Orlando Vittorio Emanuele

Professioni: Professore universitario, ministro P.I.
Ambiti di produzione: Politica scolastica
Luoghi di attività: Sicilia, Italia

Vittorio Emanuele Orlando nacque a Palermo il 19 maggio 1860 da una famiglia borghese di tradizioni forensi. Compiuti gli studi classici in un istituto religioso, si iscrisse nel 1877 alla facoltà di Giurisprudenza dell'università di Palermo dove si laureò nel 1881. Percorse rapidamente una brillante carriera accademica come docente di Diritto costituzionale e di Diritto amministrativo: libero docente a Palermo (1882-1884), straordinario a Modena (1885), ordinario a Messina (1886-1887), a Palermo (1888-1900) e infine a Roma (1901-1931). Considerato fondatore della scuola italiana di Diritto pubblico, rimasero fondamentali le sue opere Principii di Diritto costituzionale (1889) e Principii di Diritto amministrativo (1890).

Nel 1897 fu eletto nel collegio di Partinico alla Camera dei deputati, dove rimase fino al 1925. Seguace di Giovanni Giolitti, al quale rimase sempre legato, si schierò contro i governi autoritari di fine secolo. Nel 1903 entrò a far parte del governo Giolitti come ministro della P.I.; in questa veste diede prova di moderazione politica e di graduale riformismo sia nel campo dell'istruzione popolare, sia in quello universitario.

Come preannunciato dalle dichiarazioni programmatiche da Giolitti, l'O. presentò nel dicembre 1903 al Parlamento e vide approvato in breve un disegno di legge dal duplice, ma complementare, scopo di migliorare le condizioni economiche dei maestri elementari e di combattere la «vergogna» dell'analfabetismo (al censimento del 1901 il 48,5% degli italiani erano risultati analfabeti) e del sottosviluppo scolastico. La legge 8 luglio 1904, n. 407, oltre agli aumenti degli stipendi dei maestri finanziati dallo Stato e all'aumento della spesa per l'assistenza scolastica, estese l'obbligo scolastico dal nono al dodicesimo anno di età. Dopo la frequenza del corso elementare quadriennale, gli allievi potevano proseguire gli studi o nelle scuole secondarie o in un corso popolare costituito dalle classi quinta e sesta elementare. La legge inoltre prevedeva e agevolava economicamente l'istituzione di corsi per adulti presso caserme, carceri ecc.

Sulla controversa questione dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole elementari, a differenza dei suoi predecessori, l'O. tenne un atteggiamento prudente nei confronti del mondo cattolico, lasciando immutata la preesistente situazione e cioè delegando ai comuni la decisione se introdurre o meno l'insegnamento religioso.

Pur non avverso per principio all'avocazione allo Stato delle scuole elementari, in sintonia con la politica giolittiana ritenne opportuno non forzare la mano su una questione che vedeva la netta opposizione della Chiesa e dei cattolici. Decisamente favorevole all'autonomia universitaria, non poté procedere ad una riforma in senso liberale del sistema accademico a causa delle forti resistenze conservatrici e stataliste presenti in Parlamento. Nei due anni che resse le sorti della P.I. il bilancio del dicastero registrò un incremento di risorse economiche senza precedenti.

Nei successivi governi l'uomo politico siciliano ricoprì gli incarichi di ministro di Grazia e Giustizia (1907-1909 e 1914-1916), dove si adoperò per migliorare i rapporti tra Stato e Chiesa, dell'Interno (1916-1917) e, dopo la rotta di Caporetto, presiedette fino al 1919 un Governo di unità nazionale. Per un breve periodo tra il 1919 e il 1920 fu anche presidente della Camera dei deputati. Dopo l'avvento del regime fascista, abbandonò la vita politica per dedicarsi all'insegnamento universitario, che lasciò anticipatamente nel 1931 per non dovere giurare fedeltà al regime.

Dopo la seconda guerra mondiale fu eletto all'Assemblea costituente (1946-1948) e poi entrò a far parte del Senato della Repubblica come membro di diritto (1948-1952). L'O. morì ultranovantenne a Roma il 1° dicembre 1952.

[Redi Sante Di Pol]

Fonti e bibliografia: parte delle carte dell'O. sono conservate presso l'ACS, Roma e presso l'Archivio storico del Senato, Roma; i discorsi parlamentari sono stati pubblicati nel 1965 in 4 volumi a cura della Camera dei Deputati e nel 2002 a cura del Senato (Bologna, Il Mulino).

EP, vol. V, cc. 8581-8583.

M. Ganci, Vittorio Emanuele Orlando, Roma, La Navicella, 1991; A. Galatello-Adamo, Liberalismi: la cultura del giovane Vittorio Emanuele Orlando, Torino, Giappichelli, 1994; Vittorio Emanuele Orlando. Una biografia. Mostra documentaria, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2002; Vittorio Emanuele Orlando: lo scienziato, il politico e lo statista, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003.