Marcucci Alessandro

Professioni: Maestro, ispettore
Ambiti di produzione: Assistenza, educazione degli adulti, educazione infantile, educazione popolare
Luoghi di attività: Lazio

Nato il 18 luglio 1876 a Genzano (Roma), Alessandro Marcucci si trasferì giovanissimo nella capitale con la famiglia, ove frequentò le scuole primarie, poi l'istituto tecnico; all'improvvisa morte del padre dovette abbandonare gli studi e trovare un impiego, prima presso l'amministrazione di un ricco proprietario terriero e poi nel ministero della P.I., riuscendo, tuttavia, a mantenere i legami con il mondo della cultura e dell'arte che costituivano i suoi maggiori interessi. Pur condividendo con i suoi amici giovanili, primo fra tutti Duilio Cambellotti, il sogno di diventare un artista «della penna o del pennello o dello scalpello o del palcoscenico», rimase un «dilettante»; presone realisticamente atto, scelse per vivere la via dell'insegnamento senza comunque rinunciare ai suoi ideali (Marcucci, 1948).

Conseguita la patente magistrale insegnò inizialmente nelle scuole comunali di Roma, poi accettò di fare parte del comitato delle Scuole per i contadini dell'Agro romano istituite nel 1907 da Giovanni Cena per sostenere i primi corsi di alfabetizzazione avviati congiuntamente all'azione igienico sanitaria promossa agli inizi del '900 nei latifondi laziali da Angelo Celli per combattere la malaria. Attraverso la scuola il M. e quanti collaboravano al progetto si proponevano non solo di contrastare l'arretratezza culturale dei «guitti» e di contribuire a tutelarne la salute e a migliorarne il tenore di vita materiale e morale, ma di affermarne i valori umani sociali e civili.

Sotto la direzione del M. le scuole si diffusero rapidamente: a quelle festive iniziali si aggiunsero quelle serali e gli asili infantili tutti improntati al metodo Montessori; per l'eterogenea scolaresca della campagna romana composta da adulti e ragazzi il maestro romano concepì un modo del tutto nuovo di fare didattica, redasse un programma e un calendario adatti alle esigenze della vita rurale, compilò appositi libri di testo, studiò un mobilio pratico e trasportabile per permettere alla scuola di raggiungere gli alunni nelle località più lontane e disagiate. Rivolse inoltre particolari cure non solo alla preparazione degli insegnanti ma anche all'edilizia scolastica, agli arredi e alle suppellettili, basandosi sui principi estetici che avevano caratterizzato le Scuole per i contadini sin dal loro nascere, avvalendosi del contributo artistico dell'amico Cambellotti (Alatri, 2000).

Durante la Grande guerra il comitato si occupò dell'assistenza alle famiglie dei combattenti e del soccorso rurale. Il M. ebbe l'incarico di organizzare l'azione civile dei maestri e l'istituzione di cucine economiche e di corsi di istruzione serali per i contadini e i soldati feriti ricoverati negli ospedali, e dopo il terremoto della Marsica istituì e diresse gli asili infantili abruzzesi che divennero un modello esemplare.

Alla morte del Cena (1917), ereditò la responsabilità di proseguire l'iniziativa delle Scuole per i contadini, di mantenerne il prestigio e di accrescerne la sfera di azione, tanto da indurre il mondo ufficiale dell'istruzione ad interessarsi al problema della scuola rurale sino ad allora abbastanza trascurato: nel 1921 fu costituita l'Opera contro l'analfabetismo – di cui M., frattanto diventato ispettore centrale del ministero, fu nominato commissario direttivo tecnico – alla quale facevano capo diversi enti che avevano il compito di gestire le scuole rurali di tutta Italia; il nuovo servizio scolastico si affermò rapidamente e si sviluppò in seguito alla riforma della scuola del 1923.

Durante il fascismo per le Scuole dei contadini, nonostante l'iniziale riconoscimento per gli indubbi meriti, cominciò la fase di declino: il regime si sostituì progressivamente agli enti delegati nella gestione delle scuole rurali, affidandole via via ad altri organismi direttamente controllati. Nel 1939 la Carta della Scuola firmata dal ministro Giuseppe Bottai riconosceva ufficialmente il valore delle scuole rurali, che pochi anni dopo vennero però cancellate con un atto legislativo. I drammatici eventi bellici superarono i problemi riguardanti la scuola che vennero affrontati in termini diversi alla fine del conflitto: il M. continuò ad occuparsi di asili e scuole rurali sino alla morte, avvenuta in Roma l'11 dicembre del 1968; l'ente Scuole per i contadini cessò del tutto la propria attività nel 1978.

[Giovanna Alatri]

Fonti e bibliografia: documentazione sul M. è conservata, oltre che nell'Archivio famiglia Marcucci-Cambellotti, Roma, in varie altre sedi: Museo storico della Didattica «M. Laeng», Università Roma Tre, Roma, fondo Scuole per i contadini; Centro di documentazione «C. Ortese», Parco nazionale del Circeo, Sabaudia (Latina); Fondazione Istituto «Gramsci», Roma, fondo Sibilla Aleramo; Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, Roma, fondo omonimo, Ufficio di Roma e fondo Giuseppe Isnardi.

PE, p. 282.

Ministero dell'Educazione nazionale, Scuole rurali, Palermo, Ires, 1940; F. Jannella, Giovanni Cena e il suo discepolo Alessandro Marcucci, Roma, Mura, 1994; G. Alatri, La Scuola nella Campagna Romana, in «Roma moderna e contemporanea», 1995, n. 2, pp. 411- 441; Ead., Dal Chinino all'Alfabeto. Igiene, Istruzione e Bonifiche nella Campagna Romana, Roma, Palombi, 2000, pp. 86-88; Ead., Una vita per educare tra Arte e Socialità: Alessandro Marcucci (1876-1968), Milano, Unicopli, 2006.