Messina Maria

Professioni: Scrittrice
Ambiti di produzione: Letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Sicilia, Marche, Toscana

Maria Messina nacque a Palermo il 14 marzo 1887 da Gaetano, ispettore scolastico, e Gaetana Valenza Traina e compì i primi studi in casa, in forma privata, sotto la guida materna. Tra il 1908 e il 1909 lasciò con i genitori la Sicilia, per stabilirsi ad Ascoli Piceno. Nel 1909 pubblicò presso Sandron una prima raccolta narrativa d'ambientazione siciliana e d'impronta verista dal titolo Pettini fini; il testo gli valse l'apprezzamento di Giovanni Verga, con cui avviò un intenso rapporto epistolare.

Allo scrittore catanese dedicò la successiva raccolta di novelle dal titolo Piccoli gorghi (1911), qualificandosi sempre più presso la critica letteraria del tempo quale sua ideale allieva ed erede del suo stile. Da qui, prese le mosse un'intensa e significativa carriera letteraria, animata dalla pubblicazione di diversi romanzi e brevi racconti, tra cui spiccano Le briciole del destino (1918), La casa nel vicolo (1921), L'amore negato (1928).

Parte non trascurabile e significativa per definire la personalità della M. fu l'attività di scrittura per l'infanzia. In questo ambito esordì con una raccolta di piccole storie pubblicata nel 1912, I racconti di Cismè. I moduli narrativi per l'infanzia della M. sono debitori dell'intonazione magico-fiabesca tipica di Luigi Capuana; negli intrecci si rilevano anche alcuni motivi della favolistica popolare e del patrimonio folclorico siciliano. A questa prima raccolta, seguì una successiva, dal titolo I figli dell'uomo sapiente (1915), impreziosita dalle illustrazioni di Yambo (al secolo Enrico Novelli).

Intanto nel 1913 la scrittrice siciliana aveva esordito come autrice del «Corriere dei piccoli», giornale con cui mantenne un rapporto duraturo di collaborazione e per le cui pagine scrisse una quarantina di racconti (fino al 1927). Molte delle novelle pubblicate sul periodico, furono poi raccolte in volume.

Così accadde per il fortunato romanzo Cenerella, uscito dapprima in sette puntate sul periodico milanese (1917) e quindi in volume (1918). Il romanzo proponeva una drammatica storia di emigrazione dalla Sicilia in America, filtrata attraverso lo sguardo di una bambina e raccontata lungo il filo delle sue vivaci impressioni. Tra le più riuscite opere della M. va inoltre segnalato il successivo romanzo per ragazzi, Il giardino dei Grigoli, anche in questo caso apparso dapprima sul «Corriere dei piccoli» (1919) e quindi in volume (1920).

I motivi narrativi del libro documentano i punti più caratteristici della vena letteraria della M.: la celebrazione dell'infanzia come età di innocenza e di spensieratezza, metaforicamente trasposta nell'immagine di un giardino di giochi, custodito affettivamente nella memoria e mantenuto idealmente separato dai contesti gravi e sofferenti del mondo adulto; l'apprezzamento della versatilità di risorse utilizzata dai bambini nell'affrontare le situazioni impreviste e i casi avversi della fortuna; l'attribuzione di valore morale e formativo alla sopportazione paziente delle difficoltà, al superamento delle prove di coraggio, alla generosità nel fronteggiare momenti di sacrificio.

Altre prove letterarie degli anni successivi furono Personcine (1921) e I racconti dell'Avemaria (1922), completate dalla pubblicazione presso Bemporad del racconto La fiamma del focolare (1919) e presso Sandron della fiaba didascalica Il galletto rosso e blu (1922). Da ultimo apparve Storia di buoni zoccoli e cattive scarpe (1926), dove il tema narrativo si sviluppò attorno al confronto fra modelli di vita e fra valori educativi variamente adottati da bambini di campagna e da bambini di città.

Le sue produzioni per l'infanzia, così come i suoi impegni letterari, si fermarono a ridosso degli anni '30. Pochi anni prima si era trasferita a Firenze ove visse in disparte anche a causa di una crescente immobilità dovuta a una grave malattia. Morì a Masiano, nella campagna pistoiese, il 19 gennaio 1944, dove si era rifugiata per sfuggire ai bombardamenti della guerra.

[Letterio Todaro]

Bibliografia: G. Agosta Garra, Un idillio letterario inedito verghiano. Lettere inedite di Maria Messina a Giovanni Verga, Catania, Greco, 1979.

V. Battistelli, Il libro del fanciullo. La letteratura per l'infanzia, Firenze, La Nuova Italia, 1947, pp. 229-231; M. Di Giovanna, La fuga impossibile. Sulla narrativa di Maria Messina, Napoli, Federico Ï Ardia, 1989; C. Barbarulli, C. Brandi, I colori del silenzio. Strategie narrative e linguistiche in Maria Messina, Ferrara, Tufani, 1996; E. Roccella, L. Scaraffia (edd.), Italiane, Roma, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 2003, vol. I, p. 129.