Martini Ferdinando

Professioni: Scrittore, uomo politico, ministro P.I.
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, letteratura italiana, letteratura per l'infanzia, massoneria, politica scolastica
Luoghi di attività: Toscana, Italia

Figlio di Vincenzo, segretario generale delle Finanze del Granducato di Toscana, e Marianna Gerini, Ferdinando Martini nacque a Firenze il 30 luglio 1841. Studiò dagli Scolopi, ma non frequentò l'università; infatti, perduti i genitori, egli dovette affrontare diverse difficoltà finanziarie, cedendo gran parte del patrimonio di famiglia.

Amico di Renato Fucini, Domenico Comparetti, Giosuè Carducci, nel 1866 sposò Giacinta Marescotti (poi militante femminista e una delle prime tessere romane del Partito socialista) e divenne professore di Lettere italiane e Storia nella scuola normale femminile di Vercelli, per poi passare a quella maschile di Pisa. Nel 1872 lasciò l'insegnamento, dedicandosi interamente all'attività politica, giornalistica e letteraria.

Autore di commedie, racconti, prose varie e pamphlets polemici (su diverse testate giornalistiche si firmò con gli pseudonimi Fox e Fantasio), il M. definì la sua prima presenza sulla scena nazionale come quella di un grande organizzatore culturale, animatore di redazioni e di iniziative editoriali. In questa veste nel 1879 fondò e diresse, fino al 1882, il settimanale letterario «Fanfulla della domenica» e la «Domenica letteraria» (per l'editore Sommaruga) nel biennio 1882-1885. Intanto, nel 1881, M. aveva fondato anche il «Giornale per i bambini», primo importante periodico italiano destinato all'infanzia, sulle cui colonne, a puntate, vide la luce La storia di un burattino (Pinocchio), commissionata a Carlo Lorenzini (Collodi) proprio dal M.

Manzoniano convinto, pubblicò nel 1894 da Sansoni l'antologia scolastica Prose italiane moderne, volta a rinnovare il canone degli autori da studiare e prendere a modello nelle scuole italiane; dell'anno seguente fu la volta dell'altra antologia, Prosa viva d'ogni secolo della letteratura italiana, sempre da Sansoni, dove si propose per la prima volta di iniziare lo studio degli scrittori a partire dai più recenti per finire con gli antichi.

Sul piano politico il M. fu il prototipo del liberale di sinistra. Deputato al Parlamento dal 1876 (ininterrottamente dalla XIII alla XXIV legislatura), fra il 1884 e il 1885 fu segretario generale del ministero della P.I. con il ministro Michele Coppino, poi egli stesso ministro dal 16 maggio 1892 al 14 dicembre 1893 (primo governo Giolitti).

Da deputato, il M. aveva presentato un progetto di riforma della scuola secondaria dove si profilava la fusione del ginnasio con la scuola tecnica; divenuto ministro, concepì disegni di riforma dell'istruzione universitaria e di quella elementare che non giunsero tuttavia a compimento. La sua politica educativa fu sempre animata da un laicismo volto ad attenuare il tradizionale primato assegnato alla religione cattolica, sostituendolo con una vera e propria religione civile.

Esponente della massoneria, il M. fu commissario civile straordinario della colonia dell'Eritrea (1897-1905); di nuovo in Italia aderì al gruppo parlamentare della sinistra democratica tornando ad intervenire sulla necessità di laicizzare la scuola italiana (nel 1908 votò a favore dell'abrogazione dell'insegnamento religioso nella scuola elementare), sostenendo l'impresa libica e mostrandosi favorevole al suffragio universale.

Interventista nel 1915, antigiolittiano, si avvicinò al Salandra, ottenendo la nomina a ministro delle Colonie (1915-1916). Senatore dal 1923, il M. approvò la nuova stagione mussoliniana, firmando nel 1925 il Manifesto degli intellettuali del fascismo redatto da Giovanni Gentile, al quale fu lo stesso M. che passò l'idea di un'Enciclopedia nazionale.

Fra le sue raccolte di articoli e racconti, riferibili al tipico bozzettismo toscano, si possono ricordare: Fra un sigaro e l'altro (1876), Di palo in frasca (1891), Al teatro (1895), Pagine raccolte (1912). Ampia la sua produzione memorialistica: Nell'Affrica italiana. Impressioni e ricordi (1891), Cose affricane: da Saati ad Abba Carima (discorsi e scritti) (1896), Confessioni e ricordi (vol. I, 1922, vol. II, 1928). Il M. morì a Monsummano (Pistoia) il 24 aprile 1928.

[Lorenzo Cantatore]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, carte Martini (attività politica) e Biblioteca nazionale centrale, Firenze, carteggio del M.; la sua biblioteca si trova presso la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia.

DBI, vol. LXXI, pp. 216-223; EP, vol. IV, c. 7353; MC, vol. II, pp. 624-626; PE, p. 286.

A.A. Mola, Storia della massoneria italiana, dall'Unità alla Repubblica, Milano, Bompiani, 1976, pp. 218, 273-274, 287, 294 e passim; T. Tomasi, Massoneria e scuola dall'unità ai nostri giorni, Firenze, Vallecchi, 1980, pp. 35, 45-46, 52 e passim; «Farestoria», 1991, n. 17, numero monografico su F.M. (con scritti di M. Vannini, S. Romagnoli, M. Martelli, M.A. Balducci, N. Labanca, G. Del Bono, F. Tempesti, A. Greco, F. Savi, S. Lucarelli, A. Trivulzi); F. Conti, Ferdinando Martini: un notabile e il suo collegio, in L'Italia dei democratici. Sinistra risorgimentale, massoneria e associazionismo fra Otto e Novecento, Milano, Angeli, 2000; A. Carli, Prima del «Corriere dei Piccoli». F. Martini, C. Collodi, E. Perodi e L. Capuana fra giornalismo per l'infanzia, racconto realistico e fiaba moderna, Macerata, EUM, 2007.