Munari Bruno

Professioni: Illustratore, scrittore
Ambiti di produzione: Arte, didattica, disegno, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Lombardia, Italia

Bruno Munari nacque a Milano il 24 ottobre 1907, dove entrò presto in contatto con gli ambienti del secondo Futurismo, partecipando con lavori di pittura, scultura e grafica a numerose esposizioni collettive e, tra il 1930 e il 1940, a manifestazioni nazionali e internazionali quali la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma e la Triennale di Milano.

Nel 1929 illustrò il suo primo libro per l'infanzia, Aquilotto implume di Giuseppe Romeo Toscano, e all'inizio degli anni '40 ideò la prima serie di libri didattici, Mondo, Aria, Acqua, Terra a cui seguirono, nel 1942, l'Abecedario di Munari e Le macchine di Munari. Nel 1945 Mondadori pubblicò la collana I libri Munari, costituita da sette innovativi volumetti con storie animate da finestrelle apribili, fustellature e parti semovibili. Nel 1948 il M. fu tra i fondatori del Movimento arte concreta, favorevole a una visione interdisciplinare dell'arte, basata sulla compartecipazione tra scultura, architettura e design; dall'esperienza nacquero i primi Libri illeggibili (pubblicati dal 1950 fino agli anni '90), privi di parole e composti da pagine di diversi colori, forme e piegature.

Nel 1952 e 1953 il M. progettò i giocattoli articolabili Gatto Meo e Scimmietta Zizi, in gommapiuma e armatura interna in rame. Al 1956 risale Nella notte buia, compiuta sintesi delle sperimentazioni iniziate con I libri Munari e i Libri illeggibili che, attraverso l'uso di fori, inserti, finestre e materiali inconsueti, associa l'esperienza tattile a quella visiva. Nel 1957 avviò una proficua collaborazione con la ditta Danese di Milano, per cui realizzò i giocattoli Proiezioni dirette (1959), Abc (1960), Flexi (1968), e i giochi didattici con immagini da combinare Carte da gioco, Più e meno, Strutture, Metti le foglie, Trasformazioni, Labirinto, Immagini della realtà, Dillo coi segni (1968-1976).

Lunga fu la sua collaborazione con l'editore torinese Einaudi per il quale, dal 1960 al 1981, illustrò sei libri di Gianni Rodari – Filastrocche in cielo e in terra (1960), Il pianeta degli alberi di Natale (1962), Favole al telefono (1962), Il libro degli errori (1964), La torta in cielo (1966), Il gioco dei quattro cantoni (1981) – la cui perfetta coerenza contenutistica e formale rivivrà, in parte, in A-Ulì-Ulé (1972) e Canzonette (1981) di Nico Orengo.

L'avventura nel mondo dell'infanzia del M. si manifestò anche con altre iniziative editoriali: l'Alfabetiere (1960), Nella nebbia di Milano (1968), Un fiore con amore (1973) e la collana Tantibambini, diretta per Einaudi dal 1972 e composta di 66 volumi apparsi fino al 1978, a cui collaborarono i più noti e apprezzati illustratori e scrittori di quegli anni. Tra il 1970 e il 1971 progettò l'Abitacolo, modulo abitabile da costruire mentre con gli anni '70 esordirono le collezioni didattiche per insegnanti Quaderni di design (1976-1986) e Disegnare, colorare, costruire (1978-1988).

La Pinacoteca di Brera ospitò, nel 1977, il primo laboratorio di comunicazione visiva Giocare con l'arte, la cui esperienza, fondata sul principio dell'apprendimento attivo, ispirò una collana omonima di Zanichelli apparsa tra il 1979 e il 1992 e diede origine a un metodo didattico brevettato di immediata diffusione. Nel 1980, per Danese, il M. creò i Prelibri, dodici volumetti per bambini di età prescolare di diversi materiali e legature, che alla lettura sostituiscono la manipolazione creativa.

Instancabile nella ricerca di nuove soluzioni, il M. proseguì anche in tarda età la sperimentazione sul libro per l'infanzia con il fotografico Ciccì Coccò (1982), il fascicolo da completare Tantagente (1983) e quello musicale in plastica Il merlo ha perso il becco (1987) cui fecero seguito, dopo il 1990, Occhio alla luce (1990), il Libro letto (1993), trasformabile in coperta, La favola delle favole (1994) e altri nonché il postumo Cappuccetto Bianco (1999), che conclude la serie iniziata nel 1972 con Cappuccetto verde e Cappuccetto giallo e proseguita nel 1981 con Cappuccetto rosso, verde, giallo, blu e bianco. Il M. morì a Milano il 29 settembre 1998.

[Silvia Assirelli]

Fonti e bibliografia: oltre mille opere del M. sono raccolte presso la Galleria del design e dell'arredamento, Cantù (Como); disegni, studi e schizzi per l'editoria sono conservati nel Centro studi e Archivio della comunicazione, Parma; la documentazione sulla didattica si trova presso l'Associazione «B. Munari», Milano

A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano, Patuzzi Editore, 1975, vol. IV, p. 2163.

A. Tanchis, L'arte anomala di Bruno Munari, Roma-Bari, Laterza, 1981; Ead., Bruno Munari, Milano, Idea Books, 1986; M. Meneguzzo, Bruno Munari, Roma-Bari, Laterza, 1993; B. Finessi, Su Munari, Milano, Abitare Segesta, 1999; G. Bojani, D. Valli (edd.), Munari: arte come didattica, Firenze, Centro Di, 2000; G. Maffei, Munari: i libri, Milano, Sylvestre Bonnard, 2002 (Mantova, Corraini, 2008).