Pascoli Giovanni

Professioni: Professore, professore universitario, ispettore, scrittore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, latino, letteratura italiana, socialismo
Luoghi di attività: Emilia Romagna, Italia

Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a S. Mauro di Romagna (Forlì), nella «Romagna solatia» in cui perse il padre, scomparso in circostanze violente e misteriose. Come è accaduto anche per altri poeti e scrittori, il P. occupa un posto di rilievo non solo nella storia letteraria, ma riveste un ruolo di rilievo anche in quanto uomo di scuola e autore di testi scolastici, come è efficacemente richiamato alla storiografia più recente sul poeta.

Il giovane P. seguì gli studi presso il collegio degli Scolopi di Urbino, ove incontrò come docente, tra gli altri, Alessandro Serpieri. Nel 1873 approdò nella facoltà di Lettere dell'università di Bologna, anche grazie al sostegno di Giosuè Carducci. Dopo una tormentata fase giovanile di impegno politico anarco-socialista ed internazionalista vicino ad Andrea Costa, periodo nel quale sperimentò le prime prove di scrittore e poeta nonché il carcere, completò finalmente gli studi, laureandosi nel 1882.

Nello stesso anno, mentore ancora il Carducci, cominciò l'attività di docente di Latino e Greco in diversi licei d'Italia: a Matera (1882-1884), a Massa (1884-1887) e a Livorno (1887-1889). Nel frattempo coltivò la vena poetica che emerse in specie con la pubblicazione di Myricae (1891) che inaugurarono la sua fortuna e gli diedero ampia notorietà (alla cui letteratura storiografica qui si rinvia), ma anche instaurarono un rapporto sempre più difficile con il Carducci.

Nel medesimo periodo il P. maturò ulteriore esperienza scolastica grazie a numerosi incarichi ministeriali: ispettore e commissario d'esame nelle scuole secondarie; presidente della commissione sull'insegnamento del latino nei ginnasi e licei (1893); successiva decisiva influenza nella revisione dei programmi liceali del 1894 per contrastare l'eccesso grammaticale in uso nell'insegnamento del tempo.

Forte della triplice esperienza di poeta, docente e ispettore, il P. decise di misurarsi con il settore dell'editoria scolastica per la scuola secondaria. Ecco così comparire, pressoché contemporaneamente alla produzione poetica degli ultimi anni del secolo (Poemi conviviali, 1895; Poemetti, 1897), le fortunate antologie latine Lyra (1895) ed Epos (1897) edite da Giusti di Livorno, cui seguirono le antologie scolastiche letterarie Sul limitare e Fior da fiore pubblicate da Sandron.

In questi ultimi volumi il P. si rivolgeva direttamente ai lettori alunni e docenti, offriva soluzioni che tenevano conto della sensibilità dei destinatari adolescenti, inseriva testi attinti dalla letteratura straniera, realizzando perciò opere che presentavano caratteristiche ben diverse rispetto al canone antologico carducciano e patriottico allora imperante, dal quale la sensibilità pascoliana dissentiva sempre più.

La consacrazione poetica del P. andò definitivamente delineandosi con i Canti di Castelvecchio (1903) e altre celebri raccolte di poesie (unitamente alle composizioni in lingua latina e alla raccolta postuma Limpido rivo) che entrarono largamente nell'editoria scolastica successiva, specie della scuola elementare, per l'apparente semplicità delle liriche, in realtà dense di un simbolismo che collocava pienamente il P. nella letteratura coeva europea, elemento allora non ancora ben valorizzato (e forse neppure pienamente compreso) dalla critica del tempo.

Dal 1895, frattanto, il P. entrò come professore straordinario di Grammatica greca e latina all'università di Bologna, poi di Letteratura latina a Messina (1898-1903), di Grammatica greca e latina a Pisa (1903-1905) e infine di Letteratura italiana a Bologna, subentrando, tra mille polemiche e in un clima ostile, al Carducci stesso.

Nonostante la celebrità di cui ormai godeva non si ritrasse neppure da compiti accademici in apparenza minori: fu infatti docente di Letteratura italiana anche nel Corso di perfezionamento per licenziati di scuola normale (Scuola pedagogica) di Bologna, conquistando allievi ed allieve accorsi alle sue lezioni, centrate sul rapporto Dante-Virgilio e sulla «poetica del fanciullino» offerti alla riflessione letteraria e pedagogica dei maestri, per i quali auspicava una futura formazione universitaria. Il P. morì a Bologna il 6 aprile 1912.

[Mirella D'Ascenzo]

Fonti e bibliografia: documentazione sul P. è conservata presso l'Archivio di Casa Pascoli a Castelvecchio (Lucca) e il Museo Casa Pascoli di S. Mauro di Romagna; nell'Archivio storico dell'Università di Bologna si trovano le carte relative all'insegnamento universitario bolognese, Pos. 4/a, f. 214.

EP, vol. V, pp. 8791-8795; PE, p. 331; TESEO, nn. 11, 264, 367, 498, 501 e 599; G. Bernabei, Dizionario dei bolognesi, Bologna, Santarini, 1989-1990, vol. II, p. 395.

Limitatamente agli aspetti scolastici, universitari e editoriali: C. Ossola (ed.), Brano a brano. L'antologia d'italiano nella scuola media inferiore, Bologna, Il Mulino, 1978, pp. 93-100; L. Cantatore, Scelta, ordinata e annotata: l'antologia scolastica nel secondo Ottocento e il laboratorio Carducci-Brilli, Modena, Mucchi, 1999, pp. 119 e ss; M. D'Ascenzo, La Scuola pedagogica di Bologna, in «Annali di storia dell'educazione e delle istituzioni scolastiche», n. 10, 2003, pp. 201-242; P. Morelli, Contro la «pedanteria grammaticale». La relazione di Giovanni Pascoli sull'insegnamento del latino nei ginnasi-licei al Ministro della P.I. Ferdinando Martini (1893), in «History of education Ï children's literature», 2007, n. 2, pp. 315-368; P. Boero, C. De Luca, La letteratura per l'infanzia, Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. 112-113; M. D'Ascenzo, Alberto Calderara. Microstoria di una professione docente tra Otto e Novecento, Bologna, CLUEB, 2011, pp. 42-48; E. Graziosi (ed.), Pascoli. Poesia e biografia, Modena, Mucchi, 2012, pp. 89-130 e 259-327; M.G. Tavoni, P. Tinti, Pascoli e gli editori Dal «mio editore primo» a Cesare Zanichelli, Bologna, Patron, 2012, passim.