Agazzi Rosa

Professioni: Maestra
Ambiti di produzione: Didattica, educazione infantile, pedagogia
Luoghi di attività: Lombardia, Italia

Sorella maggiore di Carolina, Rosa Agazzi, nata a Volongo (Mantova) il 26 marzo 1866, dopo l'infanzia trascorsa nel paese natale si trasferì alla fine degli anni '70 a Brescia. Qui conseguì la patente magistrale e iniziò a insegnare nella scuola elementare. Qualche anno più tardi, durante lo svolgimento di un corso fröbeliano frequentato insieme a Carolina, Pietro Pasquali, allora direttore generale delle scuole elementari e degli asili del comune di Brescia, scoprì le attitudini per l'educazione dell'infanzia delle due sorelle e nel 1895 curò il loro trasferimento nel giardino infantile rurale di Mompiano. Qui Rosa e Carolina diedero vita a un'esperienza educativa che costituì la base del loro sistema di educazione infantile

Nella relazione L'orientamento pedagogico secondo il sistema del Fröbel, tenuta nel corso del congresso pedagogico nazionale di Torino (1898), Rosa presentò gli elementi essenziali di questo «sistema» che in seguito descrisse nelle sue principali pubblicazioni (La lingua parlata, 1898; Bimbi cantate, 1911; Come intendo il museo didattico nell'educazione dell'infanzia e della fanciullezza, 1922; L'arte delle piccole mani, 1927) e in numerosi articoli pubblicati nelle riviste magistrali e particolarmente in «Pro Infantia» (SPES, n. 840), di cui compilò la sezione didattica nell'annata 1929-1930 poi raccolta nel volume intitolato Guida per le educatrici dell'infanzia (1932).

A partire dal primo decennio del '900 il «metodo di Mompiano», sostenuto dal consenso di Giuseppe Lombardo Radice, ebbe una notevole diffusione (talora impropriamente contrapposto alla pedagogia infantile di Maria Montessori) e le sorelle A. svolsero un'intensa attività di formazione magistrale collaborando con l'Opera nazionale per l'assistenza all'Italia redenta, con l'Associazione educatrice italiana di fratel Eugenio Alessandrini e con il ministero dell'Educazione nazionale.

Nelle pubblicazioni e nell'attività di formazione l'A. ha sempre testimoniato la fedeltà alla visione del bambino come «germe vitale che aspira al suo armonico sviluppo», concepito come protagonista attivo e partecipe della vita della scuola, di cui le maestre sono le organizzatrici, le animatrici e le «registe». Al centro del sistema educativo agazziano c'è infatti il bambino che le educatrici debbono osservare per trarre da questa osservazione le «norme pratiche per educarlo», non dimenticando che l'efficacia dell'educazione è legata non soltanto ai «mezzi» ma anche «all'atmosfera» che si respira nella scuola e alle «idealità» poste come fini dell'educare. La conoscenza del bambino e dei suoi bisogni può consentire di coordinare i mezzi con i fini dell'azione educativa.

L'A. pertanto sollecita l'educatrice a soddisfare i bisogni del bambino di intraprendenza, di fare, di conoscere, di esplorare e di sicurezza, di stare bene, di vivere in un clima ricco di affettività e di occasioni di gioco, di essere accettato, ascoltato, incoraggiato con «differenziata adeguatezza», sostenuto, in una parola, nella crescita e nelle difficoltà, nella maturazione della sua identità e nella conquista dell'autonomia e della libertà.

Dall'attenzione per questi bisogni deriva l'importanza dell'ambiente umano e degli spazi, interni ed esterni, dei locali, del loro arredamento semplice e pratico e delle «cose» poste intorno ai bambini, che essi stessi procurano e portano a scuola, efficaci opportunità per coltivare in prospettiva educativa le loro «aspirazioni fisiche» e spirituali. Nell'ambiente agazziano particolare importanza riveste l'educazione all'ordine volto alla conquista «dell'ordine interiore», facilitata dall'uso dei contrassegni, i quali consentono al bambino di riconoscere e di trovare le proprie cose, di metterle al loro posto e di utilizzarle razionalmente.

