Oliva Mancini Laura Beatrice

Professioni: Educatrice, filantropa, scrittrice
Ambiti di produzione: Educazione femminile, letteratura italiana
Luoghi di attività: Campania, Piemonte

Laura Beatrice Oliva nacque a Napoli il 17 gennaio 1821, figlia di Domenico Simeone, pittore e poeta alla corte di Gioacchino Murat. Con il ritorno dei Borboni il padre fu costretto all'esilio a Parigi con la famiglia e qui Laura trascorse la prima infanzia. Tornata qualche anno più tardi a Napoli la fanciulla si segnalò per la sua precocità letteraria: quindicenne, i suoi primi versi vennero pubblicati, grazie all'interessamento della poetessa Rosa Taddei, in «Le Ore solitarie», la rivista fondata e diretta da Pasquale Stanislao Mancini, poi suo marito nel 1840.

Accanto alle tematiche romantiche Laura prese a spunto per le sue composizioni temi patriottici, dando alla poesia un'intonazione di forte impegno civile tanto da essere in seguito identificata come «la poetessa del Risorgimento». Nel 1844 nel volume Gemme o Rime scelte delle poetesse italiane antiche e moderne comparivano alcune composizioni delle più note scrittrici del tempo come la Taddei, Laura Granito Ricciardi e Giuseppina Guacci Nobile. La scrittrice si dedicò poi alla tragedia con Ines de Castro (1845), un'opera di gusto alfieriano che non poté tuttavia essere rappresentata per la censura della polizia borbonica.

Nel 1850 raggiunse a Torino il marito già esule nella capitale sabauda dal 1848. Lavorando a fianco del coniuge, maturò notevoli interessi educativi in seguito al diretto coinvolgimento nell'istruzione dei numerosi figli, in particolare di Grazia (1841-1915, scrittrice), e si segnalò per la partecipazione a svariate iniziative filantropiche ed educative, tra cui l'apertura della scuola per allieve maestre avviata per iniziativa di Domenico Berti. Gli impegni nella vita sociale del tempo non le impedirono di continuare a poetare e di incrementare la sua notorietà.

Nell'ottobre del 1860, caduto in frantumi il trono di Francesco II, l'O. fece ritorno a Napoli per raggiungere di lì a poco di nuovo il marito a Torino, eletto deputato. Qui riunì le sue principali poesie indirizzate «agli italiani» nella raccolta Patria e Amore (1861). Trasferita nel 1865 la capitale del Regno a Firenze, anche la scrittrice trasferì la residenza sulle rive dell'Arno dove morì il 17 luglio 1869.

[Raffaele Tumino]

Fonti e bibliografia: necrologio in «Nuova antologia», 1869, pp. 855-859.

Alla memoria di Laura Mancini: tributo di affetto degli amici di Napoli, Napoli, Tip. A. Trani, 1869, pp. 9-28; M. Savini, Laura Beatrice Oliva-Mancini. Studi, Firenze, Tip. libr. Galletti, 1869; D. Berti, Le donne italiane nel Risorgimento, Torino, s.e., 1892, ad indicem; G. Mancini Pierantoni, Impressioni e ricordi (1856-1864), Milano, Cogliati, 1908, pp. 19-29; L. Guidi (ed.), Scritture femminili e storia, Napoli, Cliopress, 2004, pp. 104-105.