Mazzoni Domenico

Professioni: Sacerdote, professore, direttore
Ambiti di produzione: Filosofia, pedagogia, politica scolastica
Luoghi di attività: Toscana, Germania

Domenico Mazzoni nacque a Comeana (Prato) il 2 agosto 1783 da Giovan Tommaso e Maria Paci. Di ingegno vivace, percorse rapidamente il cursus studiorum nel collegio degli Scolopi di Firenze tanto da raggiungere la docenza nel seminario di Pistoia poco più che ventenne (1804), ancor prima dell'ordinazione sacerdotale. Il M. intrecciò inizialmente studi filosofici e teologici con quelli scientifici, seguendo l'uso comune in Toscana per gli studi positivi e sperimentali, che davano applicazioni utili alla vita, esponendo i risultati in alcune memorie: una di queste, poi pubblicata, riguardò il Mulino-Raspa, ossia la macchina per ottenere prontamente la separazione della fecola dalle patate e il suo impiego nel pane (1817).

Nel 1820 ricevette l'incarico di prefetto agli studi nel collegio «Forteguerri» di Pistoia, incarico che tenne per un trentennio associandolo all'insegnamento filosofico. Esponente dello spiritualismo cattolico d'inizio '800, fu buon conoscitore della filosofia hegeliana con cui venne a contatto durante un soggiorno in Prussia (1835-1838) e di cui fu uno dei primi commentatori in Italia al suo rientro a Pistoia, pur restando comunque in sostanza fedele al suo spiritualismo.

Della permanenza in terra tedesca c'è traccia nelle sua corrispondenza con personalità toscane di primo piano ( Gino Capponi, Giovanni Battista Niccolini). Registrò le sue impressioni riguardanti i costumi e il carattere degli abitanti, le chiese e i teatri, il commercio librario, le scuole e i professori e la cultura intellettuale; raccolse molte informazioni sulla organizzazione dell'istruzione (dai programmi e regolamenti ai libri di testo al funzionamento di ginnasi e scuole popolari) e sull'educazione femminile, tanto da essere considerato da alcuni studiosi come uno dei primi esponenti della moderna pedagogia comparata.

Non stupisce perciò che nel 1846 il sacerdote toscano sia stato chiamato a far parte della commissione voluta dal Granduca di Toscana per elaborare un progetto di riforma dell'istruzione poi culminato in una Relazione resa nota l'anno successivo.

I documenti preparatori elaborati dal M. mostrano il tentativo di importare in Toscana il modello scolastico prussiano con due tipi di scuole elementari, quelle minori (senza latino) e quelle maggiori o «complete» (cioè con il latino) previste nei centri maggiori con l'intitolazione di proginnasi (in analogia ai Progymnasien dell'ordinamento prussiano del 1819). La proposta del M. teneva conto inoltre delle esigenze del mondo produttivo manifatturiero con la valorizzazione degli insegnamenti scientifici e sottolineava l'importanza della formazione degli insegnanti per i quali erano previsti tre tipi di scuola normale: una per i maestri delle scuole minori, una per quelli dei pro ginnasi e infine una per i professori dei licei.

Le sue proposte furono solo in parte recepite nella relazione finale che, a sua volta, sarebbe servita quale base per la riforma poi messa in atto nel 1852. Il M. morì a Pistoia il 17 luglio 1853.

[red.]

Fonti e bibliografia: Biblioteca «Forteguerri», Pistoia, fondo Mazzoni.

EP, vol. IV, cc. 7491-7494; necrologio in «Il Monitore toscano», 23 luglio 1853.

D. Mazzoni, L'educazione filosofica e altri scritti inediti, introduzione di M. Losacco, Bari, Soc. editrice Barese, 1913; G. Gentile, Storia della filosofia italiana, Firenze, Sansoni, 1969, vol. II, pp. 535-538; A. Gaudio, Educazione e scuola nella Toscana dell'Ottocento, Brescia, La Scuola, 2001, pp. 198 e 203.