sordomuti in Italia» (SPES, n. 457), poi diretta fino alla morte. Per gli stessi scopi, accanto alla longeva e battagliera rivista, il P. propugnò la celebrazione di una serie di congressi annuali degli educatori dei sordomuti, fruttifera occasione per un ampio confronto e per una crescita unitaria del settore.

Si deve in special modo al P. e alla sua rivista se il problema dell'adozione del «metodo orale» superò i confini un po' angusti delle dispute tra istitutori e si impose come questione d'importanza nazionale. Nel settembre del 1873, convocato dallo stesso P., si aprì a Siena il primo congresso degli insegnanti italiani dei sordomuti, il quale deliberò l'adozione in via privilegiata del sistema orale, sia pure senza escludere i metodi tradizionali (mimica, dattilologia ecc.).

Un'ulteriore e fondamentale tappa dell'affermazione del metodo fu rappresentata dal successivo congresso svoltosi a Milano dal 6 all'11 settembre 1880. Protagonisti del totale abbandono dei metodi tradizionali e della svolta a favore dell'adozione esclusiva dell'approccio oralista in tale assise furono, com'è noto, Giulio Tarra e Serafino Balestra, ma occorre precisare che la loro opera incontrò il determinante appoggio di quello che, dopo la morte degli altri grandi istitutori della prima metà del secolo, era ormai divenuto il principale punto di riferimento per gli educatori dei sordomuti italiani: il fondatore e direttore dell'Istituto per i sordomuti di Siena.

Al P. va infine attribuita la predisposizione del primo progetto di legge a favore dell'istruzione ed educazione dei sordomuti (Pel riordinamento delle Scuole speciali dei sordomuti) presentato nel 1872 alla Camera dei deputati dal ministro della P.I. Cesare Correnti, nel quale si riflettevano ampiamente le aspirazioni e i propositi di matrice cattolico-liberale del P. in ordine al ruolo e alle prerogative dello Stato in campo educativo e scolastico ed era determinato un assetto organico per gli istituti scolastici ed educativi del settore. Il P. morì a Siena il 12 febbraio 1883.

[Roberto Sani]

Fonti e bibliografia: documentazione sul P. è conservata soprattutto presso l'Archivio dell'istituto «T. Pendola», Siena e inoltre nell'Archivio storico degli Scolopi, Firenze, in Archivio arcivescovile, Siena e nell'Archivio storico dell'università di Siena; O. Tosti, Carteggio Pendola-Rosmini. Omaggio a Rosmini nel primo centenario della morte, in «L'Educazione dei sordomuti», 1955, n. 6, pp. 277-291.

EC, vol. IX, p. 1102; EP, vol. V, cc. 8892-8896; SPES, n. 457.

G. Ferreri, Disegno storico dell'educazione dei sordomuti, Milano, Editrice società libraria, 1917, vol. II, pp. 164-170; Nel centenario del R. Istituto Pendola per i sordomuti, Siena, Tip. Sordomuti, 1928; O. Tosti, Le origini dell'Istituto «Pendola» e le preoccupazioni didattiche del Fondatore nei suoi primi anni di attività, in «L'Educazione dei sordomuti», 1971, n. 4, pp. 160-187; Id., I cento anni de «L'Educazione dei Sordomuti», ivi, 1972, n. 1, pp. 3-24; M.P. Biagini Transerici, Tommaso Pendola e l'educazione dei sordomuti in Italia nel secolo XIX. Con appendice di documenti inediti, in «Rivista Rosminiana», 1975, n. 3-4, pp. 237-274 e 381-457; R. Sani (ed.), L'educazione dei sordomuti nell'Italia dell'800. Istituzioni, metodi, proposte formative, Torino, SEI, 2007, pp. 5, 7, 9-18, 22, 28-33, 56-57, 101-102 e passim; M. Bennati (ed.), Tommaso Pendola (1800-1883). Tra apostolato, pedagogia e impegno civile, Siena, Cantagalli, 2008.