Baratono Adelchi

Professioni: Professore, professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Filosofia, pedagogia, psicologia, socialismo, sociologia
Luoghi di attività: Toscana, Piemonte, Liguria

Adelchi Baratono nacque l'8 aprile 1875 a Firenze dove la famiglia si era stabilita dopo il trasferimento della capitale. In seguito i B. si trasferirono a Genova dove il giovane Adelchi, compiuti gli studi classici, frequentò l'università, laureandosi in Lettere e in Filosofia. Suo principale maestro fu Alfonso Asturaro del cui indirizzo sociologico il B. risentì nei suoi primi lavori (Sociologia estetica, 1899; Sul problema religioso, 1900), così come, successivamente, subì l'influsso di Enrico Morselli e delle sue lezioni di psichiatria.

Altri interessi il B. rivolse contemporaneamente anche alla psicologia (I fatti psichici elementari, 1900; Sulla classificazione dei fatti psichici, 1900; Energia e psiche, 1902): psicologia e sociologia venivano, poi, naturalmente a fondersi in una wundtiana «psicologia dei popoli» (Sulla psicologia dei popoli, 1901), permeata di una filosofia scientificamente concepita. Questa ricerca culminò nei Fondamenti di psicologia sperimentale (1906), opera che esprime la prima vocazione filosofica del B.

Personalità intellettualmente poliedrica, frequentò inoltre i circoli letterari, le mostre di pittura, i caffè degli artisti; a venticinque anni pubblicò un volumetto di versi (Sparvieri, 1900), seguito da altre poesie (Lettera - Notturno - Congedo, 1908), articoli letterari e frammentarie commedie, testi comparsi generalmente in «Riviera ligure». Questo duplice interesse, psicologico ed estetico, accompagnò il B. per tutta la vita, ma non senza trasformarsi radicalmente, dall'originario positivismo, in una personale forma di «sensismo», dove tornavano a incontrarsi il significato etimologico e il significato moderno della parola «estetica».

Dopo aver celebrato I funerali del positivismo italiano (1910), nel 1911 – l'anno del congresso internazionale di filosofia di Bologna, a cui il B. partecipò –, pubblicò la Psicologia sintetica, in cui l'aspetto filosofico e quello scientifico-sperimentale della ricerca erano nettamente divisi, e la psicologia veniva assegnata al secondo. Conseguita la libera docenza, il B. tenne corsi e conferenze all'università di Genova – oltre che all'università popolare – prendendo a interessarsi del problema pedagogico in stretta relazione con quello politico. Quattro Discorsi sull'educazione furono da lui riuniti in un volumetto, e alcuni anni dopo uscì la sua opera fondamentale in materia: Critica e pedagogia dei valori (1918).

Dalla politica il B. si era sentito attratto fin dalla prima giovinezza. Le sue convinzioni etiche lo indussero a militare nelle file del socialismo; tuttavia, anche nell'attività politica, egli conservò quell'atteggiamento «aristocratico con i plebei» e «plebeo con gli aristocratici» e ciò tolse mordente alla sua azione. Dalla sua dirittura morale il B. era portato all'intransigenza; fu antimassone, respinse l'anticlericalismo di maniera, auspicò la libertà dell'insegnamento. Eletto deputato nella XXVI legislatura, sedette al parlamento nel 1921-1922, ma l'avvento del fascismo lo costrinse ad abbandonare l'attività politica.

Più fortunata fu invece la carriera universitaria. Titolare a Cagliari dal 1924, il B. si occupò, tra l'altro, di problemi universitari e vagheggiò un progetto Per la riforma della facoltà filosofica (1931) che fu osteggiato e combattuto da Giovanni Gentile. Nel 1932 il B. passò a Milano, sulla cattedra di Piero Martinetti (che si era ritirato per non prestare giuramento al fascismo) e nel 1938 tornò all'amata Genova, stabilendosi sulla riviera di S. Ilario. Quivi riceveva i suoi studenti e colti visitatori, attratti da una fama, che, specialmente dopo la pubblicazione di Arte e poesia (1945), si estese oltre la cerchia dei filosofi di professione.

Non mancò tuttavia di manifestare la sua vocazione pedagogica e didattica proponendo una riforma della scuola de-fascistizzata e a-confessionale (La riforma scolastica, 1946) e formulando un'originale educazione letteraria avversa agli schemi grammaticali linguistici (La prima grammatica, 1947). Riprese l'attività politica negli ultimi anni, soprattutto in forma di collaborazione a giornali e di rielaborazione di vecchi scritti di critica marxista. L'ultimo articolo, L'etica dell'economia marxista, uscì sull'«Avanti!» alla vigilia della morte, che avvenne in Genova il 28 settembre 1947.

[Raffaele Tumino]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Universitaria, Fascicoli personali dei professori ordinari (1940-1970), III versamento, b. 34.

EP, vol. I, cc. 1464-1467; MOI, vol. I, pp. 156-160; TESEO '900, 154, 260 e 264.

F. Meda, Il Partito socialista italiano dalla Prima alla Terza Internazionale, Milano, Ed. Avanti!, 1921, pp. 90-102; U. Spirito, L'idealismo italiano e i suoi critici, Firenze, Le Monnier, 1930, pp. 130-141; G. Della Volpe, Crisi dell'estetica romantica, Messina, D'Anna, 1941, pp. 26-31; P. Nenni, Il diciannovismo (o storia di quattro anni) 1919-1922, Roma, Ed. Avanti! 1946, passim; G.M. Bertin, L'ideale estetico, Firenze, La Nuova Italia, 1949, pp. 47-50; F. Della Corte, Adelchi Baratono, in «Genova», settembre 1949, pp. 26-29; G. Bontadini, Dall'attualismo al problematicismo, Brescia, La Scuola, 1953, pp. 171-173 e 185-189; C. Talenti, Adelchi Baratono, Cuneo, Ed. di Filosofia, 1957; A. Agazzi, Panorama della pedagogia d'oggi, Brescia, La Scuola, 1958, pp. 197, 200 e 204; E. Anfosso, L'educabilità umana nel pensiero di Adelchi Baratono, Genova, Ed. del Comune di Genova, 1967; F. Cambi, L'educazione tra ragione e ideologia. Il fronte anti idealistico della pedagogia italiana, Milano, Mursia, 1989, pp. 46-48; R. Tumino, Adelchi Baratono. Maestro, pedagogista, esteta, Catania, Cuecm, 1999.