Questo ambiente a misura di bambino favorisce la realizzazione di due programmi: quello corporeo e quello della mente e del cuore dell'educatrice. Il primo, che comprende le attività comunemente considerate a carattere intellettuale («la lingua e le abilità in genere», il gioco, il giardinaggio, il canto) richiede un insegnamento metodico, l'impiego del metodo operativo, i rapporti diretti con la natura, le cose e le persone e pone al suo centro l'educazione linguistica, che si realizza attraverso la conversazione, le attività ludiche e appositi esercizi.

L'altro programma, quello della mente e del cuore dell'educatrice, non è scritto e non ha un metodo da seguire, né materiali specifici da utilizzare perché è legato alla perizia della maestra che sa motivare il bambino e sensibilizzarlo nei confronti del bene. I due programmi pertanto puntano alla promozione del «germe vitale» in coerenza con i fini e le idealità del sistema educativo agazziano che aspira a conseguire il «massimo sviluppo armonico del bambino per farlo crescere, sano, robusto, intelligente, buono, capace di iniziativa spontanea nell'esercizio della libertà», mirando «mediante il complesso degli esercizi pratici e intellettuali» ad «ispirare la dignità personale, il rispetto verso gli altri», «lo spirito di fratellanza», «il senso del vero, del giusto, del dovere», ad «iniziare la coscienza del bene e del male», ad «elevare l'anima del bambino all'idea di Dio» (Principio dell'esperimento Agazzi, 1942), a soddisfare il suo bisogno di armonia, di bellezza e del sacro. L'A. morì nel paese natale il 9 gennaio 1951.

[Serenella Macchietti]

Fonti e bibliografia: documentazione su R.A. è conservata nell'Archivio storico dell'Istituto «Pasquali-Agazzi» di Mompiano, Brescia; M. Grazzini, Sulle fonti del metodo Pasquali-Agazzi e altre questioni. Interpretazioni, testi e nuovi materiali, Brescia, Centro studi pedagogici «Pasquali-Agazzi», 2006.

DBI, suppl. A-C, pp. 18-20; DEP, vol. I, pp. 36-37; EP, vol. I, cc. 224-233; PE, p. 14; SPES, n. 840; M.F. Sciacca (ed.), Enciclopedia della pedagogia e della scuola, Milano, Curcio, vol. I, 1969, p. 53.

M. Casotti, Il metodo Montessori e il metodo Agazzi. Saggi di didattica, Brescia, La Scuola, 1931; A. Agazzi, Il metodo delle sorelle Agazzi per la scuola materna, Brescia, La Scuola, 1951; N. Ruspantini, Il metodo Agazzi, Rovigo, IPAG, 1952; S. Salucci (ed.), Rosa Agazzi a dieci anni dalla morte, Roma, Centro didattico per la scuola materna, 1961; R. Mazzetti, Pietro Pasquali, le sorelle Agazzi e la riforma del fröbelismo, Roma, Armando, 1962; D. Orlando, L'ambiente socio-culturale e l'esperienza agazziana, Brescia, La Scuola, 1967; Rosa Agazzi nel primo centenario della nascita, Roma, Centro didattico per la scuola materna, 1967; S.S. Macchietti, L'oggi del metodo Agazzi, Brescia, Istituto di Mompiano «Pasquali-Agazzi», 1981; A. Agazzi, S.S. Macchietti, L'educazione dell'infanzia nella scuola materna e il metodo Agazzi, Brescia, La Scuola, 1991; M. Bagnalasta Barlaam (ed.), Rosa Agazzi nella cultura pedagogica italiana e nella realtà educativa della scuola materna, Brescia, Istituto Pasquali-Agazzi, 1995; La pedagogia di Rosa Agazzi paradigma educativo per il 2000, Azzano San Paolo, Edizioni Junior, 2001, voll. 6.