Mosso Angelo

Professioni: Medico, professore universitario, amministratore pubblico, uomo politico
Ambiti di produzione: Educazione fisica, medicina, pedagogia
Luoghi di attività: Piemonte, Italia

Angelo Mosso nacque a Torino il 30 maggio 1846. Di famiglia di modeste condizioni economiche, poté studiare grazie ad aiuti terzi e iscriversi nel 1864 all'università di Torino, dove si laureò in Medicina nel 1870. Qui fu prima allievo e poi assistente del fisiologo Jakob Moleschott di cui condivise la tesi secondo cui la fisiologia era chiamata a misurare e descrivere nel modo più preciso possibile i fenomeni umani, senza tuttavia attribuirle – come riteneva invece il Moleschott – un particolare significato filosofico; del Moleschott si sentì in ogni caso sempre discepolo (In memoria di Jacopo Moleschott, 1894).

Perfezionò quindi la sua formazione nel laboratorio di Moritz Schiff all'Istituto di studi superiori di Firenze e trascorse periodi di studio in Germania e in Francia. Fu proprio durante questo periodo che il giovane medico torinese ebbe l'occasione di apprendere tecniche e conoscenze che gli permisero in seguito di ideare innovativi metodi di ricerca sperimentale basati su strumenti da lui stesso predisposti come il pletismografo, lo sfigmomanometro, l'ergografo, il ponometro.

Dopo aver conseguito nel 1875 la libera docenza in Farmacologia e terapia sperimentale, quattro anni più tardi, con il trasferimento del Moleschott all'università di Roma, fu chiamato a ricoprire la cattedra di Fisiologia nell'ateneo torinese che tenne fino al pensionamento. Intorno al M. si creò un vivace centro di studi, dove si formarono Zaccaria Treves, Mariano Luigi Patrizi e altri. Nel 1882 fondò la rivista «Archives italiennes de biologie» e nello stesso anno iniziò una lunga collaborazione alla «Nuova antologia» su cui pubblicò anche numerosi scritti di argomento educativo; dal 1885 al 1889 fu componente del Consiglio superiore della P.I.

Il M. esplorò i più svariati campi della fisiologia con particolare attenzione ai rapporti con i fenomeni psichici (La temperatura del cervello, 1894), alla fatica (La fatica, 1891), alla salute dei lavoratori. Il suo nome è particolarmente ricordato per gli studi condotti sull'adattamento dell'uomo alle alte quote che espose nel suo libro più noto, Fisiologia dell'uomo sulle Alpi (1897). Per le sue ricerche il M., accanto al Laboratorio di fisiologia di Torino, collocato prima in via Po e poi nei nuovi locali del complesso universitario di corso Raffaello, nel 1893 diede vita al laboratorio della capanna «Regina Margherita» sul monte Rosa ad oltre 4 mila metri di altitudine.

Ai temi della scienza medica il M. – che fu anche rettore dell'ateneo torinese dal 1899, consigliere comunale e senatore dal 1904 – associò vasti interessi sia culturali (in materia archeologica, Le origini della civiltà mediterranea, 1910) sia di natura sociale, condividendo con gli amici Michele Lessona e Edmondo De Amicis particolare sensibilità per le classi più disagiate (ma dichiarandosi netto avversario del movimento socialista) e i temi educativi, in specie con riferimento alle questioni dell'educazione fisica e dell'esercizio corporeo (L'educazione fisica della donna, 1892; L'educazione fisica della gioventù, 1894; La riforma dell'educazione. Pensieri e appunti, 1898 e il più noto di tutti, Mens sana in corpore sano, 1903).

Fin dai primi anni '90 il medico torinese intraprese una vivace battaglia contro la ginnastica a base etico-militarista basata su rigidi esercizi muscolari (che proprio nel capoluogo subalpino aveva i suoi maggiori esponenti in Ernesto Ricardi di Netro e Felice Valletti), opponendole una «ginnastica popolare» incentrata sui giochi e riducendo la ginnastica a componente non esclusiva dell'educazione fisica secondo il modello già in uso nei paesi del nord Europa e segnatamente in Inghilterra e in Svezia.

La scienza fisiologica con la sua forte prospettiva igienista era posta dal M. al servizio di una concezione dell'educazione che puntava al rafforzamento del corpo, premessa per una società più sana e robusta coerente con i mutamenti economici e sociali (il «progresso») che la stavano connotando. Contro i determinismi di chi addebitava l'arretratezza italiana a motivi razziali, il M. lamentò invece l'inadeguatezza dell'educazione nazionale, troppo impegnata a trasferire modelli stranieri in Italia anziché valorizzare le risorse proprie.

Pur riconoscendo al medico torinese la sincerità del suo «antimilitarismo», non gli fu tuttavia estraneo il tema della forza del popolo italiano, facendo delle discussioni sul tiro a segno nell'ultima parte della sua vita l'occasione per lanciare l'allarme sociale e militare sulla decadenza corporea degli italiani e sulla necessità di un'educazione fisica di massa (La difesa della patria e il tiro a segno, 1905 e altri).

Alla riflessione teorica e alle proposte politiche il fisiologo torinese associò un notevole attivismo, partecipando a numerose iniziative nazionali, commissioni ministeriali, comitati e congressi e dando vita a un movimento che seppe incidere sul rinnovamento dei programmi scolastici (in specie quelli del 1893), il tutto grazie anche alle entrature nel mondo dell'opinione pubblica facilitati dai rapporti di parentela con l'editore milanese Emilio Treves, suo cognato. Il M. morì a Torino il 24 novembre 1910.

[Giorgio Chiosso]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 1438 e Direzione Generale Istruzione Superiore, Fascicolo personale insegnante, II versamento, I serie, b. 103; Archivio storico dell'Istituto di fisiologia dell'università di Torino, fondo Mosso.

EP, vol. IV, cc. 7963-7967; PE, p. 303.

L. Ferretti, Angelo Mosso, apostolo dello sport (1846-1910), Milano, Garzanti, 1951; S. Lanaro, Nazione e lavoro. Saggio sulla cultura borghese in Italia. 1870-1925, Venezia, Marsilio, 1988, pp. 32, 59-60, 62-63 e 153-154; G. Bonetta, Corpo e nazione. L'educazione ginnastica, igienica e sessuale nell'Italia liberale, Milano, Angeli, 1990, pp. 67, 126-134, 136-138, 140-141, 154, 160-161 e passim; G. Cosmacini, Angelo Mosso e la scuola di Medicina, in V. Castronovo (ed.), Storia illustrata di Torino, Milano, Sellino, 1992, vol. V, pp. 1361-1380; M. Nani, Fisiologia sociale e politica della razza latina, in A. Burgio, L. Casali (edd.), Studi sul razzismo italiano, Bologna CLUEB, 1996, pp. 29-60; G. Losano, Profilo di Angelo Mosso, in «Quaderni di storia dell'università di Torino», 1997-1998, n. 2, pp. 527-537; A. Mosso, La fatica, nuova edizione, Firenze, Giunti, 2001 (introduzione di M. Nani, pp. 5-66).