Milani Lorenzo

Professioni: Sacerdote, educatore
Ambiti di produzione: Cultura religiosa, educazione giovanile, educazione e istruzione popolare, pedagogia
Luoghi di attività: Toscana, Italia

Lorenzo Milani nacque a Firenze il 27 maggio 1923 da Albano Milani e Alice Weiss, secondogenito, dopo Adriano e prima di Elena. Il padre, discendente per linea materna da Domenico Comparetti, era un chimico, dotato di vaste conoscenze nel campo dell'archeologia, della linguistica e della musica classica. La madre, triestina, era nipote di Edoardo Weiss, allievo di Sigmund Freud e amico, come anche il padre di Alice, di James Joyce. I genitori, per quanto agnostici, nel 1933 decisero di battezzare i figli e di sposarsi in chiesa.

L'infanzia di Lorenzo trascorse fra Firenze e Milano con lunghi soggiorni di vacanza in montagna, nella tenuta toscana «La Gigliola» e al mare nella villa di Castiglioncello. Allievo a Milano del ginnasio liceo «Berchet», non completò i corsi scolastici, conseguendo da privatista la maturità nel 1941. Decise di non iscriversi all'università, ma di coltivare i suoi interessi per la pittura e l'arte, nei quali però non trovò tuttavia mai piena soddisfazione. Nel 1942 la famiglia si trasferì a Firenze. Qui Lorenzo incontrò mons. Raffaello Bensi con il quale avviò un dialogo decisivo per le future scelte di vita.

Nel novembre del 1943 entrò nel seminario maggiore fiorentino, il Cestello, contro il parere dei genitori, anche se soprattutto la relazione con la madre fu sempre molto profonda, come dimostra anche l'intenso scambio epistolare. Il 13 luglio 1947 Lorenzo fu ordinato sacerdote. Dopo un breve periodo trascorso a Montespertoli, nell'ottobre 1947 fu inviato a S. Donato di Calenzano per aiutare l'anziano parroco don Pugi. Qui promosse una scuola serale per giovani operai. L'iniziativa, cui molti ragazzi aderirono con entusiasmo, fu connotata da uno stile educativo libero centrato sulla discussione, sulla lettura dei quotidiani e sull'incontro con personalità della cultura, in controtendenza rispetto alle prassi pastorali del tempo.

Nel 1954 don M. fu trasferito in un piccolo e sperduto paese di campagna, Barbiana, in seguito alle controversie con la curia di Firenze, controversie che andarono acuendosi ulteriormente in seguito alla pubblicazione di Esperienze pastorali (1958), volume ritirato dal commercio perché la sua lettura fu ritenuta «inopportuna» dal S. Uffizio.

A Barbiana avviò una esperienza di scuola a tempo pieno rivolta ai bambini del popolo. Il libro che ne è testimonianza (Lettera ad una professoressa, 1967) esprime una delle più radicali testimonianze di protesta nei confronti delle istituzioni scolastiche, politiche e religiose del nostro paese alla fine di un decennio, gli anni '60, iniziato con il varo della legge sulla scuola media unica, provvedimento che nelle intenzioni dei promotori doveva orientare il sistema scolastico italiano dal punto di vista dell'eguaglianza delle opportunità.

Nell'esperienza della scuola di Barbiana, la questione della lingua ebbe particolare centralità perché senza la sua padronanza i ragazzi sarebbero stati destinati alla bocciatura scolastica e alla marginalità sociale. «Del resto – si legge in Lettera ad una professoressa – bisognerebbe intendersi su cosa sia lingua corretta. Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo. Voi dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza parla come voi. Appartiene alla ditta. Invece la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo babbo. Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla. E il babbo serio: “Non si dice lalla si dice aradio”. Ora, se è possibile è bene che Gianni impari a dire anche radio. La vostra lingua potrebbe fargli comodo. Ma intanto non potete cacciarlo dalla scuola» (pp. 18-19).

Sono molti i punti di vista dai quali è possibile ripercorrere l'esperienza sacerdotale ed educativa di don Milani. Emerge in primo luogo la complessità del rapporto con la Chiesa cattolica e le sue gerarchie. Non meno centrale appare anche il contenuto delle scelte compiute da don M. in un cammino ecclesiale e sociale segnato da anticonformismo e dall'impossibilità di essere confinato all'interno di definizioni già consolidate.

Per non parlare del singolarissimo rapporto educativo e personale con i ragazzi di Barbiana senza confini né di tempo né di spazio, intransigente nei suoi princìpi e sprezzante nei confronti anche di coloro che apparivano, nel clima culturale di quel tempo, degli innovatori, fossero questi militanti del Partito comunista o pedagogisti laici e riformisti.

Gli ultimi anni di don M. furono assai difficili sia per le condizioni di salute sia per il clamore suscitato dalla Lettera ai cappellani militari che avevano definito l'obiezione di coscienza «espressione di viltà». Il priore fu denunciato da alcuni ex combattenti alla procura di Firenze e minacciato di essere sospeso a divinis dal vescovo di Firenze, mons. Ermenegildo Florit. Processato e assolto insieme al direttore della rivista «Rinascita» (su cui era comparso lo scritto) Luca Pavolini, per meglio spiegare le sue ragioni il 18 ottobre del 1965 scrisse la Lettera ai giudici. Morì a Firenze il 26 giugno 1967 prima del processo d'appello in cui la corte sentenziò la condanna per Pavolini.

[Carmela Covato]

Fonti e bibliografia: Fondazione «don L. Milani», Barbiana-Firenze, fondo Milani; A. Milani Comparetti (ed.), Lettere alla mamma, Milano, Mondadori, 1973; G. Riccioni (ed.), Scritti, introduzione di E. Balducci, Firenze, Manzuoli, 1982; M. Gesualdi (ed.), Il catechismo di don Lorenzo Milani, documenti e lezioni di catechismo secondo uno schema storico, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 1983; M. Moraccini, Don Lorenzo Milani nei mass media, catalogo bibliografico, 1950-1997, Milano, Jaca Book, 1999; L. Milani, Lettere di Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, a cura di M. Gesualdi, Milano, Mondadori, 2002; M. Gesualdi (ed.), Una lezione alla scuola di Barbiana. Documenti e inediti, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 2004; Id., La parola fa eguali. Documenti e inediti, Firenze, Libreria editrice fiorentina 2005.

N. Fallaci, Dalla parte dell'ultimo. Vita di don Lorenzo Milani, Milano, Fabbri, 1978; Don Lorenzo Milani tra Chiesa, cultura e scuola, Milano, Vita e pensiero, 1983; Gruppo don Milani, Don Lorenzo Milani. Riflessioni e testimonianze, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 1988; Id., Linguaggio teologico e profezia in Don Milani, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 2000; M. Moraccini, Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Milano, Jaca Book, 2002; A. Santoni Rugiu, Don Milani. Una lezione di utopia, Pisa, ETS, 2007; M. Gesualdi, Il Ponte di Luciano, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 2008; Gruppo don Milani, Un libro inopportuno. Esperienze pastorali di don Milani mezzo secolo dopo, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 2008; C. Betti (ed.), Don Milani fra storia e memoria, Milano, Unicopli, 2009.