Mozzi Luigi

Professioni: Sacerdote, educatore
Ambiti di produzione: Cultura religiosa, educazione e istruzione popolare, Gesuiti
Luoghi di attività: Lombardia, Veneto

Nato a Bergamo il 26 maggio 1746 dal conte Giambattista e dalla contessa Concordia Zanchi, Luigi Mozzi ricevette una prima istruzione da don Giovanni Arrigoni. Inviato dal padre al collegio dei Gesuiti di Monza come convittore, maturò la scelta di aderire alla Compagnia di Gesù, entrando nel noviziato di Chieri il 14 ottobre 1763. Emise i voti il 15 ottobre 1765. Venne quindi inviato a Milano a studiare Retorica nel collegio di S. Girolamo, e Matematica, Scienze fisiche e naturali in quello di Brera.

Padre Luigi sviluppò in quegli anni, oltre alla dedizione agli studi, la devozione al Sacro cuore di Gesù e un forte spirito apostolico, con il desiderio, mai accolto, di partire per le missioni in Estremo Oriente. Insegnò Grammatica, Storia e Geografia nel convitto dei Nobili di Milano dal 1767 fino al 1773, quando venne soppressa la Compagnia di Gesù.

Tornato nella casa paterna a Bergamo, il M. perseguì gli studi teologici sotto la guida del canonico e vicario generale Rovetta. Ordinato sacerdote nel 1776, divenne successivamente canonico, esaminatore prosinodale e deputato alla disciplina ecclesiastica (quest'ultima carica condivisa con mons. Marco Passi). Partecipò alle polemiche contro il giansenismo, con alcune pubblicazioni approvate da papa Pio VI.

Nel frattempo il M. intraprese a Bergamo un'intensa opera di apostolato a favore dei fanciulli e dei giovani poveri, iniziata con la sua nomina a direttore, insieme ai canonici Giuseppe Benaglio e Tomini, della congregazione mariana di S. Luigi Gonzaga. Il padre Luigi ne scrisse le regole, aprì due ricreatori festivi in cui applicò il metodo preventivo e introdusse pratiche di pietà.

Eletto arciprete del capitolo della cattedrale, istituì per i giovani la compagnia di S. Luigi e fondò un orfanotrofio maschile. Nel 1796 aprì insieme al Passi una scuola di carità serale a Città alta, «eretta per vantaggio di que' giovani che attese le giornaliere loro occupazioni non possono frequentare altre scuole». L'iniziativa, piuttosto innovativa per l'epoca, contribuì all'istruzione di giovani artigiani, apprendisti e garzoni, guidati dagli allievi della compagnia di S. Luigi «alla cognizione delle lettere alfabetiche, al compitare, al sillabare e all'aritmetica mentale». La scuola venne soppressa dalla bufera rivoluzionaria del 1797; nel 1814 il Benaglio e il Passi diedero vita ad analoga esperienza.

Durante il dominio napoleonico, il M. si dedicò alle predicazioni e alle missioni popolari nella diocesi di Bergamo, impiantando segretamente in città la congregazione del Sacro cuore di Gesù. Al centro di sospetti e delazioni fu arrestato e mandato al confino, trovando ospitalità presso il ducato di Parma e di Piacenza. Con la vittoria degli Austro-Russi sui Francesi, tornò a Bergamo; riprese gli esercizi spirituali e istituì la congregazione dei Romiti della Carità.

La rioccupazione napoleonica di Bergamo nel 1799 lo spinse a rifugiarsi presso la famiglia Guizzetti a Venezia, ove istituì una nuova compagnia di S. Luigi affiliata a quella di Bergamo e case di carità. Nel 1802 insieme a don Anton Angelo Cavanis aprì nella città lagunare una scuola per giovani poveri e una scuola per «zitelle pericolanti». Nel 1804 venne chiamato a Roma da papa Pio VII e nominato prefetto dell'oratorio del Caravita. Tornato infine a Milano, trovò la propria famiglia in decadimento. Ospitato dal conte Carlo Gallarati Scotti nella villa di Oreno (Milano), qui morì il 24 luglio 1813.

[Evelina Scaglia]

Fonti e bibliografia: Archivio diocesano di Bergamo, fondo Mozzi.

G. Bassi, Vita del P. Luigi Mozzi della Compagnia di Gesù, Novara, Tip. Miglio, 1823; A. Ghidini, Dell'origine della costituzione e dello spirito della Scuola serale di Carità per i giovani artisti della città alta in Bergamo, Milano, Willmant, 1848, pp. 65-72; F. Altini, Vita del p. Luigi Mozzi, Bergamo, Tip. S. Alessandro, 1884; [A.G. Roncalli], Il P. Luigi Mozzi arciprete della Cattedrale di Bergamo, in «La Vita diocesana», 1913, n. 8, pp. 243-250; I preti del Sacro cuore di Bergamo nel 50° della fondazione, Bergamo, Soc. editr. S. Alessandro, 1959, pp. 239-245; L. Pazzaglia (ed.), Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e unificazione, Brescia, La Scuola, 1994, pp. 89, 343, 431 e 508.