Masci Filippo

Professioni: Professore, professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, filosofia, pedagogia, politica scolastica
Luoghi di attività: Abruzzo, Campania

Filippo Masci nacque a Francavilla al Mare (Chieti) il 29 settembre 1844 da Guglielmo ed Elisa Tattoni. Compiuti gli studi secondari a Chieti, nel 1862 si trasferì a Napoli, dove nel 1866 conseguì la laurea in Giurisprudenza. Dietro alla spinta di Bertrando Spaventa si dedicò quindi agli studi filosofici. Nel 1879, dopo aver frequentato la Scuola normale superiore di Pisa, ottenne il diploma di abilitazione all'insegnamento liceale della Filosofia e nello stesso anno fu promosso titolare di Filosofia nel liceo di Chieti, cattedra che occupò dal 1875 fino al 1883.

Nel 1883 passò all'insegnamento universitario, prima sulla cattedra di Filosofia morale presso l'università di Padova e nel 1885 su quella di Filosofia teoretica all'università di Napoli dove il M. si stabilì in via definitiva. Tra i suoi scritti più importanti della prima fase della sua attività scientifica, segnata dal «ritorno a Kant», vanno ricordati in particolare i saggi Una polemica su Kant. L'estetica trascendentale e le antinomie (1872) e Le forme dell'intuizione (1881).

Psicologia e filosofia morale furono le linee guida del programma filosofico di M. in cui la ripresa della filosofia critica kantiana agì come tentativo di ricondurre su base psicologica il carattere dell'a-priori, nonché il carattere spirituale delle categorie «spazio» e «tempo» da cui, a suo giudizio, muoveva e risiedeva l'originarietà della coscienza e della libertà. In questo modo il M. si opponeva al «meccanicismo positivista» di Roberto Ardigò, senza tuttavia scivolare verso le posizioni del neoidealismo. L'indagine kantiana sulla natura delle forme gnoseologiche andava, infatti, estesa, secondo il M., alla loro genesi psicologica, in tal modo facendo proprio il parallelismo psico-fisico allora dominante in campo psicologico.

Il bisogno di comprendere l'evoluzione della realtà portò il M. non solo ad occuparsi di problemi teoretici, storici, giuridici e politici, ma altresì anche psicologici e pedagogici. Non a caso vari discepoli del M. ( Guido Della Valle, Mariano Maresca e Raffaele Resta) esordirono negli studi proprio come pedagogisti o studiosi di psicologia.

Intorno agli anni '90 apparvero alla luce i primi interventi del M. su tematiche educative e scolastiche. Nello scritto Dell'insegnamento scientifico nelle scuole secondarie (1891) affermò il valore educativo delle materie scientifiche come occasione anche di elevamento morale dell'individuo, affiancate all'insegnamento della Filosofia. L'anno successivo nel saggio Sull'unità o duplicità della scuola secondaria, difese il valore pedagogico dei classici greci e latini intesi come modelli di idealità per il presente. Il nome del M. è inoltre legato a un manuale liceale di meritata fortuna, Elementi di filosofia per le scuole secondarie, (1899-1911).

Agli inizi del '900 il docente abruzzese partecipò al dibattito sulla riforma della scuola media secondaria e, in particolare, sulla organizzazione didattica degli istituti di istruzione classica, condividendo le proposte di Carlo Cantoni, di Felice Tocco, di Federico Enriques e di Giovanni Vidari che, in vario modo e con argomenti diversi, contrastavano l'ascesa del neoidealismo pedagogico di Giovanni Gentile.

Durante gli anni del suo insegnamento all'università partenopea, magistero che esercitò fino al 1919, il M. ricoprì vari incarichi, prima come preside della sua facoltà, poi in qualità di componente il consiglio accademico della stessa università e come rettore (1893-1895 e 1903-1905).

Deputato di Ortona nella XIX legislatura (giugno 1895-marzo 1897), fu poi componente del Consiglio superiore della P.I., lasciando in più di un'occasione segni della sua competenza sui problemi della scuola (Sui provvedimenti per l'istruzione media, 1914), nonché su aspetti anche amministrativi ed economici (Sul bilancio dell'istruzione pubblica per l'esercizio finanziario 1915-1916, 1915). Il 16 ottobre 1913 fu nominato senatore.

Nell'ultimo decennio della sua presenza nella comunità filosofica e scientifica, sempre più segnata dalla reazione al positivismo nella forma del neoidealismo, il M. si dedicò a un testo per giovani militari (Nella società e per la vita. Consigli pratici ai giovani ufficiali, 1921) e soprattutto attese alla stesura, in collaborazione con il suo allievo Maresca, dell'Introduzione generale alla psicologia, opera pubblicata postuma (1926). Il M. morì a Napoli il 7 dicembre 1922.

[Raffaele Tumino]

Fonti e bibliografia: ACS, Ministero P.I., Divisione Scuole medie (1860-1896), b. 51: Liceo di Chieti e b. 171: Esami per l'abilitazione all'insegnamento; Direzione generale per l'istruzione media (1897-1910), b. 1, f. 84.

DBI, vol. XLI, pp. 562-564; EP, vol. III, pp. 7384-7385; PE, p. 288.

G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia, Messina, Principato, 1921, vol. III, pp. 81-109; V. Telmon, La filosofia nei licei italiani, Firenze, La Nuova Italia, 1970, pp. 44, 51-52 e 66; R. Franchini, La cultura a Napoli dal 1860 al 1960, in Storia di Napoli, Napoli, Esi, 1972, vol. X, pp. 161-216; G. Oldrini, La cultura filosofica a Napoli nell'Ottocento, Roma-Bari, Laterza, 1975, passim; F. Cambi, L'educazione tra ragione e ideologia. Il fronte antidealistico della pedagogia italiana. 1900-1940, Milano, Mursia, 1993, pp. 22-24, 89-90 e 98; G. Ciampi, C. Santangeli (edd.), Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (1847-1928), Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 1994, pp. 215 e 321; C. Tatasciore (ed.), Filippo Masci e la cultura del suo tempo a centocinquanta anni della nascita (1844-1994), Napoli, Esi, 1998.