Orsières Jean-Martin-Félix

Professioni: Sacerdote, scrittore
Ambiti di produzione: Educazione femminile, pedagogia
Luoghi di attività: Valle d'Aosta

Jean-Martin-Félix Orsières nacque a Chambave (Aosta) l'8 gennaio 1803. È considerato uno dei principali esponenti del cattolicesimo liberale in Valle d'Aosta. Ancora studente prese parte al movimento insurrezionale del 1821, marciando sotto le finestre della sede dell'intendenza di palazzo Roncas ad Aosta. Fu ordinato sacerdote il 31 marzo 1827 e nominato canonico della cattedrale di Aosta il 14 settembre 1829.

Conseguita la laurea in Diritto civile e canonico presso l'università di Torino il 7 giugno 1839, due anni dopo fu tra i fondatori del «Feuille d'Annonces d'Aoste», giornale con il quale collaborò lungamente. Gli avvenimenti del 1848 lo videro schierato a favore della promulgazione dello Statuto albertino e dell'evoluzione dello Stato in senso liberale (fu soprannominato dai suoi avversari il «piccolo Gioberti valdostano»).

Docente presso il collegio di Saint-Bénin di Aosta, diede alle stampe ricerche storiche, poesie e resoconti di viaggi compiuti presso le principali città europee (Roma, Parigi, Londra), manifestando profonda ammirazione per le istituzioni e il progresso scientifico anglosassone (da cui il volume Quelques observations ethnologiques, 1851).

La polemica con il canonico Léon-Clément Gérard, capofila dell'ala più conservatrice del clero valdostano, gli costò la condanna di quattro suoi scritti del 1851 da parte della Congregazione dell'Indice, a cui l'O. si sottomise con una pubblica dichiarazione il 7 aprile 1855. Progressista convinto, era desideroso di introdurre nella propria regione i miglioramenti intellettuali e materiali che si stavano diffondendo nell'Europa liberale del tempo e che egli stesso esaminava sulle colonne del «Feuille d'Annonces d'Aoste», del «Constitutionnel valdôtain», del «Conseiller du peuple».

Il pensiero pedagogico dell'O. traspare in tutta evidenza dalle pagine del suo Essai sur l'éducation del 1853. La religione era posta alla base dell'educazione dei giovani, ma a condizione che si liberasse dalle degenerazioni di una Chiesa superstiziosa e bigotta. Le pratiche religiose dovevano essere libere e spontanee, la fede fondarsi sulla libertà di coscienza e non «imposta con l'appoggio delle baionette»: più vi era libertà religiosa più vi era vera religione e non mera «adorazione servile».

Il compito dell'istruzione andava assunto in toto dallo Stato e tolto al clero. L'utilità di questa scelta era dimostrata, secondo l'O., da quei Paesi dove il clero era più forte e i popoli meno istruiti, apatici e arretrati nell'industria e nel commercio, come accadeva nelle terre del Regno di Sardegna. L'istruzione pubblica era preferibile a quella privata e il bambino doveva formarsi come cittadino, rispettoso delle leggi dello Stato e pronto a dare anche la propria vita alla patria. Il sacerdote valdostano auspicava infine un'ampia conoscenza delle lingue, almeno il francese e l'italiano per i giovani degli stati sardi.

Una specifica attenzione era infine riservata al problema dell'igiene e soprattutto all'educazione femminile: una buona educazione, secondo l'O., cominciava dalla nascita attraverso la pratica dell'igiene, intesa come l'arte di conservare la salute; la scuola andava aperta anche alle fanciulle, nelle cui mani di donne poi adulte stavano i costumi sociali e la prima educazione dei bambini.

Le donne, se bene educate, erano perciò viste come il principale strumento attraverso cui le famiglie e la società si potevano liberare dalla superstizione e dall'ignoranza. L'O. dedicò al tema un saggio apposito, Quelques avis utiles suivis d'une esquisse sur l'instruction des femmes (1854). Nel suo Coup d'oeil historique sur le Pays d'Aoste (1841), si soffermò invece sui problemi del cretinismo, del pauperismo e dell'alcolismo individuandone le cause e proponendo rimedi.

Dopo la condanna dei suoi scritti l'O. scomparve dalla scena come scrittore e personaggio pubblico, eccezion fatta per l'Essai sur les progrès (1864). Morì a Torino il 30 marzo 1870.

[Giovanni Villari]

Fonti e bibliografia: P. Giglio, O. Pecchio, Enciclopedia della Valle d'Aosta, Bologna, Zanichelli, 2005, pp. 316-317; Jean-Martin-Félix Orsières. Écrits pédagogiques, religieux et politiques, a cura di L. Colliard, Aosta, Archivum Augustanum, 1981.

L. Colliard, La culture valdôtaine au cours des siècles, Aosta, ITLA, 1976, pp. 280-294; Id., Le chanoine Félix Orsières, in «Études d'histoire valdôtaine», 1985, n. 16, pp. 252-259; M. Cuaz, Alle frontiere dello Stato, Milano, Angeli, 1988, pp. 30-33; G. Poli, Félix Orsières. Un prete scomodo nella Valle d'Aosta dell'Ottocento, Aosta, Le Château, 2002.