Palazzi Fernando

Professioni: Scrittore, traduttore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, letteratura italiana, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Marche, Lombardia, Piemonte, Italia

Fernando Palazzi nacque ad Arcevia (Ancona) il 21 giugno 1884 da Filippo e Felicita Terenzi e in terra marchigiana trascorse gli anni giovanili, in specie a Loreto dove la famiglia si spostò per seguire il padre che lavorava negli uffici del santuario. Alla frequenza del liceo «Rinaldini» di Ancona fece seguito la laurea in Giurisprudenza. Dal 1908 al 1922 il P. svolse l'attività di magistrato. Tale lavoro comportò frequenti spostamenti di sede in rapporto ai diversi incarichi assunti, con responsabilità via via più elevate, fino al ruolo di sostituto procuratore.

Nel 1910 sposò Emilia Sguerso dalla quale ebbe i figli Simonetta, Duccio e Rosetta. Tra di loro Duccio si sarebbe affermato come medico, mentre Simonetta e l'ultimogenita Rosetta avrebbero proseguito la via paterna, dedicandosi alla scrittura per ragazzi, all'attività giornalistica e di traduzione.

L'amicizia con Massimo Bontempelli gli aprì le pagine delle riviste «Pagine libere» e «Acropoli» e lo introdusse all'amicizia con il poeta Giosuè Borsi con il quale maturò un legame profondo quanto breve per la prematura morte dello scrittore livornese. Come emerge in Lettere scelte (1931), tra il 1911 e il 1915 Borsi fu prodigo di consigli al P. che frattanto cominciò a farsi apprezzare per i testi apparsi su «Myricae», «Giornale del mattino» e «Rassegna contemporanea». A questi lavori affiancò le traduzioni di Heine, gli studi su Dickens e Tillier, la biografia su Sem Benelli (1913).

Dopo la Grande guerra (cui partecipò nella compagnia comandata da Giuseppe Prezzolini), il P. si trasferì a Roma presso il Tribunale militare di Roma. La vicinanza alla casa editrice Formìggini diede modo al P. di affiancare l'editore nella redazione della rivista «L'Italia che scrive» dove curò le sezioni di «Critica letteraria» e di «Letteratura straniera in Italia» fino al 1932. La collaborazione con Formìggini si manifestò inoltre con varie traduzioni.

Negli anni '20 il definitivo distacco dalla magistratura e il trasferimento a Milano aprirono al P. nuove e importanti collaborazioni in riviste e quotidiani (tra cui «La Fiera letteraria», «Il Resto del Carlino» fino al «Corriere della sera» al quale approdò stabilmente alla fine del 1931). Da questo momento fu particolarmente significativa la sua produzione scolastica e per l'infanzia. Il P. venne invitato da Vincenzo Errante a collaborare dapprima all'editrice Unitas con antologie di letteratura e storia antica e moderna, dando vita a un sodalizio professionale che lo portò quindi ad approdare nel 1926 a Mondadori, dove Errante aveva assunto nel frattempo il ruolo di condirettore editoriale.

Dell'intensa collaborazione con Mondadori, oltre al ciclo di letture per la scuola elementare La stella dell'alba (1927) scritto insieme ad Ada Negri e a Natalia Fossati e a numerosi testi per i corsi secondari, va segnalato il fortunato Piccolo dizionario di mitologia e antichità classiche (1925) perché quest'opera segnò l'avvio di un'intensa produzione del P. nella scrittura aneddotica (con Silvio Spaventa Filippi, Il libro dei mille savi, 1927; Enciclopedia degli aneddoti 1934-1946) e lo preparò a realizzare il notissimo Nuovissimo dizionario della lingua italiana (1939). Il dizionario in realtà fu compilato con Eugenio Treves, ma il nome di questi fu espunto dall'opera in ottemperanza alle leggi razziali. Il suo nome non fu tuttavia reintegrato nelle successive edizioni, nemmeno nell'ultima edizione Palazzi-Folena (Loescher, 1986) dove si ricorda il coautore solo all'interno dell'opera.

