Bargellini Piero

Professioni: Scrittore, maestro, uomo politico
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, letteratura italiana, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Toscana

Nato a Firenze il 5 agosto 1897 da Carlo e Adele Cestoni, Piero (Piero Francesco) Bargellini, di famiglia borghese, crebbe sino all'adolescenza nel Mugello. Questo favorì la sua naturale propensione per il variegato ambiente della campagna, tanto che scelse per i suoi studi l'istituto tecnico agrario. Dopo la Grande guerra, nella quale prestò servizio come ufficiale, si dedicò alla professione di maestro elementare, con accentuati interessi per la pittura e la letteratura.

La vocazione letteraria agì ben presto in profondità, intrecciata alla forte esigenza di fede praticata ed espressa. Nel 1923 diede alle stampe con Nicola Lisi e Carlo Betocchi il Calendario dei pensieri e delle pratiche solari, nato da un cattolicesimo sensibile al mondo rurale e da un autobiografismo, portato a rappresentare la serenità, cui si addiceva l'offerta di riflessioni e consigli di antica saggezza, anche attraverso l'uso frequente dei proverbi. Il fatto che la qualità espressiva e di organizzazione nell'ambito artistico-letterario prendesse ben presto il sopravvento e facesse di lui uno degli scrittori più conosciuti e stimati del suo tempo, ha messo in minore rilievo la conoscenza storica dell'attività educativo-didattica.

Dell'insegnante gli rimarrà sempre un'eccezionale abilità divulgativa, accompagnata da un'avversione mai nascosta per le oscurità linguistiche e per un filo-ermetismo autoreferenziale. Gli anni '30 furono per il B. assai fecondi: da Scritti a maggio (1931) a San Bernardino (1933), Carducci (1934), da Architettura (1934) a David, con disegni di Giacomo Manzù (1936), Città di pittori (1939), ad altre opere. Va inoltre ricordata la collaborazione culturale con Giuseppe De Luca, con cui condivise anche la stesura di testi religiosi (Dall'antico al nuovo Adamo, 1935; Figlio dell'uomo, figlio di Dio, 1936; La barca del Pescatore, 1938). Nel 1940 fu la volta di Ritratto virile in cui, fra temi diversi, l'autore tratteggiava con personale adesione qualche aspetto familiare o pubblico della vita di Mussolini.

Nella biografia letteraria del B. fondamentale fu l'esperienza della nascita (1929) e della direzione de «Il Frontespizio» accanto ad altri giovani scrittori, critici e poeti di sentimenti cattolici (tra gli altri Carlo Bo, Carlo Betocchi, Piero Bigongiari, Giancarlo Vigorelli, poi Oreste Macrì e Mario Luzi), fedeli ad una ricerca formale non meno che all'interiorizzata problematicità crescente nei confronti del fascismo. Nel 1939, accanto al Bargellini, comparvero nella direzione della rivista Giovanni Papini e Ardengo Soffici, con Barna Occhini come redattore capo. La significativa virata ideologico-politica filo-fascista non impedì comunque la chiusura della rivista nel dicembre del 1940.

Proprio in questi anni assunse un'importante e stabile evidenza la componente pedagogico-educativa della personalità del B. Nel 1937 fu nominato ispettore centrale presso il ministero dell'Educazione nazionale per meriti eccezionali, incarico tenuto fino al 1948, quando lo stesso B. si dimise, ottenendo il pensionamento anticipato. Nello stesso 1937 era stato fondato a Firenze il Museo nazionale della scuola, al quale fu associato nel Centro didattico nazionale nel palazzo Gerini. Di questo fu nominato direttore Nazareno Padellaro (in sostituzione di Giovanni Calò inviso al regime), coadiuvato dal B. in qualità di vice direttore. Il B. collaborò alle riviste bottaiane «Critica fascista» (almeno dal 1928) e «Primato» e fu autore di uno dei libri di Stato previsti dalla legge del 1929 nonché ascoltato consigliere del ministro Giuseppe Bottai.

Negli anni '40 aumentarono le sue pubblicazioni affiancate dalla direzione del settore scolastico offerta al B. dalla casa editrice Vallecchi: apparvero l'antologia Centostelle (1941), La verità di Pinocchio (1942, questo libro offrirà a distanza di anni spunti di riflessione teologica a testi come Contro Maestro Ciliegia del card. Giacomo Biffi nel 1977), La giostra (1947) e altri. Un momento particolare di transizione è dato dalla pubblicazione in dodici volumi di Pian dei Giullari: panorama storico della letteratura italiana (1945-1959, più volte ristampato). Di non minore importanza fu Canto alle rondini (1954), l'unica vera opera critica per l'infanzia.

Senza trascurare la scrittura, il B. si dedicò nell'ultima parte della sua vita a un'attività più fortemente politica. Nel 1951 entrò nel Comune di Firenze come assessore nella giunta La Pira. Divenne più tardi (1966) sindaco della città, prodigandosi a fondo durante la terribile alluvione del 6 novembre. Fu quindi eletto senatore nelle liste della Democrazia cristiana nel 1968 e deputato nella legislatura seguente. Il B. morì a Firenze il 28 febbraio 1980.

[Renata Lollo]

Fonti e bibliografia: L. Bedeschi (ed.), Il tempo del «Il Frontespizio». Carteggio Carlo Bo-Piero Bargellini (1930-1943), Milano, Camunia, 1989; G. Scudder (ed.), Carteggio P. Bargellini-G. De Luca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1998; C. Didoné (ed.), Carteggio P. Bargellini -P. Mignosi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2009.

DBI, vol. XXXIV, pp. 252-254; EP, vol. I, cc. 1477-1479.

G. Bottai, La biblioteca nella Scuola, in «Il Libro italiano», 1941, n. 1, pp. 7-14 e 123-134; G. Langella, Il secolo delle riviste, Milano, Vita e pensiero, 1982, pp. 300-310 e passim; I. Scaramucci, Il tempo del Frontespizio, una stagione felice, in «Il Ragguaglio librario», 1990, n. 2, pp. 45-46; R. Lollo, Sulla letteratura per l'infanzia, Brescia, La Scuola, 2003, pp. 219-221; A. Pastore, Una rivista una vita, Milano, Vita e pensiero, 2006, pp. 9-10 e 19-20.