Pecile Gabriele Luigi

Professioni: Amministratore pubblico, uomo politico, ispettore
Ambiti di produzione: Educazione infantile, ginnastica, istruzione agraria, istruzione tecnica
Luoghi di attività: Friuli Venezia Giulia

Nato a Fagagna (Udine) l'11 novembre 1826, da Domenico e Antonia Madonizza, in una famiglia agiata proprietaria di molte terre, Gabriele Luigi Pecile compì i suoi studi giuridici, come tanti altri suoi contemporanei, a Padova ed a Vienna. Deputato per Gemona e Portogruaro, senatore del Regno, sindaco di Udine e ispettore scolastico si distinse in settori diversi della vita sociale, ma i suoi interessi principali furono l'agricoltura e il mondo dell'educazione.

Uomo energico, pratico e dalle idee molto chiare, s'impegnò in varie iniziative e pubblicazioni, volte a far uscire il Friuli da una secolare arretratezza economica. Suo il merito, tra gli altri, di aver introdotto nelle campagne friulane, verso il 1860, i due vitigni francesi, Merlot e Cabernet. A suo giudizio, però, se si voleva ottenere un più diffuso e consolidato risultato nella battaglia contro il ritardo agricolo della regione diventava prioritario diffondere e migliorare la scuola. Da qui i suoi numerosi scritti a sostegno dell'istruzione tecnica e agraria comparsi tra gli anni '80 e '90.

Un secondo ambito della preoccupazione educativa del P. riguardò la scuola elementare con articoli, discorsi in Senato, atti amministrativi e un'attenta azione sul territorio, che egli aveva già preannunciato nel dettagliato Rapporto al Consiglio scolastico provinciale sulla condizione delle scuole elementari nell'anno 1866-1867 (1868), steso nella sua qualità di ispettore scolastico. Da sindaco di Udine operò per far rispettare la legge sull'obbligo scolastico, sostenere l'edilizia scolastica, migliorare la condizione degli edifici, controllare la frequenza e il profitto degli alunni e promuovere la preparazione degli insegnanti.

Il terzo ambito dell'intenso impegno educativo del P. riguardò l'educazione infantile. Nominato presidente della Società dei giardini d'infanzia, sostenne l'apertura del primo giardino fröbeliano di Udine (1877) e, più tardi, seguì le vicende connesse all'istituzione (1894) dell'asilo infantile del filantropo udinese Marco Volpe. Sostenitore del Fröbel nella stagione della polemica tra fröbeliani e antifröbeliani, mantenne una propria linea originale. Si dichiarò «fröbeliano puro», ma «animato quanto altri mai dal sentimento dell'italianità».

Accettare il Fröbel non voleva dire «intedescare l'Italia», come sostenevano gli oppositori del pedagogista tedesco: si trattava piuttosto di «riportare alla tradizione nazionale un'esperienza utile nata all'estero» (Conferenza sull'educazione infantile tenuta dal presidente G.L. Pecile, 1897). Auspicò un impegno diretto dello Stato nel campo dell'educazione infantile e sollecitò il passaggio delle relative competenze dal ministero dell'Interno al ministero della P.I.

Per l'istituzione del primo giardino udinese, il P. stabilì contatti con Adolfo Pick e inviò alcuni delegati a visitare i giardini infantili di Venezia, Trieste e Verona, aperti qualche tempo prima. Si avvalse inoltre di collaboratori autorevoli, come il geografo Mario Marinelli e Giuseppina Battagini, autrice di un ricco manuale di lezioni pratiche fröbeliane, chiamata a dirigere il primo giardino udinese e in seguito fondatrice del «Giornale di un giardino d'infanzia» (1882), nonché autrice di un fortunato Canzoniere del giardino (1903?).

Il nome del P. è infine legato alla storia della ginnastica, del gioco e degli sport. Partecipò alla redazione dei nuovi programmi nazionali di educazione fisica (1893) e promosse con altri il Comitato nazionale centrale per l'educazione fisica e i giochi ginnici nelle scuole e nel popolo (1896), con l'intento di far sorgere una capillare rete di comitati locali per curare la costruzione e la manutenzione di impianti ginnico-sportivi (campi da gioco, palestre, sale di ricreazione), allo scopo di favorire la pratica sportiva popolare. Il P. morì a Udine, il 27 novembre 1902.

[Claudio Desinan]

Fonti e bibliografia: DBF, p. 608.

G. Girardini, Commemorazione del Presidente Gabriele Luigi Pecile, Udine, Tip. Bardusco, 1903; M. Misani, Gabriele Luigi Pecile. 1826-1902, Udine, Doretti, 1927; L. Tranquilli Boccasini, F. Borgomanero, D. Feruglio, Memoria su Gabriele Luigi e Domenico Pecile, Udine, Arti grafiche friulane, 1948; D. Gasparini, Adolfo Pick. Il pensiero e l'opera, Firenze, Centro didattico nazionale di studi e documentazione, 1968, vol. I, pp. 21-22; G. Marchetti, Il Friuli. Uomini e tempi, Età del Risorgimento, Udine, Del Bianco, 1979, vol. II, pp. 732-743; C. Rinaldi, I deputati friulani a Montecitorio nell'età liberale 1866-1919, Udine, La nuova base, 1979, pp. 353-355; G. Bonetta, Corpo e nazione. L'educazione ginnastica, igienica e sessuale nell'Italia liberale, Milano, Angeli, 1991, pp. 134 e 153; P. Ferraris, Aspetti del liberal-liberismo di Gabriele Luigi Pecile, in «La Panarie», 1994, n. 102-103, pp. 25-29; Id., Gabriele Luigi Pecile. Agricoltura e sviluppo socio-economico nel Friuli dell'Ottocento, Tavagnacco, Editrice Missio, 1994 (con bibliografia degli scritti del P.); L. Stefanelli, L'organizzazione delle scuole elementari in Friuli (1818-1923), in Associazione nazionale archivistica italiana, Sezione Friuli-Venezia Giulia, La lavagna nera. Le fonti per la storia dell'istruzione nel Friuli-Venezia Giulia, Trieste, Stella, 1996, pp. 31-42.