Montresor Luigi

Professioni: Uomo politico
Ambiti di produzione: Libertà di insegnamento, politica scolastica
Luoghi di attività: Veneto, Lazio, Italia

Luigi Massimiliano Montresor nacque a Bussolengo (Verona) il 26 ottobre 1862. Terminato il corso liceale a Verona, studiò Lettere all'università di Pisa e alla scuola superiore di Magistero, perfezionandosi poi in Archeologia all'università di Roma. Si dedicò quindi all'insegnamento nei ginnasi-licei capitolini, in particolare presso il liceo «Massimo» dei padri Gesuiti. Il suo nome è associato a un'intensa militanza cattolica e politica che ne hanno fatto uno dei protagonisti del movimento cattolico dei primi decenni del '900. Sposato dal 1900 con Maria Paradisi Miconi, figlia di una famiglia aristocratica romana, fu eletto in Parlamento nel 1906, poi confermato nelle elezioni del 1909. Iniziò così la sua lunga presenza nell'arengo politico, prima alla Camera e quindi in Senato (1920). Nel 1919 aderì al Partito popolare.

Si occupò a lungo di questioni scolastiche sia sul fronte della lotta contro l'analfabetismo sia in specie a sostegno dell'insegnamento privato. Nel primo caso operò in prima linea negli enti delegati da ministero tra cui il Consorzio nazionale di emigrazione e lavoro, nel secondo agì in varie direzioni con iniziative politiche volte al riconoscimento delle scuole cattoliche prima nell'ambito dell'Associazione didattica italiana di Roma e, poi, come presidente della Federazione nazionale degli istituti scolastici privati fondata da Luigi Sturzo.

Dalle pagine del «Bollettino», organo del sodalizio (SPES, n. 171), il M., personalità animata da prudenza e realismo, manifestò posizioni caute, ma favorevoli verso l'opera riformatrice del ministro Giovanni Gentile, in specie per l'introduzione dell'esame di stato da tempo richiesta dallo schieramento cattolico. L'uomo politico veronese fu poi presidente del consiglio d'amministrazione dell'Associazione educatrice italiana e preside della scuola magistrale «Regina Victoriae» di Roma.

Con l'avvento del fascismo il M. si staccò dal Partito popolare e aderì al Centro nazionale italiano, promosso dal popolare conservatore Paolo Mattei Gentili. Nel corso degli anni la reputazione dell'uomo politico veneto quale affidabile esponente del mondo cattolico italiano si consolidò ulteriormente con diversi incarichi importanti, tra cui la presidenza della Banca cattolica del Veneto (dal 1930) e della Società cattolica di assicurazione (1936-1939). Il M. morì a Fontechiari (Frosinone) il 22 settembre 1948.

[Luisa Lombardi]

Fonti e bibliografia: carte del M. sono conservate presso la famiglia, Villa del Quar presso Pedemonte (Verona).

DSMCI, vol. III/2, p. 574; SPES, n. 171; necrologio in «I Diritti della scuola», 1947-1948, n. 18, pp. 332-333.

C. Betti, Religione e patria. Cattolici e scuola nell'età giolittiana, Firenze, Centro editoriale toscano, 1994, pp. 16, 51, 64, 72, 81-83, 97, 100-101 e 124.