Va precisato che sin dall'inizio della sua attività letteraria il P. andava pensando alla scrittura aneddotica e alla raccolta di materiale lessicografico, come testimoniano i riscontri nell'epistolario del Borsi, dai quali si apprende come le nuove piste di lavoro degli anni '30 fossero il frutto di una lunga preparazione.

Lo scrittore marchigiano manifestò inoltre, anche in questo caso dopo gli anni '20, un crescente interesse verso la letteratura per l'infanzia. Dopo un primo e fugace accostamento con la direzione del «Giornalino della domenica» ceduto da Bemporad a Mondadori nel 1924, poi chiuso nel 1927, il P. redasse la voce Libri di testo dell'Enciclopedia delle enciclopedie. Pedagogia (1931) e soprattutto curò per Utet con l'Errante l'importante collana per ragazzi «La Scala d'oro» (1932) dove sensibilità educativa e qualità letteraria conversero nelle scelte di riduzione e riscrittura dei classici per l'infanzia. La collaborazione con la casa editrice torinese proseguì con Il romanzo di Renardo (1935) e giunse all'apice con l'ideazione e la direzione, condivisa ancora con l'Errante, dell'enciclopedia tematica Il tesoro del ragazzo italiano (1939), un riferimento fondamentale per i giovani lettori fino agli anni '70. La crescente attenzione del P. in ambito educativo è testimoniata anche dalla direzione di periodici come «Mammina» (1935-1950) dedicati ai problemi legati all'educazione dei figli.

Accanto ad alcuni fortunati testi per la scuola (in particolare la Grammatica italiana e moderna, 1937) e al dizionario Piccolo Palazzi (1953), anche l'ultima fase dell'attività del P. fu segnata dall'impegno nella letteratura giovanile con il romanzo Le allegre avventure di Til Ulenspighel (1945) e soprattutto con la corposa Enciclopedia della fiaba (1941-1947, 4 voll.), una raccolta di fiabe e leggende popolari provenienti da tutto il mondo e alla quale collaborarono, tra gli altri, la figlia Simonetta, Marina Spano e Mario Pintor. Analoghi intenti ebbe, su un altro piano, la selezione delle migliori opere di narrativa di ogni tempo e di ogni tradizione letteraria che uscì tra il 1956 e il 1957 con il titolo Trame d'oro, compiuta in collaborazione con Aldo Gabrielli e Marina Spano.

Negli anni '50 il P. fondò l'ONAS (Ordine nazionale autori e scrittori), anticipo dell'Albo dell'ordine degli scrittori, sorto nel 2006 e ora intitolato alla memoria dello scrittore. Il P. si spense a Milano l'8 giugno 1962.

[Sabrina Fava]

Fonti e bibliografia: Fondazione «Arnoldo e Alberto Mondadori», fondo Palazzi; Biblioteca estense, Modena, fondo editoriale Formìggini, carteggio Formìggini-Palazzi.

EP, vol. V, cc. 8665-8666; TESEO '900, nn. 275 e 434; Chi è? Dizionario degli italiani d'oggi, 1931, p. 561; A. Codignola, L'Italia e gli italiani d'oggi, Genova, Il Nuovo mondo, 1947, p. 535; G. Bàrberi Squarotti (ed.), Storia della civiltà letteraria italiana. Dizionario-cronologia, Torino, Utet, 1991, tomo II, p. 496.

S. Fava, Percorsi critici di letteratura per l'infanzia tra le due guerre, Milano, Vita e pensiero, 2004, pp. 128-133 e 216-219; M. Galfré, Il regime degli editori. Libri, scuola e fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2005, pp. 43, 64, 71, 121, 127, 211-212 e 222; E. Rebellato, Vincenzo Errante, Fernando Palazzi e la «Scala d'oro»: due letterati-editori all'origine di una collana per ragazzi negli anni Trenta, in «Società e storia», 2012, n. 135, pp. 86-116; Fernando Palazzi un silenzioso e operoso costruttore, in «Quaderni del Consiglio regionale delle Marche», 2012, n. 113, pp. 105